Capitolo 4

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Il primo weekend ad Hogwarts era stato produttivo per Elara.

Lorcan e Albus avevano fatto fare il giro completo dell'edificio a lei e alle sue amiche, svelando loro ogni corridoio, stanza e passaggio segreto.
Al settimo piano aveva anche trovato la Stanza delle Necessità. Quando l'aveva aperta si era ritrovata nella cameretta della sua infanzia; ci si era chiusa dentro e si era seduta sul letto stringendo quello che era stato il suo pupazzo preferito quando era una bambina: un drago nero di un cartone babbano che aveva visto con sua madre.

Quella mattina si era alzata con uno spirito nuovo.

Si stava ambientando e aveva conosciuto alcuni coetanei, inclusa la Josette di cui le aveva parlato il nuovo amico di Albus.

Inoltre, ci sarebbe stata la prima lezione di Pozioni.
Era esaltata e non vedeva l'ora di rimettersi finalmente davanti ad un calderone.

A colazione si riempì il piatto e mangiò con gusto.

<<Felice?>> chiese Lorcan, seduto con lei al tavolo di Serpeverde, guardandola con un sorriso.

La ragazza annuì e, dopo aver ingoiato, rispose <<C'è Pozioni oggi>>

Lorcan alzò le mani <<Ovvio, come ho fatto a dimenticare che alle prime due ore hai Pozioni>> disse prendendola in giro <<Anche se, con grande rammarico>> e qui si portò una mano al petto cercando di imitare l'espressione affranta dell'amica risalente al giorno prima <<Con quei buoni a nulla di Grifondoro>>

Elara rise <<Non li ho mai definiti "buoni a nulla". Ho solo detto che la loro lealtà al clan li rende poco amichevoli e di strette vedute>> gli agitò la forchetta davanti al naso con fare da sa-tutto-io <<E smettila di prendermi in giro>> gli diede un piccolo schiaffo sulla spalla, nonostante il divertimento nella voce.

<<E da quando tu saresti un tipo amichevole?>> chiese Albus, prendendo posto accanto a loro <<Soprattutto con coloro che praticamente baciano la terra su cui cammina mio fratello?>>

<<Oh, andiamo, non sono così ostile>>

I due si scambiarono un'occhiata <<Ne sei davvero sicura?>> domandarono poi all'unisono.

<<Voi dovreste essere i miei migliori amici!>>

<<Tesoro, proprio perché lo siamo...>> iniziò Lorcan.

<<Possiamo affermare con certezza che non hai preso da zia Mione>> finì Albus.

Per Elara non era mai stato un problema non avere un padre e, nonostante a volte fosse gelosa del rapporto che avevano Rose e Ron, cercava sempre di vedere il lato positivo della sua vita.
Adorava il modo in cui Lorcan e Albus ci scherzavano su, senza farla sentire... diversa, a differenza del resto dei suoi familiari, che sembravano sempre attenti a quello che dicevano in sua presenza.
Era quasi divertente immaginare con loro continue storie su di lui.

Aveva sempre cercato, però, di non pensare al motivo per cui non fosse lì con lei.
Aveva capito che per sua madre era ancora un tasto dolente e sentirsi rifiutata da Ronald era già abbastanza - insomma, aveva pur sempre quattordici anni!

<<Ah, ah, ah, simpatici>> 

Il sorriso non le morì dalle labbra, bensì si incrinò solamente un po' quando Scorpius li raggiunse e lei tornò ad essere la ragazza poco incline a fare conversazione che Albus spesso le rimproverava.

Prima del suono della campanella, Elara si alzò dal tavolo diventato affollato e salutò Lorcan con un bacio sulla guancia.

Si diresse con tutta calma verso l'aula di quella che era la sua materia preferita di sempre.

L'eredità del sangue - Elara GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora