"I dolori leggeri concedono di parlare, i grandi dolori rendono muti"
— Seneca<<Per me è una mappa di qualche stazione, forse della metro, però non ho mai guardato così bene le cartine da saperle a memoria>> dice Machi, con il foglietto in mano.
<<Perché proprio di una metropolitana?>> domanda Kuina, inclinando la testa di lato.
<<Le stazioni dei treni non sono disposte così normalmente, la cosa che ci si avvicina di più è una linea della metro, magari non è una ma sono più tratte che si incrociano, specialmente nel punto bucato, qui>> spiega la giovane, indicando l'intersezione dove c'è il forellino.
<<Andiamo a perlustrare le piantine della metro, se credi che sia così>> fa Chishiya, girandosi di spalle e iniziando a camminare verso il centro città.
<<Woah! Dove vai?>> esclama Machi, incrociando le braccia <<Non si prendono mai decisioni basandosi su delle supposizioni, te lo ricordi?>>
<<In più è notte ora>> osserva Kuina. Di fatti, si vede davvero poco e, come ormai hanno imparato, non c'è elettricità al di fuori delle arene.
<<Io preferirei trovare un posto dove riposare, per poi cercare domani il punto indicato da questo foglio>> commenta Machi, rimanendo seduta a terra.
<<Due contro uno, siamo in democrazia, dove volete dormire?>> domanda Chishiya, guardandosi intorno.
<<Tu che accetti una nostra proposta? Da quando?>>
<<Da quando proponete cose intelligenti>> ghigna lui. Effettivamente muoversi con la luce del giorno è più conveniente che addentrarsi nelle linee della metro di notte.
<<Fottiti>> sibila la ragazza con la pelliccia, facendo ridere l'amica.
<<Che ne dite se entriamo in una casa qui vicino e ci appropriamo delle camere?>> chiede Kuina, alzandosi da terra.
<<Tipo quella casa là, mi sembra un buon posto>> Machi indica un'abitazione poco lontana dalla Spiaggia. Nel buio è difficile giudicare che tipo di edificio sia ma, considerando la somiglianza con le altre villette accanto, sembra una casa appartenente ad un complesso a schiera.
Le due ragazze si incamminano seguite da Chishiya che, come suo solito fare, le osserva parlare.
<<Sei davvero bassa senza tacchi>> ride la più alta.
<<Purtroppo mia madre mi ha passato dei geni di merda>> ironizza Machi, guardando le scarpe di tela che ha indosso. <<Mi dispiace che i miei bellissimi tacchi siano finiti in cenere>>
<<Almeno con quelle ora puoi correre più veloce e farci un sacco di altre cose>> le dice l'altra <<Anche a me piace portare le scarpe con il tacco, ma qui sono... come dire, fuori luogo?>>
<<Hai ragione>> sospira la ragazza accanto a lei, incrociando le braccia dietro la nuca.
Chishiya rimane più staccato da loro e le guarda. Non si conoscono da molto, eppure hanno legato tanto. Non sa se attribuire questo fatto ai superpoteri femminili o se darsi la colpa: perché lui non è così?
La società, tendenzialmente, vuole le persone come Machi e Kuina: un misto tra socievolezza, tranquillità e umiltà. Però loro sono comunque delle emarginate. Le persone sono troppo complesse da capire e lui, molto probabilmente, non le capirà mai.
Kuina tira un calcio al cancelletto davanti alla casa, rompendo la chiusura.
<<Cosa ti è successo dentro la Spiaggia? Mi sembri una persona totalmente diversa>> commenta l'altra ragazza, saltellando sul vialetto d'ingresso.
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BRAIN AND HEART | Chishiya Shuntaro
Fanfiction> Sono queste le parole che sente Machi quando le persone parlano di lei. Lei è un oggetto, una cosa, un premio per qualche uomo. È tutto, fuorché umana. È questo a farla sentire tremendamente sbagliata, forse troppo per un mondo che va alla velocit...