Prologo

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Sono seduta sui scalini di casa con la
scusa di chiacchierare con la mia amica Morena, per osservare Devon lavorare sul motore dell'auto di mio fratello. Ci stanno lavorando da un bel po' e adesso cominciano entrambi a spazientirsi, e li sento imprecare contro la macchina per poi scoppiare a ridere divertiti, e Dio la sua risata è un afrodisiaco per le mie orecchie.

Stanno facendo delle stupide battute quando il telefono di mio fratello suona e si allontana per rispondere andando verso il garage, sicuramente è una delle stronzette snob che frequenta e siccome parla con loro in maniera colorita per farle eccitare, non vuole farsi sentire da noi e io glie ne sono grata. Torno a fissare il ragazzo che amo da quando ho memoria, e sospiro rapita dalla sua imponente fisicità.

"Ha un culo pazzesco, perché i bei ragazzi devono avere dei culi così? Dovrebbe essere proibito possedere tutta quella bellezza" la mia migliore amica mi dà una gomitata ridendo divertita.

"Smettila ti può sentire" mi avverte, ma io le assicuro che lui è troppo preso a fare il meccanico per badare a me, a noi.

"Cat, vieni un attimo qui" la sua voce così sensuale mi fa andare in brodo di giuggiole, e scatto subito in piedi.

Ho diciotto anni ma quando si tratta di interagire con lui il più delle volte non capisco più niente, mi alzo dai gradini e mi avvicino all'auto approfittandone per mettermi al suo fianco, inspiro il suo profumo che conosco a memoria e poi lo guardo negli occhi scuri e brillanti e il mio cuore come sempre fa la ola.

"Che cosa vuoi?" Chiedo curiosa di sapere.

"Questa sera vieni a mangiare la pizza con me? Noi due da soli?" Sgrano gli occhi incredula credo di non aver capito bene quello che mi ha detto, tanto che gli chiedo se è davvero sicuro di voler uscire assieme a me.

"Sicurissimo Cat, almeno che tu non abbia di meglio da fare" ribatte con un sorriso malizioso, che mi manda fuori di testa.

"Di meglio da fare? Assolutamente no, e poi nulla può essere meglio di te" rispondo di getto, arrossendo poi per l'imbarazzo di quello che gli ho appena confessato, mentre lui scoppia a ridere divertito.

"Non ridere di me Devon!" Lo ammonisco finendo poi però per ridere a mia volta.

"Sennò che fai?" Mi provoca fissandomi così intensamente che un fremito di piacere mi colpisce al basso ventre.

"Non esco assieme a te mi pare ovvio" gli dico ostentando una sicurezza che in realtà non possiedo, e per un breve istante la sua faccia appare sorpresa della mia risposta, e io mi auguro che non stia per cambiare idea perché morirei se lo facesse.

"Non ti tireresti mai in dietro" mi dice incrociando le braccia al petto, quel petto solido e muscoloso che bramo e sogno di toccare da anni.

"Ah no? E cosa ti dà questa certezza Torres sentiamo?" Rispondo tanto spavalda da non riconoscermi.

Lui si avvicina così tanto che posso sentire il suo respiro caldo su di me, profuma di cannella perché ama masticare le chewing-gum a quel gusto, e la cosa non mi dispiace affatto.

"Perché ti piaccio da sempre, e da sempre stai aspettando questo invito, e poi perché ho un culo pazzesco" ribatte facendomi l'occhiolino, e io avvampo per la vergogna e lo guardo a bocca aperta completamente spiazzata, non immaginavo che avesse sentito quello che ho detto a Morena poco fa.

"Devon riusciamo a sistemare la macchina per questa sera? Devo uscire con Fabiola" Miguel spezza questo magico momento facendomi riscuotere dal mio torpore, e così come un automa torno a sedermi vicino a Morena, che allibita quanto me per quello che è appena accaduto con Devon, mi fissa a sua volta completamente senza parole.

***

Quando questa mattina Miguel ha interrotto la mia conversazione con Devon non siamo più riusciti a parlarci, ma nel tardo pomeriggio mi è arrivato un messaggio sul telefono proprio da parte sua. Mi ha scritto se mi andava di vederci dopo il suo allenamento in palestra, davanti alla pizzeria Improta, e io ovviamente gli ho risposto subito che andava bene, gridando di gioia e facendo poi uno stupito balletto di felicità davanti allo specchio in camera mia.

Sono stata in agitazione per le restanti ore di separazione da lui, ma sono comunque riuscita a prepararmi con cura per un appuntamento che ho sognato da tutta la vita. Ora grazie alla mia tensione barra emozione di passare questa serata in sua compagnia, sono arrivata all'appuntamento con un quarto d'ora d'anticipo, e lui però è
in ritardo di oltre mezz'ora.

L'ho chiamato diverse volte ma ha sempre il telefono spento, sono delusa e amareggiata perché credevo che fosse sincero quando mi ha invitata a uscire con lui, e invece mi ha solamente illusa e probabilmente ora se la starà ridendo con i suoi amici, o peggio ancora assieme a quella troietta di Ana.

Stanca di aspettarlo decido di avviarmi verso la fermata dell'autobus e fare ritorno a casa, cammino lungo il marciapiede essendo martedì c'è davvero poca gente in giro, cammino distratta con i pensieri che mi affollano la mente, e poi d'un tratto mi sento afferrare alle spalle da qualcuno che mi tappa la bocca e mi trascina a forza in un vicolo. Mi divincolo con tutte le mie forze sento le sue mani sul mio corpo, mani brutali che mi stringono mi afferrano. Urlo, scalcio mi difendo come posso ma lui è sempre su di me, mi blocca il braccio destro così forte dietro la schiena che sento le ossa rompersi, mi schiaccia a terra mi dà un forte schiaffo per farmi smettere di urlare, sento il sangue fuoriuscire dalla mia bocca, mi ribello e lo graffio in volto con le unghie impreca tra i denti assestandomi un altro schiaffo che questa volta mi provoca del sangue dal naso. Apre i mie jeans mi divincolo come un anguilla per sottrarmi in qualche modo a lui, e alle sue orribili intenzioni ma il mio ribellarmi lo eccita ancora di più e ride divertito della mia paura. Il suo alito puzza di vodka e pollo fritto, continuo a strillare a piangere, mi stà addosso con il peso del suo corpo e mi fa respirare a fatica, mi assesta un paio di pugni al fianco e il respiro si blocca per il dolore tanto che vado in apnea per diversi secondi. Sussurra delle porcherie al mio orecchio per poi leccarlo, mi guarda con occhi cattivi e un ghigno in volto.

"Vedrai che ti piacerà" mi dice prima di insinuare la sua mano dentro i miei pantaloni, dentro gli slip a violare con ferocia la mia intimità, dove nessuno mai mi aveva toccato prima e così urlo ancora di più, fino a quando sento delle voci in lontananza che lo minacciano di lasciarmi andare, voci che si avvicinano sempre di più a noi e allora lui fortunatamente per me è costretto a lasciarmi, si scosta velocemente da sopra il mio corpo alzandosi e prima di scappare mi ruba la borsetta correndo via. E io dentro questo incubo non faccio che chiedermi Devon dove sia.

Nota autrice

Salve bella gente, eccoci qui con una nuova storia che come sempre spero vi possa piacere.

Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e ricordatevi di votare a fine capitolo cliccando sulla stellina, così saprò che apprezzate la mia storia.

Grazie per quanti di voi mi seguiranno baci Kensi Dix ❤️

Quiero Decirte    (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora