Le settimane passano veloci e inesorabili e James ha un sorriso stampato sul viso che non si riesce a cancellare (per fortuna!), passiamo molto tempo assieme e oggi mi ha invitata al parco: una bella passeggiata sotto al sole e tante risate fatte insieme.
Mi preparo e aspetto che esca dalla sua stanza mentre bevo un bicchiere di aranciata in cucina: il sole splende alto nel cielo e i raggi che entrano dalla vetrata battono sulla libreria del salotto.
"Ci sono!" esulta mentre scende le scale velocemente: i capelli sono ancora leggermente bagnati e ha un ciuffetto di dopobarba sulla mandibola. Mi metto a ridere.
"Che hai? Perché ridi?" si guarda allo specchio e alza le sopracciglia, mettendosi in posa come se fosse il ragazzo più bello del mondo. Si accorge che ha della schiuma in faccia e se la toglie velocemente, pulendo la mano nella maglietta.
"Hai smesso di ammirarti e possiamo andare o rimaniamo qui tutto il pomeriggio?" chiedo con ancora qualche risata che mi impedisce di rimanere seria.
Mettiamo le scarpe e percorriamo il marciapiede per pochi minuti per arrivare al parco.
Molti bambini corrono e si urlano a vicenda ridendo, uno mi investe e per poco non cado a terra: James riesce a prendermi per un braccio al volo per fortuna...
Ci sediamo su una panchina per ammirare tutto questo, illuminati dal sole e influenzati dall'allegria: qualche vecchietto (probabilmente che accompagna qui i nipotini) parla seduto sulle panchine intorno alla nostra e si sentono piacevoli risate. Mi viene malinconia, la malinconia di una famiglia che non ho mai avuto.
Qualcosa mi distrae dai miei pensieri: una musichetta che proviene da una trombetta suonata a qualche metro da noi. Un uomo vestito con una veste blu coperta di stelline si fa sorprendere dai bambini che gli saltano addosso attaccandosi alle spalle oppure al tessuto stropicciato.
"Guarda!" esulta James guardandolo. Noto che i suoi occhi scintillano e mi rendo conto della sua sensibilità: ma perché si emoziona davanti ad una scena simile? Mi prende per mano e ci avviciniamo pure noi, come due bambini curiosi.
"I miei mi portavano qui ogni domenica pomeriggio: stavamo insieme e io giocavo con i miei amici, poi andavamo a mangiare una pizza e stavamo tutto il tempo noi tre, senza nessuna barriera. Mio papà non urlava contro a mia mamma, dormivano insieme, erano innamorati." Osservo ancora una volta il mago che tira fuori dal suo cilindro cinque fazzoletti di colori diversi.
"E poi?"
"Poi mia mamma si è ammalata e mio papà non l'ha più voluta: troppa fatica tra me e lei."
"E hai smesso di credere all'amore?" non so perché gli abbia fatto questa domanda, ma ora che mi è uscita dalla bocca voglio una risposta.
"Tra di loro sì. Perché farsi promesse infinite se poi non si sanno mantenere? Perché mentire alle persone che ami?"
"Questo non lo so, ma sono sicura che i tuoi si siano amati almeno per qualche anno." Non mi guarda in viso ma continuo a parlare, "e per fortuna, perché sennò tu non saresti qui..." sposta lo sguardo sul mio e io distolgo lo sguardo, ma vedo con la coda dell'occhio che si sofferma a fissarmi.
"Signorina!" tutti i bambini si girano verso di me, il mago mi guarda. Sono forse diventata troppo rossa?
"Venga qui con il suo ragazzo, dobbiamo farvi una sorpresa!" il mio cosa? Guardo la mia mano, ancora stretta in quella di James. Lui mi fissa, ancora più rosso del rosso della mia felpa, se è possibile.
Nonostante l'imbarazzo, la mia mano resta nella sua.
I bambini ci fanno passare e finisco stretta tra due uomini che mi fanno sentire ancora più bassa: James e il mago.
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Scusa Se Ho Scelto Te
ChickLitLa vita può essere come quella descritta nei libri? Esistono persone che ti amano e che ti stanno vicino nonostante problemi e sofferenze? L'amore può vincere su tutto o è solo una frase fatta e senza senso? Hazel cerca le risposte a queste domande...