21. Lunga Storia - James

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"Hazel"

Ce l'ho fatta.

Ho sentito il suo nome.

È lei.

Hazel mi sta attaccata come se fossimo fratelli, e non so se sia un bene o un male.

Come la prenderà quando le dirò che non sono Elliot? Che ero e sono sempre stato James?

"Che bel nome" dico io, "molto più dolce di quello dello champagne" si mette a ridere.

Quanto vorrei ridere come ride lei, senza più pesi, senza più nessuna preoccupazione: essendo semplicemente James.

"Perché non mi volevi dire come ti chiamavi?"

"Una lunga storia"

"Mi piacciono le lunghe storie, sai?"

"Mi prenderesti per pazza."

"No, ti ascolterei, non ti giudicherei, su questo puoi starne certa."

"Va bene. Sai se qui c'è un negozio di libri per bambini?"

"Un negozio di libri per bambini?"

"Sì." Non so cosa voglia fare, ma le indico la strada: "sempre dritto, giri a destra e te la trovi davanti."

Mi prende per mano e si mette a correre in mezzo alla strada, come se stesse esultando per la sua libertà.

Arriviamo con il fiatone davanti al negozio, ci ricomponiamo ed entriamo.

La seguo con ancora la mano nella sua e mi porta nel reparto delle fiabe.

"Siediti qui, arrivo." Mi fa accomodare dentro ad una tenda tutta rosa, mi sento ridicolo, ma quando mi si siede tra le gambe, non mi importa più nulla: solo la sua voce e lei.

"La mia storia!" esulta facendomi vedere un libro. Lo stesso libro di Aviana.

"Sarebbe?"

"La mia storia, te l'ho già detto" ripete lei. La luce che ha negli occhi marroni come il miele mi fa sentire felice.

"Vedi? Sono uguale a questa, non sembra?" mi fa vedere il disegno della principessa Hazel e un brivido mi scende lungo la schiena. È lei, non l'avevo mai studiata così bene.

"Ricordi James? Ha una sorella davvero carina che è appassionata di principesse. Io non vengo da questo mondo."

"Cosa c'entra la sorella con il... tuo mondo?"

"Io sono una principessa. Io sono lei. Sono fuggita dal mio mondo perché volevo inseguire il mio sogno (James), lui mi vedeva già in sogno e cose così: sapeva già della mia esistenza." Mi torna tutto del suo racconto e lo conosco già, ma quando mi paragona al suo sogno gli occhi diventano lucidi (perché sono così fragile?).

"Mi ha aiutata e ospitata, poi l'ho fatto arrabbiare e me ne sono andata. Quello che mi ospita aveva dei vestiti che mi fanno cambiare aspetto, per "proteggermi"."

Finisce qui il suo racconto e rimaniamo in silenzio.

Gira le pagine con delicatezza, accarezzandole e legge attentamente le parole.

Conosco a memoria la storia.

C'era una volta un regno lontano chiamato Dawngrove. Non era un regno qualunque, bensì era governato da un re potente, che aveva cinque figli. Di quelli, la più piccola, Haz, era la più bella.

Sorrido una volta essere arrivato a questa frase.

Potrei rimanere così per tutta la vita: stretto a lei, sentendo il suo calore e il cuore che batte.

Sto talmente tanto bene che mi addormento.


Così come Haz ora può correre libera, James, o, per meglio dire, Elliot, si sente tanto in colpa.

Ha mentito ad una ragazza così estroversa, sempre con il sorriso, che riesce a farlo stare bene.

Lei lo perdonerà mai? Lui perdonerà mai sé stesso?


Foto: https://i.pinimg.com/564x/37/38/7a/37387aaa76986262c699d6bcafa7a8d2.jpg

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