Come ogni mattina Scorpius era al tavolo di Serpeverde con i suoi amici, ma, a differenza delle altre volte, non stava prestando attenzione ai loro deliri pre-lezione.
Erano passati due giorni dall'uscita ad Hogsmeade e la sua mente era ancora ferma lì, su quella panchina dove aveva trascorso i minuti migliori di tutta la giornata.
Quando Rose era tornata, dopo quella conversazione piuttosto intima avuta con Elara, aveva preteso di sapere cosa volesse quella rompiscatole della sua sorellastra e gli ci era voluto tutto l'autocontrollo del mondo per non sbottare.
L'appuntamento, come lo aveva definito Rose per tutto il tempo, era terminato poco dopo l'ora di pranzo con la scusa più banale, ma forse anche più efficace, che a Scorpius fosse venuta in mente.
"Sto iniziando ad avere un po' freddo. Credo che tornerò al castello, vieni anche tu o rimani un altro po'?"
Lei aveva deciso di restare con i suoi cugini e lui aveva ringraziato Merlino, Morgana e i quattro fondatori.
Quasi come se avesse previsto una conclusione del genere, aveva beccato Elara ad aspettarlo, anche se lei non lo aveva espressamente ammesso e mai lo avrebbe fatto, alle porte del villaggio.
Ed era proprio alle due figlie, così diverse l'una dall'altra, di Hermione Granger che stava pensando, alternando lo sguardo dal tavolo di Grifondoro a quello di Tassorosso, dove si trovava la compagna di casa.
Fare un confronto gli venne naturale.
Rose era arrogante, un po' superficiale e presuntuosa e si credeva superiore a chiunque altro solo per il cognome che portava. Era ambigua nei suoi confronti e, quando si era ritrovato a chiedere ad Elara e Albus cosa diamine volesse da lui, loro si erano ritrovati d'accordo.
"È incuriosita da te, ma ha anche paura del giudizio di Ron. Non ammetterebbe mai che lui possa avere torto, ma si sta ricredendo su di te"
Beh, non gli importava poi molto.
Era troppo ferma sulle sue idee e lui non avrebbe mai potuto frequentare una persona con cui avrebbe sempre dovuto misurare le parole per non dire qualcosa di sbagliato e dare vita a discussioni infinite.Dall'altra parte il rapporto che aveva con Elara era estremamente particolare ed interessante.
Lei era intelligente, forte ma sensibile e leale.
Gli veniva da ridere se pensava a come tutto fosse cominciato, a quella gelosia e rivalità che aveva provato sin dal primo momento in cui l'aveva vista.
Si era sentito minacciato da quella ragazza così tanto simile ma allo stesso tempo diversa da lui, che il primo impulso era stato quello di attaccare.
Beh, c'era da dire che anche Elara non aveva scherzato colpendolo dove più faceva male durante quella famosa lezione di Pozioni.
In quelle settimane, però, aveva imparato quanto quella somiglianza non fosse poi qualcosa di troppo negativo. Aveva imparato che se c'era qualcuno che potesse capirlo, aiutarlo, sostenerlo era lei, proprio perché era come lui.
Aveva iniziato a provare un senso di familiarità che a volte lo spaventava.Forse sentendosi osservata, Elara alzò lo sguardo verso di lui, beccandolo ad osservarla.
In un'altra occasione sarebbe arrossito imbarazzato.
"Buongiorno anche a te Malfoy. Posso sentire i tuoi pensieri da qui. Non dovresti concentrarti sul compito di Erbologia?"
Avvertì chiaramente il tono ironico della bionda dentro la sua testa, come se le centinaia di voci dei ragazzini che abitavano il castello non esistessero.
Non riuscì a nascondere un sorriso.
"Oh, ma i miei pensieri sono già tutti rivolti a Nilsen e al suo inutile test sul bulbo balzellante"
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L'eredità del sangue - Elara Granger
FanfictionElara Granger era sempre stata all'ombra dei riflettori puntati sulla madre, una delle eroine più famose del mondo magico. Qualunque cosa facessero insieme, era importante mantenere l'anonimato. Le era sempre stato insegnato che mettere più distanza...