Capitolo 30

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<<Tu sei il padre di Elara, Draco>>

Draco rise.

<<Cosa?>> scosse la testa <<Questo è assurdo. Saprei se…>> indicò lui e la riccia <<Me lo ricorderei>>

Difficilmente si dimenticava qualcosa che lo riguardava in prima persona, soprattutto se si trattava delle ragazze con cui era stato.

Hermione e Astoria erano serie e, se Draco aveva subito pensato ad uno scherzo di pessimo gusto, dovette ricredersi davanti a quelle espressioni.

<<Me lo ricorderei>> ripetè ora poco convinto <<Quindi, se quello che dici è vero, perchè non me lo ricordo?>>

Draco era spaesato e non sapeva se essere arrabbiato, disgustato o chissà cos’altro.

<<A questo non posso risponderti io, purtroppo. Posso solo raccontarti l’ultima parte, forse la più piccola, della storia>> replicò Astoria.

Tutti e tre guardarono Hermione, in attesa.

Lei si alzò e iniziò a girovagare per la stanza. Aveva bisogno di muoversi per sciogliere la tensione che avvertiva non solo dentro di sé, ma anche nell’aria tutt’intorno a lei.

Da dove partire?

Dal suo ritorno ad Hogwarts o da quando Anthony le aveva confessato che gli piaceva una ragazza? Dalla prima ronda che aveva fatto con Astoria o da quando i suoi rapporti con Draco erano diventati decenti?

<<Ti ricordi quando, poco prima di Natale, all’ultimo anno, hai fatto la ronda al posto di Astoria?>> chiese a nessuno in particolare, ma Draco sapeva che stava parlando con lui <<Penso che sia stata la prima volta che ci siamo ritrovati faccia a faccia dopo quello che era successo>>

Se lo ricordava eccome.

Quell'anno era stato indimenticabile per lui, un vero inferno.

Dopo i processi ai Mangiamorte, avvenuti a porte chiuse per dare loro giudizi equi e non aizzare la popolazione con promesse e richieste di vendetta, e la sua assoluzione da qualsiasi accusa, le persone avevano iniziato a prenderlo di mira perché non aveva ricevuto la condanna che meritava.

Ovunque andasse c'erano sempre commenti poco piacevoli - “Feccia”, “Assassino”, “Mangiamorte”, “Indegno” - che lo seguivano e persone che lo additavano.

Quando era tornato al castello per completare gli studi, alcuni dei suoi compagni avevano cominciato a tormentarlo.

Nonostante il supporto dei suoi amici, che non lo avevano mai abbandonato e ancor meno lo avrebbero fatto in quella situazione, era diventato difficile per lui da sostenere e così aveva deciso di farsi vedere il meno possibile.

Frequentava le lezioni e svolgeva qualche ronda - una parte davvero davvero minima, eppure Astoria sembrava sempre felice di coprirlo e sostituirlo  -, ma passava tutto il suo tempo libero nella sua camera o nella Stanza delle Necessità e a volte saltava persino i pasti in Sala Grande. 

Non era stupido, sapeva di meritarselo dopo tutte le persone che aveva fatto soffrire e spesso si era chiesto come a suo tempo le sue vittime di scherno e offese fossero riuscite a sopportare tutto quello che lui aveva detto o fatto.

Tuttavia era diventato sfiancante e demoralizzante.

Poi era arrivata quella sera.

Fino ad allora aveva cercato di ignorare la Granger, colei che più di tutti avrebbe avuto il diritto di odiarlo per quello che aveva subito a causa sua e della sua famiglia.

L'eredità del sangue - Elara GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora