Capitolo 6

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Quella mattina a destare Elara dal suo sonno non fu la sveglia che teneva sul comodino accanto al letto e che rischiava sempre di finire in mille pezzi sul pavimento, bensì diverse voci che stavano discutendo tra loro. 

<<Non accetto che i miei studenti vengano trattati in questo modo, Minerva!>>

<<Lo so, Vladimir. Questa è una cosa del tutto inaccettabile>>

<<Dunque cos'hai intenzione di fare?>>

Ci mise qualche secondo a riconoscere nella voce maschile il preside Mudrov e si ritrovò a ringraziare il fatto che non fosse ancora troppo lucida per mandarlo seduta stante a quel paese.

Da sempre gentile e pacifico, Elara non ricordava di averlo mai sentito così adirato. 

I suoi amici non ci avrebbero mai creduto!

<<Certamente Rose verrà punita e sua madre è già stata avvisata>>

Dal canto suo la preside McGranitt era davvero dispiaciuta.

Non si poteva dire che Rose fosse una ragazza totalmente tranquilla e, nonostante i voti alti, non era proprio una studentessa modella. 

Era abbastanza impulsiva e rancorosa e cercava di attaccare briga con chiunque non le andasse a genio. Si sentiva legittimata a fare quello che voleva solo per il cognome che portava.

Minerva si era rammaricata molto nell'apprendere che non era come Hermione alla sua età e non sempre riusciva a mantenerla sulla retta via. 

Ma attaccare una studentessa senza una ragione - e non una qualsiasi, bensì sua sorella! - e per di più alle spalle, davanti a dei professori e con la chiara intenzione di recarle dei danni...

La prima cosa che insegnavano ad Hogwarts era la lealtà non solo verso gli amici, ma anche verso gli avversari. 

<<Se fosse successo nella mia scuola, sarebbe stata espulsa!>>

Elara si mosse infastidita.

Le stava venendo un gran mal di testa a causa di quei suoni che stavano iniziando a disturbarla.

Sembrava quasi che stessero aspettando un suo segno di vita, perché si interruppero e si avvicinarono subito a lei.  

<<Elara, sei sveglia?>>

La presenza del professore era sempre stata rassicurante, ma davvero non capiva cosa ci facessero lui e la McGranitt nel dormitorio di Serpeverde. 

Aprì gli occhi, intenzionata a chiederglielo, ma dovette chiuderli un paio di volte prima di abituarsi.

Il soffitto nero della sua camera aveva lasciato spazio ad un bianco fin troppo luminoso per i suoi gusti.

Non riconobbe il luogo in cui si trovava.

<<Dove sono?>> chiese portandosi una mano al capo lentamente.

<<Sei in infermeria, cara>> le rispose in tono dolce la donna.

In infermeria?

Perché diamine era in infermeria?!

Lei che odiava tutto quello che aveva a che fare con i medici!

Mise a fuoco l'ambiente intorno a lei e vide tanti letti accanto e di fronte al suo.

L'eredità del sangue - Elara GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora