II

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Alla fine si era lasciata convincere e, dopo aver salutato Jacques e alcuni suoi colleghi, si era diretta al Jimmy'z con i suoi amici. Avevano bevuto e ballato fino allo sfinimento, Charles lo aveva incrociato una sola volta in compagnia della sua ragazza, che lo teneva ben stretto a se, avevano chiacchierato per qualche minuto e poi la ragazza lo aveva trascinato via verso un gruppo di persone. Per tutta la sera non aveva fatto altro che cercare il suo sguardo tra la gente, ma con scarsi risultati, in compenso però si era divertita con i suoi amici come non facevano da tempo ormai. Si erano risvegliati la mattina dopo tutti e quattro nel letto matrimoniale del nuovo appartamento di Arianna, storditi e leggermente doloranti dalle bagarre della sera prima. Arianna aveva preparato il caffè ed i pancakes per tutti, nel pomeriggio i tre sarebbero ripartiti ognuno per la sua strada: Fran a Londra, dove lavorava nella redazione di Vogue, Marco a Milano in azienda e Alessandra a Parigi, per ricominciare le sue ricerche all'università. Seduti intorno al tavolo della cucina sorseggiavano il loro caffè chiacchierando tranquillamente.
"Sarebbe stata molto fiera di te, Lola." Disse improvvisamente Alessandra, non ne parlavano molto ma tutti sentivano l'assenza profonda della quinta componente del gruppo. Tutti smisero di fare quel che stavano facendo, era un argomento che doveva avere la giusta attenzione.
"Lo spero tanto Ale, tutto ciò che faccio è anche per lei." Rispose Arianna con un filo di voce, lo sguardo basso per la mancanza. Avrebbe voluto riaverla lì, vederla seduta con loro mentre sorrideva rassegnata alle brutte battute di Fran e battibeccava con Marco per poi ridere di gusto e intimare a tutti di lavare le proprie tazze. I ragazzi si unirono in un abbraccio di gruppo che sapeva di sostegno, di comprensione e di vicinanza. Tutti avevano vissuto quel momento e sapevano perfettamente come si sentisse l'altro, avevano perso tutti la loro migliore amica ed erano consapevoli che fosse una ferita che non si sarebbe rimarginata a breve.
"Vi voglio bene, grazie per esserci stati." Arianna aveva gli occhi lucidi mentre salutava i suoi compagni all'aeroporto di Nizza, aveva voluto accompagnarli ad ogni costo e si erano ripromessi di vedersi il prima possibile. Risalì in macchina e, ancor prima di poter partire, sentì la suoneria del suo telefono accettò la chiamata connettendola subito alle casse dell'auto per poter iniziare a guidare.
"Sono ancora in tempo per farti i complimenti per ieri sera?" Una voce che riconobbe subito, con un forte accento inglese, parlò velocemente.
"Tu puoi fare quello che vuoi, lo sai." Scherzò la ragazza, facendo intendere che non ci era rimasta male per il suo ritardo. Lewis e Arianna si conobbero un annetto prima, ad un evento in galleria a Londra, dove la ragazza aveva iniziato a lavorare da poco, e subito si trovarono bene. Dal piano lavorativo, Lewis voleva ormai solamente Arianna per discutere di acquisti di opere, piano piano passarono ad un rapporto prettamente amichevole, l'inglese aveva accolto la ragazza sotto la sua ala nei primi tempi a Londra e le era stato vicino in quei momenti di incertezza e smarrimento.
"Raccontami tutto, voglio sapere ogni dettaglio." Dall'altro lato del telefono, il ragazzo, appena tornato da un allenamento, era comodamente spaparanzato sul divano con il suo Roscoe al fianco. Dopo mezz'ora Arianna era ancora seduta in macchina, parcheggiata sotto il portone del suo nuovo appartamento, parlando ancora con il suo amico.
"Tra qualche settimana ho il Gran Premio lì a Monaco, se non sei occupata con il lavoro ti va di essere mia ospite?" Chiese all'improvviso Lewis, non era la prima volta che la invitava ma sperava veramente che questa volta accettasse.
"Lo sai che ora sono molto occupata con la galleria, se riesco mi farebbe molto piacere." Rispose sincera, la nuova galleria era totalmente sulle sue spalle e se da un lato era onorata dalla fiducia che Jacques le aveva riservato dall'altro era terrorizzata dall'idea di poter commettere qualche errore, era la prima volta che gestiva da sola tutto.
"Pensaci Ari, puoi farmi sapere quando vuoi." Lewis la salutò con tono dolce. Arianna chiuse la chiamata e sospirò, era tutto così nuovo, eccitante e spaventoso. Decise di passare a comprare qualcosa con cui riempire il frigo, da quando era arrivata non aveva avuto il tempo di fare quasi nulla. Girò tranquillamente per i negozi comprando tutto il necessario per vivere in maniera più o meno decorosa, godendosi il clima mite di Monaco a maggio. Quei giorni passarono tranquilli, la sua routine era composta principalmente da ore di lavoro in galleria, chiamate e mail con artisti e clienti, ed occasionalmente era andata a correre godendosi i tramonti primaverili di quella nuova città che cominciava già a sapere di seconda casa.

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