Infrangere le Regole

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Sirius amò con tutto sé stesso ogni secondo di tempo che Star gli dedicò, facevano l'amore, parlavano del futuro, si faceva raccontare tutto ciò che lei sentiva in merito al piccolo accumulo di cellule che cresceva e si espandeva. Dal momento che il 6 cadeva di venerdì le vacanze erano state prolungate fino a lunedì. Così nonostante tutto, mentre Sirius riposava con Star, la mano che le carezzava dolcemente il ventre, lui si chiese quanto tempo avrebbe dovuto ancora passare da solo ad aspettarla senza poter fare niente mentre lei si spingeva oltre il limite.

"Credo che dovresti andare a casa." Mormorò lei interrompendo i pensieri del giovane.

"Vuoi che torni a casa Potter?"

"No, non a casa Potter, a casa nostra." Spiegò lei, Sirius si voltò a guardarla cercando di capire se avesse ben inteso. "Potresti cominciare a prepararla, infondo ci servirà un posto dove stare, ci sarà molto da fare, così ti terrai impegnato." Aggiunse lei.

"Vuoi davvero? E ti fideresti del mio gusto?"

"Nessuno ha più gusto di te." Replicò Star. "So che è un peso per te non fare nulla, così mi è venuto in mente che puoi fare questo, no? Se ti va."

"E' un'ottima idea... e tu mi raggiungerai lì?"

"Tutte le volte che potrò."

"Allora è perfetto!"

Star sorrise dolcemente sfiorando il dorso della mano di Sirius con le dita. "Ti ci porto prima di andare, allora."

"Va bene, ma adesso mi prendo un po' del tuo tempo."

...............

Quel pomeriggio Sirius baciò Star che sparì lasciandolo solo nella casa che Alphard gli aveva donato, che aveva donato ad entrambi. Era chiaro che non ci aveva vissuto quasi per nulla, l'aveva usata probabilmente per nascondercisi nell'ultimo periodo della sua vita e nulla più. Aveva addirittura dormito solo sul divano o in una camera degli ospiti, la stanza dove lui e Star avevano fatto l'amore era chiaramente rimasta tale e quale a come l'aveva sistemata. Doveva ammettere che suo zio aveva più o meno il suo stesso gusto, quella casa gli piaceva molto così com'era. In ogni caso era in arrivo un piccolo e suo zio non aveva preparato una nursery o simili, così Sirius scelse la stanza più vicina alla camera patronale e cominciò a svuotarla. Il pensiero di quella piccola stella che stava crescendo in Star lo rendeva talmente felice che le mani gli tremavano per l'emozione. Star aveva avuto ragione un'altra volta; un po' di lavoro manuale era proprio quello che gli serviva per scaricare la tensione e occupare la mente. Le stanze non erano troppo arredate, ovviamente suo zio aveva avuto intenzione di lasciargli la casa fin quasi da subito, questo rese facile liberare la futura cameretta. Le pareti erano dipinte di bianco e Sirius scese in paese a piedi pensando a che colore usare. Star non sapeva ancora il sesso del bambino, però lui non aveva molti dubbi sul fatto che lei non avrebbe comunque voluto una camera rosa. Gli ci volle una lunga camminata per arrivare nel villaggio babbano e trovare un negozio di colori, ma anche quello gli aveva fatto bene, l'aria fredda aveva contribuito a schiarirgli le idee e, a dispetto del giallo o verde chiaro che aveva preso in considerazione, non ebbe dubbi sul colore che scelse. Ne prese anche per ridipingere le pareti di altre stanze e alcune porte.

Quando Star apparve nel corridoio capì subito in che stanza si trovava Sirius; aveva messo della musica e canticchiava allegramente. Aprì la porta della camera patronale, che ora era cobalto, e si appoggiò allo stipite appena asciutto a guardare il suo futuro marito che, con un solo piede poggiato ad una scala già un po' traballante, dava libero sfogo alla fantasia dipingendo costellazioni sul soffitto.

"Michelangelo non avrebbe saputo fare di meglio." Scherzò lei.

"Infatti mi ispiro a Leonardo Da Vinci." Commentò lui scendendo gli scalini con calma, non sembrava affatto sorpreso.

Una Cornice Luminosa - 7° annoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora