Capitolo 21 - Wolfgang

38 3 0
                                    

Hyunjin's pov:

Apro gli occhi.

Mi gira la testa. Sento dolore ovunque. Il pavimento sotto di me è freddo e duro.

È tutto storto e sfocato.

È Felix il ragazzo che mi sta fissando? Sento solo delle voci contorte.
Una specie di mormorio tra Felix e una ragazza dietro di lui.

Non sto capendo nulla.

Sembra tutto così irreale.

"F-felix"

La mia voce tremolante sussurra questo.

Tutto si fa improvvisamente buio. Non vedo niente. Felix mi sussurra delle parole deboli, ma non riesco a capire.

"Hyunjin."
Qualcuno chiama il mio nome.

Apro gli occhi riconoscendo la voce di Chan.

"Hai visto? Ti avevo detto di non volere che tu finissi in ospedale, e dove sei ora?"

La stanza si schiarisce piano piano, la luce si fa sempre più intensa. Sono nella stanza di un ospedale.

Sono tre persone intorno a me. Felix, vicino ad una ragazza, e Chan, al centro della stanza, che mi sorride con le sue fossette tenere.

"Bene Hyunjin. Ora dimmi cosa stavi facendo là."

Una domanda così improvvisa. Non ho ancora detto una parola e partono subito con queste domande.

Sollevo per un secondo la testa dal cuscino, per poi ricadere indietro sul cuscino e chiudere gli occhi.

Cerco di rimettere insieme i ricordi.
Sono tutti mischiati, incasinati tra di loro.

Se non sbaglio dovevo uscire con quell'oca di Jiyho.

Cosa è successo poi?

Ricordi sfocati mi ritornano in mente.

Erano in cinque. Cinque ragazzi. Tutti più grandi di me.

Uno di questi aveva detto di chiamarsi Jeonseok, e di essere il ragazzo di Jihyo.

Non ricordo molto del resto dell'accaduto.

Alzo di nuovo la testa dal cuscino.

"Se non sbaglio il ragazzo di Jihyo e i suoi amici se la sono presa con me."

Queste sono le mie parole stanche.

"Oh."

Sospira la ragazza al mio fianco.

"Scusa puoi dirmi chi sei?"

È da quando l'ho vista che me lo sto chiedendo.

Alta poco meno di Felix, i capelli bruni raccolti in due codine ai lati, lasciando sciolti i ciuffi sulla fronte. Gli occhiali tondi in una montatura dorata mettono in evidenza gli occhi alla giapponese. Il trucco leggero la rende ancora più carina. Indossa un vestitino rosa, con delle calze di un colore chiaro, e gli scaldacaviglia bianchi che ultimamente stanno andando di moda nella mia scuola.

"Oh, io sono Kiki. Ma fai come se non ci fossi."

Dice queste parole sventolando una mano davanti alla faccia, imbarazzata.

"Sei giapponese vero?"

Non risponde a questa mia ultima domanda, è troppo occupata a leggere una rivista di moda giapponese che teneva nella piccola borsetta blu di cinnamon roll.

Esco dall'ospedale con un impacco di giaccio sulla fronte e una benda sull'occhio destro.

"E così ti sei dato appuntamento con una ragazza fidanzata."

"Beh Felix io... Posso spiegare..."

È così imbarazzante. Non solo non mi piace e la odio, ma mi ha anche mentito, è fidanzata.

E come se non bastasse il suo ragazzo mi ha preso a pugni.
Come se fosse colpa mia.

E dire che è tutto cominciato da uno stupido quaderno rosa.

My (a)-normal classDove le storie prendono vita. Scoprilo ora