Capitolo 21

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-arrivati- disse Malik smontando da cavallo per poi far fare lo stesso ad Amalia mentre si trovavano difronte all'enorme prigione di pietra. Amalia si strinse nel mantello leggermente tremante non solo per l'aspetto spaventoso di quella prigione ma anche perché era calata la notte e aveva iniziato a fare freddo. Si voltò per essere rassicurata da Malik e lo vide legare le redini del loro cavallo al tronco di un albero per poi tornare da lei. Subito la ragazza si accorse di un luccichio all'anulare destro del ragazzo e ipotizzò fosse l'anello del quale le aveva parlato e che si era rimesso poco prima.

-andiamo?- sussurrò Amalia mentre Malik annuiva posandole delicatamente un braccio intorno alla vita per tenersela stretta, non aveva nessuna intenzione di lasciare che quelle guardie la scrutassero più del dovuto e per questo le sistemò meglio anche il cappuccio sulla testa.

-si?- domandò una delle guardie.

-siamo qui per parlare con uno dei prigionieri- disse Malik con voce ferma sperando di non dover ricorrere al suo titolo di principe per passare visto che non voleva attirare troppo l'attenzione dei suoi genitori su quella prigione.

-non uccidete nessuno per favore e non tentato di far scappare i prigionieri- disse la guardia lasciandoli passare più facilmente del previsto. Malik non perse tempo ed entrò nella struttura di pietra insieme ad Amalia che si era messa a guardare tutte le celle con attenzione.

-è stato più facile del previsto- sussurrò Malik guardandosi anche lui intorno nonostante come cosa non servisse troppo visto che non conosceva il padre della sua principessa e quindi non poteva essere di nessun aiuto in quel momento.

-troppo facile- concordò Amalia sbuffando -non riesco a capire quale sia quella giusta- aggiunse poi abbattendosi leggermente.

-la troveremo- le disse Malik facendola girare verso di se e abbassandole il cappuccio -ma forse se non troviamo noi lui sarà tuo padre a riconoscerti-

-sei sicuro? Ti ricordo che mi stanno cercando- chiese Amalia togliendosi dal volto una ciocca di capelli che era sfuggita alla coda che si era fatta quella mattina.

-non ci sono guardie qui dentro Amalia- le fece notare Malik prendendole la mano destra nella sua e ricominciando a camminare con il volto della bionda al suo fianco ben visibile. Camminarono per parecchi minuti e Amalia iniziò a scoraggiarsi fino a quando non avvertì una voce chiamare il suo nome.

-Amalia?-

-papà?- domandò lei titubante avvicinandosi alla cella dalla quale aveva sentito provenire la voce per poi quasi scoppiare in lacrime mentre riconosceva il volto dell'uomo che si era affacciato dalle sbarre e che la stava guardando con un misto di gioia e tristezza -papà- continuò lei fiondandosi verso l'uomo e facendosi abbracciare da lui nonostante con le sbarre di mezzo non fosse molto semplice. Malik nel mentre osservava la scena con un sorriso sul volto. Aveva avuto ragione a voler abbassare il cappuccio alla bionda: era stato il re a trovarla.

-che ci fai qui Amalia?- le domandò l'uomo mentre continuava a tenerla stretta -Jos mi aveva avvisato che non volevi spostarti dal castello-

-io...mi hanno attaccata- sussurrò la ragazza alzando lo sguardo -qualche giorno prima che Jos tornasse a prendermi e...e quindi ho pensato di venire da te-

-ti hanno attaccata?- domandò sconvolto il re cercando di trovare qualche segno di quell'attacco sul volto della figlia nonostante la luce fioca.

-sarei morta se...se Malik non mi avesse aiutata- sussurrò ancora Amalia voltandosi per fare cenno al castano di avvicinarsi. E Malik lo fece con calma entrando nel campo visivo del re.

-Malik? Il nome non mi è nuovo...grazie per aver protetto mia figlia- disse Henry osservando il castano.

-sono il principe di Golter è per questo che conosce il mio nome probabilmente- spiegò il castano vedendo poi nascere la consapevolezza negli occhi dell'uomo -ero al vostro palazzo per parlare con Amalia e quando sono arrivato ho visto che l'avevano colpita quindi non potevo non salvarla-

-e l'hai accompagnata fino qui- sussurrò Henry accarezzando una guancia alla ragazza -grazie ancora-

-non deve ringraziarmi, qualcuno sta tentando di fare fuori la vostra famiglia-

-che farete adesso?- domandò Henry ai due -non potete restare qui dentro per sempre-

-aspetteremo che arrivi Jos e poi vedremo cosa fare con lui- sussurrò Amalia -voleva portarmi via dal castello quindi aveva di sicuro qualche idea in mente-

-non so quando arriverà Amalia. A volte viene qui spesso altre passa molto tempo, potreste ritrovarvi a dover aspettare davvero tantissimo tempo- fece presente il re senza però menzionare Erdote. Non voleva essere lui quello ad avvisare a figlia che il fratello era ancora vivo e vegeto e che si stava nascondendo da otto anni.

-non vi preoccupate- disse Malik sorridendo all'uomo -proteggerò io Amalia mentre aspettiamo non ho nessuna intenzione di metterla in pericolo- continuò e Amalia gli sorrise grata di quelle parole. Il sorriso della figlia però non passò inosservato ad Henry che già iniziava a intuire che forse tra i due c'era qualcosa, almeno dalla parte delle figlia era più che chiaro.

-te l'affido allora ma state attenti entrambi, non voglio che l'unico erede di Golter possa essere messo in pericolo-

-come sapete che sono l'unico erede?- chiese sorpreso Malik.

-sono qui da otto anni e non credo che le cose siano poi tanto cambiate nel tuo regno Malik- e il castano si trovò ad annuire, certo erano passati otto anni ma da dodici sua madre aveva detto di non poter avere più eredi dopo che aveva partorito l'ennesimo bambino morto.

-staremo attenti papà- sorrise Amalia lasciandosi abbracciare nuovamente dall'uomo -ho tante di quelle cosa da raccontarti che non so nemmeno da dove iniziare-

-anch'io tesoro- le sorrise l'uomo -ma la prigione non il luogo adatto per una lunga chiacchierata al momento. Riposatevi entrambi e sperate che Jos arrivi presto-


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