4. Il Vuoto - Hazel

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Apro gli occhi. Sono in posto strano, bianco. Tutto bianco.

Non percepisco nulla: non sento rumori, al tatto il pavimento non sa di nulla, non ho freddo e nemmeno caldo, l'aria non profuma.

Non so se essere felice o dubbiosa.

Felice, perché non appena uscirò da questa stanza sarò libera e incontrerò quel ragazzo che si chiama James.

Dubbiosa, perché nessuno è mai stato così gentile con me e sono un po' titubante su uno stregone che prepara una pozione per farmi arrivare dal mio grande amore.

"C'è qualcuno?" urlo senza sentire la mia voce, e mi alzo. Cerco un muro, un soffitto, ma non li trovo. Non c'è nulla. Tutto vuoto, o magari, non esiste nemmeno il vuoto qui.

Ripenso a James. Ai suoi occhi, al suo profumo, ai suoi capelli e al suo sguardo che mi studia.

Ripenso ai pochi attimi in cui ci siamo visti, a quella pace e tranquillità che provavo.

Non ho mai sentito sensazioni del genere, la felicità, un groppo in gola, il cuore che batte sempre di più mentre noti che effettivamente hai attirato, anche se per pochi secondi, la sua attenzione.

Chissà ora cosa sta facendo, se è seduto tranquillo ad un tavolo a leggere qualcosa, se sta studiando o se è sdraiato sul divano con la sua ragazza.

Ha una ragazza?

Inizio a provare qualcosa di strano, mi manca il respiro e mi guardo le mani confusa, il dito tagliato e da cui esce ancora un po' di sangue.

Ho dato tutto per venire qui e conoscerlo, per trovare l'amore dei libri, e magari lui è anche fidanzato? Mi sono illusa in queste ultime ore, pensando a cosa potremmo dirci e non ho la più pallida idea di che tipo sia lui.

Sento una voce.

"Ma chi sei? Cosa ci fai nel mio Specchio delle Brame?" piano piano si inizia a formare la figura di una bambina.

Vestita con una gonnellina e una coroncina, i capelli marroni tagliati a caschetto e la corporatura piuttosto robusta.

Occhi neri e penetranti, come quelli di James.

Tutto inizia a tremare e si crepa il vuoto che c'è nella stanza in cui mi trovo io. Sento sempre di più la bambina che mi parla che avvicinandosi diventa alta come una bambina di otto anni circa.

Una scossa più potente delle altre mi fa perdere l'equilibrio, un conato di vomito minaccia lo stomaco e mi trovo stesa a terra su un tappeto rosa.

Le mani tese su della stoffa un po' troppo colorata, inizio a sentire un bel calduccio e ad annusare l'aria pulita dell'ambiente.

Mi metto seduta e scopro la bambina intenta a fissarmi, seduta sul letto.

"Ma tu sei uguale alla principessa che c'è sul mio libro!" lo urla esultando, poi scappa.

Faccio forse paura? Guardo il mio riflesso nello specchio: il vestito azzurro è stropicciato e i capelli sono sparati da tutte le parti, ma a parte queste due cose, sono normale.

Mi guardo in giro: la porta da dove è uscita la bambina è chiusa, non sento rumori dall'altra parte della stanza.

"Ehi? Tutto bene piccola?" parlo a voce alta, ma lei non mi risponde.

Mi avvicino alla porta e mi sorprendo nel vedere quanto poco spessa sia: in confronto a quella di casa mia questa è fatta di carta.

Noto anche che le pareti non sono fatte di pietra, bensì di un materiale colorato di marroncino-giallo chiaro, leggermente ruvido e freddo.

Scusa Se Ho Scelto TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora