Capitolo 12

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Quella sera Teddy si era presentato a casa di Bill e Fleur Weasley alle 19.00 in punto.

Aveva indossato l'abito migliore che possedeva sia perché sapeva che Astoria teneva particolarmente alle loro serate sia perché come sempre voleva fare buona impressione - anche se non ne aveva bisogno - con quelli che sperava diventassero i suoi futuri suoceri.

Per tutti quei giorni aveva ripensato alle parole di Harry, di Hermione e anche di Astoria stessa, preoccupato da ciò che sarebbe potuto succedere durante la cena con i Malfoy.

Sarebbe stata una situazione del tutto imprevedibile, ma rimaneva convinto del fatto che quello sarebbe stato il banco di prova per Victoire.

Lui la amava, eccome se la amava, ma Draco, Scorpius e Astoria facevano parte della sua famiglia proprio come tutti i Weasley.

Avrebbe provato ad accettarli per lui e per l’affetto che diceva di provare nei suoi confronti lasciando da parte i pregiudizi che si erano insediati in lei a causa di Ron e dei suoi racconti?

Certo, sapere di avere l’approvazione di Bill anche per questa parte della sua vita lo aveva rassicurato, ma sapeva bene che non tutti erano bendisposti come lui.

Quando Victoire lo aveva raggiunto era rimasto a bocca aperta.

Era stupenda nel suo vestito azzurro - scelta che Astoria avrebbe di sicuro apprezzato - lungo fino al ginocchio e con le maniche in pizzo.

Si erano smaterializzati davanti al cancello di Malfoy Manor, che si era aperto all'istante nel riconoscere il suo tocco.

Per stemperare la tensione Teddy le aveva fatto fare un giro dell’esterno.

Non si poteva non rimanere colpiti dall’imponente edificio scuro dalle ampie vetrate, dalla grande fontana posta al centro dell’enorme giardino da cui in quel momento si stavano abbeverando tre incantevoli pavoni  - il vanto di Lucius - o da tutte le piante e i fiori colorati che gli conferivano un’aria paradisiaca.  
L’aveva persino fatta sedere sotto al gazebo di Astoria, con la speranza che l’atmosfera romantica che si respirava nei pressi della sua meravigliosa serra potesse permetterle di sciogliersi.

Tuttavia la ragazza non aveva fatto una piega, continuando a sfoggiare un’espressione di indifferenza e superiorità.

Trovava che quello che la circondava fosse solo l’ennesimo modo per ostentare la loro ricchezza e la loro nobiltà.

Non aveva intenzione di accrescere la loro autostima facendo degli apprezzamenti su un luogo che in passato aveva causato tanta sofferenza a migliaia di persone.

Erano dei viscidi mangiamorte e non aveva intenzione di dimenticarlo tanto facilmente, a differenza del suo ingenuo fidanzato.

Si ritrovarono così davanti al portone di ingresso e, dopo aver bussato, questo si aprì.
Vennero accolti da Astoria Greengrass in Malfoy in persona.

<<Teddy, tesoro!>> lo abbracciò forte, un sorriso contagioso in volto. Si voltò poi nella direzione di Victoire e strinse anche lei <<Ciao, Victoire, benvenuta. È un vero piacere averti qui, Teddy ci ha parlato tanto di te>>

Era sempre stata una persona molto espansiva, Astoria, anche se durante la scuola aveva dovuto frenare quella parte del suo carattere a causa del suo rango e delle imposizioni di suo padre.
Essere amico di un Greengrass doveva essere un privilegio e lei non poteva circondarsi di chiunque.

La guerra, però, aveva portato con sé tanti cambiamenti e lei si era sentita finalmente libera di aprirsi al mondo.

Teddy sorrise, immaginandosi un'Astoria acquattata dietro alla soglia che li aspettava con ansia.

L'eredità del sangue - Elara GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora