Prologo

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Sarebbe stata una giornata di fine Settembre come un’altra, se non fosse stato per l’imminente partenza degli studenti dell'Istituto di Durmstrang verso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Dalla fine della guerra le cose erano cambiate molto per la scuola russa. Vladimir Mudrov, preside da ormai una decina d’anni, era un personaggio conosciuto e apprezzato in tutta l’Europa Orientale e la sua nomina era stata accolta con gioia.
Era stato uno dei pochi che si era apertamente schierato contro il regime di Voldemort e aveva fatto molto per riabilitare il nome della scuola, fino a quel momento associata alle Arti Oscure.
Per prima cosa aveva aperto i cancelli a Nati Babbani e Mezzosangue, sebbene le loro iscrizioni non fossero così frequenti.
Aveva poi abolito l’insegnamento pratico delle Arti Oscure, considerandone comunque importante l’insegnamento teorico al fine di capirle e contrastarle più facilmente.
Aveva infine istituito diversi club extracurriculari facoltativi per permettere agli studenti di crescere e migliorarsi.
Questi cambiamenti avevano fatto sì che anche le altre scuole del continente ne elevassero la loro opinione e insieme avevano trovato un modo per favorire la conoscenza e la cooperazione tra le nuove generazioni di maghi e streghe.
Ogni 15 anni a turno ogni scuola avrebbe ospitato le altre due e gli studenti avrebbero vissuto insieme ogni aspetto della vita scolastica.

Quell’anno si sarebbe inaugurato questo progetto e la prima scuola ospitante sarebbe stata proprio quella inglese. 

Tutti gli abitanti dell’istituto erano nervosi e, sebbene non sapessero cosa aspettarsi, non vedevano l’ora di vivere quell'esperienza.

In particolare, in una delle stanza del piccolo castello, una ragazza del quarto era intenta a fare le valigie insieme alle sue amiche.

<<Cosa pensate di questa novità?>> chiese loro, mentre era impegnata a piegare i suoi maglioni. 

<<Penso che sarà divertente. Insomma, dicono che Hogwarts sia fantastica e poi avremo l’occasione di fare amicizia con persone nuove>> rispose una delle due.
Ashley Cooper era la persona più solare e positiva che esistesse sulla faccia della terra. Suo padre era l’ambasciatore americano in Romania, dove lui e la sua famiglia si erano trasferiti quando Ashley era ancora piccola. 

<<Soprattutto con i ragazzi>> disse con tono malandrino Alína Ludvigsdóttir. Islandese, intelligente e intraprendente, era molto sicura di se. Notando poi l’incertezza dell’amica, aggiunse <<Andiamo, Elara, rilassati. Potrai finalmente girare per il castello. Dopo tutte le storie che ti ha raccontato tua madre, non ne sei felice?>>

<<Mmm, non lo so>>

Alína aveva ragione.
Era felice di poter girare per i corridoi che avevano visto sua madre crescere, ma non aveva un bel rapporto con la sua famiglia e non la entusiasmava l’idea di stare per un anno a contatto con i suoi cugini.
"Fai la brava, mantieni un profilo basso, studia e non litigare con nessuno", sua madre se ne era raccomandata prima della sua partenza. Non voleva darle dispiaceri, ma sapeva che non sarebbe stato facile. 

<<Fidati di noi, sarà fantastico>> le disse con un sorriso Ashley. Guardò l’orario e battè le mani <<È ora di cena. Non vedo l’ora di andare a dormire>> 

Dovevano mettersi in forze e riposare. L’indomani sarebbero partiti e la loro avventura sarebbe cominciata.

L'eredità del sangue - Elara GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora