Restare Vivi

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Dall'arrivo di Rose sul campo di battaglia, l'intera Hogwarts sembrò congelarsi. Non ricevevano ordini né da Star né da Belladonna. Le due donne stavano aspettando qualcosa.

"Dobbiamo capire se Rose sarà in grado di ricondurre a sé tutti gli eserciti." Spiegò Star un giorno dopo che James le ebbe chiesto per la millesima volta in cosa esattamente consistesse il piano B.

"Perché non attaccarla ora che è sola?" Domandò Remus.

"Il bianco muove sempre per primo." Rispose Belladonna, come se fosse ovvio. Ultimamente le due donne non si separavano quasi mai, cosa che rendeva entrambe irrequiete e sgradevoli.

"Non sono pronta a gettarmi così in uno scontro con Rose, dobbiamo avere una strategia che non possiamo pianificare se prima non abbiamo almeno una vaga idea di quali siano le sue intenzioni." Chiarì Star.

"Ma certo!" Sbuffò Bellador. "Rivela pure ai tuoi amichetti i nostri piani nei minimi dettagli! Ignora il mio avvertimento sul fatto che tua madre è ora abbastanza vicina da poterti controllare."

"Lo saprei se Rose mi stesse spiando." Ribatté Star.

"Se ne sei sicura te, come contraddirti." Belladonna si alzò scocciata. "Sei solo una ragazzina presuntuosa."

I fuochi attorno al confine si riaccesero uno ad uno. Ogni volta che una luce nuova compariva nella notte a Star sembrava una presa in giro, un attacco personale: Non sei abbastanza potente. Ovviamente la sensazione era resa peggiore dal fatto che la voce in questione non fosse solo nella mente di Star, ma anche nella realtà, impersonificata da Bellador che non nascondeva la delusione.

"Puoi finirla?!" Sbottò Sirius dopo due giorni di attesa estenuante.

"Invecchierò anche lentamente, ma pensavo di concludere questa questione più in fretta. Se tu non avessi distratto la mia allieva, viste le sue già scarse speranze, magari ora non staremo pensando ad un piano B." Ribatté Belladonna gelida.

Colpito e affondato. Ferito nell'orgoglio, Sirius si ritrasse cupo. Star gli posò una mano sul braccio e gli sorrise rassicurante. "Io non mi pento di nulla." Gli ricordò.

"GLI ESERCITI AVANZANO!" Gridò la vedetta.

In un attimo furono tutti in posizione vicino ai confini della barriera. Mostri, creature di vario genere e maghi emersero dalle tenebre. Fu uno spettacolo che risvegliò in tutti gli abitanti di Hogwarts una paura primordiale. Cercare di non fuggire davanti a Troll, inferi, Veela trasformate o mostri di varie sembianze mentre si attende dietro una barriera invisibile, armati di solo un bastoncino di legno era un'esperienza che James non avrebbe consigliato a nessuno. Qualcuno pianse, qualcuno scappò e le cose peggiorarono quando gli eserciti cominciarono a sferrare i loro attacchi contro la barriera. Nonostante i loro colpi venissero respinti e non andassero a segno le creature e i maghi non si fermarono. James avrebbe desiderato avere i suoi amici al suo fianco, ma Star aveva voluto tutti i Malandrini sparsi in modo equo lungo la barriera. Così si era trovato accanto a due ragazzini che presto abbandonarono il campo, almeno a qualche metro da sé poteva vedere Al. Il loro compito era semplice: rinforzare la barriera ogni qual volta sembrasse cedere. Il problema è che ad un certo punto le fratture comparivano sempre più spesso e con molti disertori l'area da coprire era aumentata di molto. James non dava la colpa a nessuno, ogni minuto si chiedeva cosa sarebbe successo se, non notando qualche apertura, un attacco lo avesse raggiunto. Sarebbe morto. All'istante. Prima o poi il gigante di fronte a sé, armato di una grossa accetta, lo avrebbe tagliato in due. Era spaventoso vedere un'arma così grande puntare continuamente verso di sé, ogni volta si bloccava a qualche metro, respinta dalla magia, ma James era sicuro che avrebbe avuto per anni incubi dominati da una di quelle scene che continuava a vedere nella sua mente in cui l'accetta non si bloccava in aria, ma proseguiva la sua traiettoria ponendo fine alla sua vita.

Una Cornice Luminosa - 7° annoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora