Gusto un po' di champagne dalla flûte presa da un vassoio d'argento.
I camerieri sembrano pinguini che scivolano da una parte all'altra della sala, pronti per far ubriacare le persone a furia di servire da bere.
Aspetto Hazel e provo una sensazione strana.
Forse è la speranza che arrivi, magari è la paura che nessuna ragazza bella come lei scenda le scale di marmo abbellite da rose bianche.
Come farò a riconoscerla? Mi parlerà?
Cerco di sedare il battito accelerato guardando una rosa bianca, la più vicino a me, ai piedi della scala: un'ape le ronza intorno, ammirando il fiore come io faccio con Hazel.
Ammira da lontano, per non rovinare la sua bella rosa.
È orribile essere così vicino ma non poter fare nulla per paura di rovinare sia te che lei. Cavolo, quanto fa male.
Immagino come Hazel si possa essere sentita mentre mi vedeva perdere il controllo e urlarle contro: mi faccio schifo ancora di più.
Come posso aver rovinato un fiore così bello solo con la parola?
Come posso aver colto la rosa senza pensarci troppo su? Perché non mi sono preoccupato di strapparla con le radici, per poi ripiantarla con cura e bagnarla ogni giorno?
L'ape se ne va e sento un sonoro "Tac-tac-tac-tac" alzo piano piano lo sguardo e mi ritrovo ad ammirare la cosa più bella che abbia mai visto.
Una ragazza. Ci metto un po' a realizzare chi è, ma sono sicuro al cento per cento che sia Hazel.
Studio piano piano ogni singolo pezzo di lei: la scarpa a punta con il tacco verde smeraldo, la stoffa dello stesso colore delle scarpe che le lascia scoperta una gamba, il corpetto che mostra le spalle e le braccia, i capelli, che leggermente mossi e castani fanno intravedere ciocche argento, occhi marroni, dolci ed emozionati.
Sorride a tutte le persone che scopre intente a fissarla e poi sposta lo sguardo sulla mia irriconoscibile figura: incontro i suoi occhi e non voglio smettere di guardarla, ma è più forte di me.
Nessuno ha mai sostenuto così il mio sguardo, o almeno, solo due persone: lei e Hazel.
Inizio a convincermi di averla trovata.
Cammina incerta sui tacchi e io non la guardo più, forse per paura.
Poi succede tutto così in fretta.
Mette un piede sullo spigolo del gradino e scivola giù, verso il marmo. La vedo a terra, e faccio pochi passi nella sua direzione, per poi piegarmi verso di lei.
"Stai bene?" chiedo con il cuore in gola.
Mi guarda e si limita a ridere.
"Che goffa! Scusa, non volevo caderti davanti" e ride di nuovo.
"Ti perdono"
"Davvero?"
"Sì, ma con un immenso sforzo, eh" mi alzo e le do la mano per tirarla su, lei abbandona il suo peso e si fa tirare in piedi da me. Si sbilancia un po' e cade di nuovo, ma questa volta tra le mie braccia.
"Ti tengo" dico mentre mi prende per un braccio e si mette dritta.
"Grazie molto" dice, mette una ciocca dietro all'orecchio e controlla in giro.
"Non credo che ti abbiano vista" la rassicuro.
"Dici?"
"Sì. Senti, perché non ci spostiamo da qui?" la tengo stretta stretta e ci spostiamo lentamente vicino al pianoforte, un luogo in cui non abbiamo molti occhi puntati addosso.
"Allora" chiedo per rompere il ghiaccio "come ti chiami?" spero che mi dica Hazel, invece fissa alle mie spalle e poi guarda per terra.
So che sta inventando un nome, me lo sento, e penso a mia volta a un nome che mi calzi alla perfezione: starò al suo gioco.
"Billiecart. Sono Billiecart" mi guarda e credo che aspetti che dica qualcosa. Mi giro e guardo quello che stava osservando poco prima: un tavolo sul quale sono sistemate bottiglie di Champagne Billiecart; non ha mai avuto tanta fantasia.
"Piacere Billiecart, io sono Elliot" le faccio il baciamano "Che nome dolce il tuo, come lo champagne che c'è qui questa sera" aggiungo e lei si mette a ridere, una risata molto nervosa.
"Allora Elliot, mi inviti a ballare o rimaniamo qui a guardare le rose bianche?" alza una mano, come per invitarmi in pista, la afferro e dondoliamo sulle note suonate dal pianista.
Non so ballare, questa cosa inizialmente mi preoccupa, ma quando sento come lei mi pesta delicatamente i piedi mi rassicuro: ci stiamo buttando entrambi in qualcosa di completamente estraneo.
"Di dove sei?" mi chiede.
"Abito non lontano da qui, tu?"
"Pure io"
"Hai un vestito bellissimo, i tuoi devono essere ricchi" azzardo, tanto so che Hazel non manderebbe mai a quel paese qualcuno che le fa questo genere di domande.
"Oh, grazie. I miei non sono ricchissimi, veramente sono... come dire... scappata da casa. Mi accoglie un amico." Guarda ancora alle mie spalle.
"E questo tuo amico è... solo un amico?" mi fissa e divento rosso. Speriamo che la maschera nasconda le espressioni...
"Io... mi dispiace per la domanda, non so cosa mi sia preso"
"Stai tranquillo, comunque è un semplice amico, niente di che." Sospiro, lei apre la bocca e la richiude, come se avesse dimenticato le parole da dire. Siamo così vicini che riesco a sentire perfettamente tutte le sue emozioni: insicurezza, emozione, paura e tristezza.
"Che c'è che non va?" chiedo.
"Sono venuta a questo ballo per far conoscere al mio amico una ragazza, perché quando me ne andrò, qualcuno d'altro si dovrà prendere cura di lui."
"Prendi tanto a cuore le situazioni sentimentali degli altri..."
"Sì, fin da piccola. So che alcune volte mi farò male, perché ho già sofferto, ma mi fa stare bene, che ci posso fare?" ha già sofferto, di certo si riferirà a me.
"Tu cosa fai nella vita?" cambia discorso e mi ritrovo a fissarla stranito come se avesse parlato arabo.
"Io... studio all'università. Però faccio anche volontariato" decido di annunciarle questo mio hobby per poterla invitare ad un evento domani.
"Che tipo di volontariato fai?"
"Croce rossa"
"Ah bello!" l'Hazel che conosco non sa che cos'è la croce rossa, come fa a dire che è una cosa bella?"
"Senti, perché non vieni ad un incontro domani? Potresti vedere che cos'è"
"Guarda che so che cos'è"
"Non intendevo questo, mi sono spiegato male" perché ho parlato?
"Comunque domani non ci sono."
"Perché?"
"Uno, non sono affari tuoi, due, domani me ne vado. Torno a casa."
Il mondo crolla sotto di noi che balliamo insicuri e fisso il pavimento, tenendola ancora salda con la mano destra nella sua e quella destra sul suo fianco.
James scopre che la sua rosa se ne sta per andare: sta per perderla, e devo dire che reagisce abbastanza male a questa cosa.
La nostra innocente Billiecart non si accorge del male che gli ha inflitto, ma lui è pienamente a conoscenza di quello che ha fatto a lei.
Foto: https://i.pinimg.com/564x/bc/8d/61/bc8d61750488b3fcbdba167e672ff074.jpg
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Scusa Se Ho Scelto Te
ChickLitLa vita può essere come quella descritta nei libri? Esistono persone che ti amano e che ti stanno vicino nonostante problemi e sofferenze? L'amore può vincere su tutto o è solo una frase fatta e senza senso? Hazel cerca le risposte a queste domande...