Capitolo 24

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Cataleya

È sabato sera sono appena uscita dal lavoro e mi avvio lungo il marciapiede verso la piazza dove ho parcheggiato la mia macchina quando mi incrocio con Javier, è appena uscito da un negozio di scarpe. Dopo quel giorno che era stato da me in libreria non ci siamo più visti ma in compenso abbiamo messaggiato molto spesso.

"Ciao bellezza" mi saluta con gli occhi che gli brillano.

"Ciao Javier come stai?"

"Bene grazie e tu?"

"Stanca ho appena finito di lavorare però fondamentalmente sto bene" annuisce guardandomi.

"Dato che è un pezzo che non ci vediamo che ne dici se ceniamo assieme oppure hai già da fare?"

"Non ho nulla da fare stavo giusto andando a casa" lo informo.

"Anch'io, allora ti va di venire a casa mia? Così mangiamo qualcosa insieme e facciamo due chiacchiere di persona finalmente." La sua proposta ha un che di speranzoso.

"D'accordo ci vengo volentieri" rispondo con entusiasmo.

Dato che devo andare a casa di Devon quando stacca dal lavoro, e che Morena usciva a cena con le sue colleghe, sarei stata a casa a cenare da sola, così invece cenerò in compagnia di qualcuno mi dico tra me.

"Io sono venuto in centro in autobus perché di sabato si fa fatica a trovare parcheggio" mi informa.

"Si lo so bene, allora vieni con me e andiamo con la mia macchina" lo invito a seguirmi, lui annuisce e ci incamminiamo fino al parcheggio dove ho lasciato la mia auto nel primo pomeriggio.

Saliamo in macchina e poi sotto le sue indicazioni stradali guido finché arriviamo a casa sua. Saliamo al primo piano di una palazzina nuova ed elegante ed entriamo nel suo appartamento, mi guardo attorno seguendolo in cucina e noto com'è arredata con gran gusto, tanto che mi complimento con lui che mi ringrazia e mi confida che è stata sua sorella a scegliere quasi tutto l'arredamento.

Mi accomodo a tavola mentre Javier apre una bottiglia di vino bianco e lo versa in due calici, lo beviamo con piacere è davvero molto buono. Lo vedo fissarmi intensamente e la cosa mi destabilizza un poco.

"Sei bellissima Cataleya" arrossisco per il suo complimento e lo ringrazio, distogliendo gli occhi da lui per togliermi dall'imbarazzo.

"Cosa ti va di mangiare?"

"Così su due piedi non saprei, fai tu" rispondo, e intanto che lui si appresta ad aprire il frigorifero per guardare cosa trova, io dò uno sguardo al telefono che ha appena suonato e leggo un messaggio da parte di Devon.

"Amore prima di tornare a casa mi fermo a comprare del gelato" mi avvisa, e io svelta rispondo che va bene e che sono a cena a casa di Javier. Devon visualizza il messaggio e mi risponde con un banale ok, e questo perché so bene che non gli piace la mia amicizia con lui, ma comunque seppur a denti stretti la rispetta.

"A chi scrivi?" Mi domanda il padrone di casa posando sul ripiano della cucina una confezione di carne e un ceppo di lattuga.

"Era Devon" lo informo mettendo il telefono nella borsa, e noto una smorfia seccata sul suo volto, non c'è proprio speranza che un giorno diventino amici.

"Bistecca e insalata può andare bene?" Mi chiede conferma e io annuisco bevendo un altro sorso di vino, e poi per non stare con le mani in mano mi propongo di aiutarlo, così mentre lui mette sul fuoco le bistecche e condisce l'insalata, io preparo il tavolo.

Ceniamo con gusto ho davvero fame e questa carne è davvero morbida e succulenta, chiacchieriamo delle mie favole per bambini, e gli racconto che anche l'ultimo libro che ho pubblicato alcuni giorni fa sta già riscuotendo un gran successo, e lui si complimenta con me.

Dopo cena ci spostiamo in salotto a bere il caffè, e appena entriamo nella stanza la mia attenzione viene subito catturata da un grande acquario posto su un mobile accanto al divano, pieno di pesci tropicali colorati e bellissimi.

"Wow Javier non sapevo del tuo amore per i pesci, sono stupendi."

"Grazie, è una passione che mi è nata dopo una vacanza sul Mar Rosso" mi spiega e io gli sorrido ricordando la passione comune per i viaggi.

Ci mettiamo seduti sul divano a bere il caffè parlando del suo viaggio in Egitto e poi del mio fatto anni fa in Scozia, e poi ritorniamo a parlare del mio lavoro di scrittrice.

"Adesso a cosa stai lavorando?"

"Un nuovo progetto" rispondo svelta restando sul vago, lui aggrotta la fronte incuriosito.

"Non mi dici nulla di più?" Chiede fissandomi intensamente, troppo intensamente e la cosa mi dà i brividi ma non in senso buono.

"Preferirei di no per ora."

"Deduco da questa risposta che non si tratti più di storie per l'infanzia non è vero?" mi chiede con voce maliziosa.

"No infatti" dico iniziando a sentirmi a disagio.

"Oh avanti Cataleya siamo amici puoi anche dirmelo, non farò la spia con nessuno" insiste lui, e allora decido di dirgli del mio nuovo racconto, dopotutto ha ragione lui non c'è nulla di male nel parlarne.

"Ho iniziato a scrivere una storia d'amore erotica" confesso in leggero imbarazzo, e il suo sguardo si illumina all'istante e mi fissa sbalordito.

"È una cosa molto interessante, e dimmi Cataleya scrivi delle tue esperienze personali?" Chiede con voce bassa e roca e capisco che si stà eccitando, e la cosa non mi piace per niente.

"Sarà meglio che vada, Devon tra poco sarà a casa e dobbiamo vederci" lo informo, e quando sto per alzarmi lui mi prende per il braccio e mi fa risedere di peso accanto a lui.

"Javier ma che ti prende?" Chiedo guardandolo allibita dal suo gesto inaspettato, la sua mano ancora sul mio braccio.

"Niente, scusami, ma vorrei che mi parlassi ancora della tua nuova storia, sono curioso di conoscere come scopi" dice con modo volgare e con sguardo da porco.

"Non scrivo di me" taglio corto.

"Vorrà dire che ti aiuterò io a trovare delle idee da scrivere" dice fiondandosi sulla mia bocca baciandomi, lo allontano subito da me dandogli uno schiaffo lui sgrana gli occhi per la sorpresa passandosi una mano sulla guancia colpita, non faccio in tempo a capacitarmi di quanto è appena accaduto tra di noi che si avventa su di me come un animale, stendendomi sul divano sotto di lui.

Mi divincolo cercando di togliermelo di dosso ma ha più forza di me e mi sovrasta senza alcun problema. Rivivo subito l'orrore di sette anni fa, ma so bene che questa volta nessuno mi salverà. Con una mano mi ha bloccato i polsi mentre con l'altra si intrufola sotto la mia gonna e lo sento strapparmi le mutandine. Piango e grido pregandolo di smetterla ma sembra che le mie suppliche non abbiano nessun effetto su di lui, viola il mio corpo con prepotenza e gesti duri facendomi molto molto male, grunisce contro il mio collo e io rabbrividisco dal disgusto che provo per lui, mi sento vuota, persa, sporca, i miei occhi vagano per la stanza mentre lui continua a violentarmi.

Non smetto di piangere, di supplicarlo di smettere ma è come parlare al nulla, punto gli occhi su quei meravigliosi pesci colorati che nuotano fluidi e leggeri ignari di quello che sto subendo, e dentro di me prego con tutta me stessa che questo incubo finisca presto.

Nota autrice

😭😭😭😭

Saranno mesi difficili...

Quiero Decirte    (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora