Capitolo 42

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Quella sera Malfoy Manor era particolarmente affollata.

Poco prima di cena, complice il fatto che fosse sabato e che l’indomani non ci fossero le lezioni, Albus, Lorcan e Hugo, che per la prima volta aveva preso coraggio e si era imposto sul volere della madre per vedere Elara e sapere cosa le stesse succedendo davvero, avevano lasciato la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per raggiungere il maniero.

C’erano voluti giorni di trattative tramite gufo, perché ovviamente Hermione non voleva allontanarsi dal capezzale della figlia, ma alla fine la preside aveva accettato.
Hermione, però, aveva dovuto scrivere a Ginny e Luna una bugia bella e buona, dicendo loro che Elara avrebbe avuto piacere di trascorrere il suo compleanno con i suoi inseparabili amici e chiedendo il permesso affinché i figli potessero raggiungere l’area super riservata del San Mungo dove Anthony si stava occupando di lei.

A casa Weasley ancora non erano a conoscenza di cosa stava accadendo.

Sapevano solo che un giorno la ragazza non si era sentita bene e che Anthony, visitandola, aveva trovato qualche anomalia nei valori.

Non teneva molto come scusa, ma non si erano preoccupati troppo di indagare oltre, complice anche l’insistenza di Ron, secondo cui stava “andando tutto bene” e che era “solo un tentativo di Elara di attirare l’attenzione su di lei”, come aveva appreso da Charlie.

Era, inoltre, stata informata con orgoglio dei miglioramenti di Hugo in quasi tutte le materie grazie all’iscrizione ai club a cui aveva deciso di partecipare e allo studio che aveva portato avanti con Elara in quelle settimane.
Tutti hanno notato il suo impegno e i suoi interventi sono sempre più costanti.”  

Hugo era sempre stato in tutto e per tutto come il padre alla sua età. Timido, impacciato, disorganizzato e disinteressato, l’unica cosa con cui differiva da lui era la passione per il volo. In quello, infatti, aveva preso da lei.

Hermione ne era sollevata, ma da un lato non faceva altro che rimproverarsi per essersi lasciata troppo andare dopo quello che era capitato ad Elara e aver messo da parte tutto il resto. Compresi i suoi figli. E se Ron aveva approfittato della situazione per consolidare il suo già stretto rapporto con Rose, Hugo era rimasto da solo.

In quel momento si sentiva una madre orrenda.

Avrebbe dovuto parlargli.

Ma non quella sera, non ne aveva la forza.

Non era neanche andata ad accoglierlo.

A dirla tutta, Astoria era stata molto cortese e gentile, nella sua solita solarità che forse poco si addiceva alla situazione, ma che l’aveva da sempre caratterizzata.

Aveva dato il benvenuto ai tre ragazzi con un caloroso abbraccio, che aveva messo un po’ a disagio Lorcan e Hugo che non avevano ancora avuto l’occasione di conoscerla ufficialmente, e si era preoccupata per il loro aspetto pallido e stanco.

Li aveva personalmente accompagnati nelle stanze che gli aveva assegnato e poi li aveva condotti nelle cucine dove gli elfi erano stati più che contenti di preparare loro qualcosa da mangiare.

Non avevano consumato il pasto in compagnia degli altri nella sala principale, non lo facevano da quando tutto quel casino era cominciato.

Hermione e Scorpius trascorrevano la giornata chiusi nella camera di Elara; Draco, quando non stava insieme ai due, passava la maggior parte del tempo nel suo laboratorio; Lucius si rifiutava di avere a che fare con le loro ospiti.

Albus aveva subito chiesto ad Astoria notizie sull’amico, che pensava avrebbe trovato davanti al camino al loro arrivo, e la bionda lo aveva tranquillizzato, affermando che lo avrebbe visto non appena si fossero nutriti.

L'eredità del sangue - Elara GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora