Capitolo 1

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Il viaggio per Hogwarts era stato molto tranquillo. Elara aveva trascorso un po’ di tempo con i suoi amati libri e un po’ di tempo con le sue amate amiche.

Era sempre stata una persona pacata e le piaceva stare sulle sue, preferendo di gran lunga il silenzio e la compagnia di una bella lettura al casino della sua famiglia. Introversa e insicura, ma intelligente e curiosa, le piaceva studiare e scoprire cose nuove.
Lo zio Bill, uno dei pochi che le volesse davvero bene, diceva sempre che era tale e quale a sua madre e per Elara era un vero e proprio complimento. Era fiera di lei; era una donna straordinaria e aveva fatto grandi cose. Sperava di diventare talentuosa e coraggiosa anche solo la metà di lei. 

All’arrivo tutti i suoi compagni quasi si spingevano l’un l’altra pur di scendere in fretta dal vascello con cui avevano raggiunto la scuola.
Elara si mantenne in disparte e si prese tutto il tempo per guardare ciò che la circondava.
Era pomeriggio e, nonostante ottobre fosse appena iniziato, il cielo era chiaro e le permetteva di osservare tutto con facilità.

Il lago era enorme e lungo il perimetro, in alcuni punti della riva, c’erano alberi che permettevano agli studenti di sedersi all’ombra nelle giornate più calde e soleggiate.
Subito il suo sguardo si fissò sul salice solitario sulla riva opposta al castello. Il preferito di sua madre.
Spesso le raccontava di quando si sedeva lì, con la schiena appoggiata al tronco, a leggere, studiare o semplicemente per pensare. Diceva sempre che le infondeva calma e tranquillità.
Capì che sarebbe di sicuro diventato anche il suo posto.

Poco più lontano riconobbe le torrette del campo da Quidditch. Le sarebbe piaciuto giocare quell’anno, ma sua madre dissentiva.
Il Quidditch è uno sport stupido e pericoloso, Elara” le ripeteva sempre e le raccontava di come a suo tempo i suoi amici avessero passato più tempo in infermeria che sul campo.
Lei rideva, sapeva che lo diceva solo perchè volare la spaventava a morte. La ragazza, invece, lo adorava.
Quando era su una scopa si sentiva libera e lontana da ogni male. “Anche tuo padre amava volare, sai?
Era una delle poche cose che sapeva di lui. Sua madre non ne parlava mai e lei non chiedeva. Per lei non era importante. Aveva sua madre e zio Bill e zio Charlie erano molto paterni nei suoi confronti. Per il momento le bastava.
Quando era a Durmstrang giocava e probabilmente sua madre lo immaginava, ma non lo aveva mai ammesso apertamente. Sapeva, però, che lì non poteva farlo; quasi sempre la sua famiglia assisteva alle partite del campionato e lei non voleva deluderla.

Con un sospiro spostò lo sguardo verso il luogo in cui avrebbe vissuto per tutto l’anno. Rimase a bocca aperta. Aveva visto un sacco di foto, ma dal vivo era tutta un’altra cosa.
Hogwarts era enorme e maestosa, con numerose torri e vetrate ampie.
In confronto Durmstrang sembrava una casetta di campagna.

Alle sue spalle, in lontananza, c’era la Foresta Proibita.
Sua madre le aveva descritto tutte le creature che la abitavano e le aveva anche raccontato che di notte faceva particolarmente paura. Sapeva che non ci si sarebbe mai avventurata.

Era così presa da quello che la accerchiava e da ricordi che le erano stati trasmessi, che non si accorse che il gruppo era già all’ingresso guidato da Hagrid.
Quasi corse per raggiungerli e una volta arrivata si fermò di nuovo. Capì solo allora perchè Hermione Granger l'amasse tanto. Trasmetteva serenità e protezione come casa. Era immensa, sì, ma anche calda, accogliente e… magica.
C’erano molti quadri che osservavano i nuovi arrivati e li salutavano con calore, fantasmi che volavano di qua e di là e le scale che si muovevano.
Stai attenta. Alle scale piace cambiare. Non sai mai dove ti possono portare” le aveva detto, raccontandole poi di come al primo anno l’avesse portata in un corridoio in cui era vietato l’accesso. Sorrise.
Forse le sue amiche avevano ragione. Forse non sarebbe stato così male. 

L'eredità del sangue - Elara GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora