XXI

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Nei mesi seguenti Arianna non era stata presente a nessun Gran Premio, si era concentrata sul lavoro portando la galleria ad essere una delle realtà artistiche più influenti di Monaco. Aveva lavorato bene, in sinergia con i suoi colleghi, per far sì che il suo progetto potesse spiccare il volo e così era stato, Jacques le aveva dato tutti i crediti complimentandosi più di una volta. Era stato proprio lui a decidere di darle l'opportunità di presenziare ad un'asta in America, a San Francisco. Era la prima volta che Arianna partecipava a quel tipo di eventi da sola, come direttrice di una galleria che portava un nome importante per tutto il mondo, e si sentiva spaesata. La sala era piena di uomini di una certa età che avevano tutta la spocchia che lei avesse mai visto in vita sua, una ragazza di 25 anni non apparteneva a quell'ambiente e gli sguardi che le lanciarono più volte non mancarono di farglielo ricordare. Per fortuna l'asta andò bene e, nonostante la lotta spietata per alcuni pezzi, era riuscita ad accaparrarsi tutto ciò che credeva servisse alla galleria. In quella settimana si teneva il Gran Premio d'America, in Texas, ed aveva deciso di sostenere i suoi amici di persona. Il venerdì mattina atterrò all'aeroporto di Austin e si diresse immediatamente in hotel per posare le sue valigie e raggiungere il prima possibile il circuito, era felice di poter finalmente rivedere i suoi amici che in quel periodo erano tornati poco a Monaco per via delle gare. Max, Daniel e Lando erano diventati fondamentali per lei, il loro rapporto si era fortificato sempre di più e non averli tra i piedi per più di due settimane era strano ed anche un po' triste. Entrata nel paddock si diresse a passo svelto verso il motorhome della McLaren dove trovò entrambi i piloti intenti a registrare un video, sorrise guardandoli scherzare tra di loro e prendersi in giro. Appena si accorsero della sua presenza, chiesero una pausa dalle riprese per correre a salutarla, anche loro avevano sentito fortemente la sua mancanza.
"Oh piccola italiana, che bello rivederti!" Esclamò Lando prendendola tra le braccia e facendole fare una giravolta. Arianna si strinse di più a lui e gli lasciò un bacio sulla guancia, scompigliandogli i capelli.
"Hey, lasciala un po' a me per favore!" Asserì serio Daniel per poi scoppiare a ridere per lo sguardo confuso del suo compagno. Arianna salutò anche l'australiano, che era su di giri per la presenza della ragazza. Parlottarono per qualche minuto fin quando i due non furono richiamati all'ordine e dovettero tornare alle riprese. L'italiana ne approfittò per andare a salutare Lewis in Mercedes dal quale ebbe più o meno lo stesso benvenuto, era felice di essere tornata nel paddock, le trasmetteva un'allegria ed una serenità incredibile.
"Arianna! Eccoti." Christian Horner la salutava dall'entrata del motorhome. Arianna lo aveva conosciuto durante il Gran Premio al quale aveva assistito dal garage di Max e il team principal si era mostrato gentile nei suoi confronti, aveva riconosciuto nella ragazza qualcosa di positivo per il suo pilota, lo aveva visto più tranquillo ma anche molto più grintoso e concentrato. Christian l'accompagnò fuori lo spogliatoio di Max dove, dopo averle sorriso, la lasciò sola.
"Si può?" Domandò la ragazza affacciandosi dalla porta, Max si stava cambiando e quella visione la fece arrossire.
"Anna! Certo che puoi, ti stavo per chiamare e chiederti dove fossi finita!" Max le andò incontro con lo sguardo felice.
"Allora? Come è andata a San Francisco? Voglio sapere tutto." Il suo rapporto con l'olandese era cambiato molto, avevano passato ogni minuto libero insieme ed avevano iniziato a confessarsi tutto, parlando senza riserve di ogni loro pensiero. Arianna gli raccontò, di nuovo, ogni particolare di quel viaggio e il sostegno che sentì da parte del ragazzo le scaldò il cuore, credeva realmente nel suo lavoro. Quando bussarono alla porta per ricordare a Max la seconda sessione di prove libere la ragazza lo accompagnò nel garage per poi recuperare un paio di cuffie e mettersi seduta per assistere.

Fran
Segui il tuo cuore, anche se fa paura, anche se fa male. Il tempo gli darà ragione.

Arianna sorrise a quella frase, Elvira era solita ripeterla come una mantra, era quel tipo di persona che viveva di emozioni dando ascolto solo alle sue sensazioni. Aveva aggiornato costantemente i suoi amici che si erano più di una volta espressi a favore di Charles, avevano visto con i loro occhi l'attrazione magnetica che c'era tra i due ed erano stati felici di vederlo piombare a Napoli solo per assicurarsi che la loro amica stesse bene. La ragazza era però ancora molto confusa, con Max stava bene, gli stava vicino e la faceva sentire felice, anche se da quel weekend qualcosa si era rotto e lo si poteva notare facilmente, niente più baci ne tocchi furtivi tra di loro. Ma era determinata ad andare in fondo e recuperare quella scintilla che sapeva esserci, perché era una scintilla sicura, calda ma non irruenta, non aveva paura che diventasse un incendio indomabile, sensazione che aveva costantemente se pensava al monegasco. Le prove libere furono dominate dalle rosse che, contro ogni aspettativa, sembravano essere inarrivabili su quella pista. Arianna era felice per Charles, sapeva che era una bella soddisfazione che si meritava del tutto, ma la possibile reazione di Max ad una perdita la teneva sulle spine, lo conosceva e sapeva che non era uno che prendeva bene le sconfitte, ancor di più se a vincere era quello che considerava il suo rivale non solo in pista e con il quale si era scazzottato solo qualche tempo prima. Tornato dal briefing post prove libere Max era nervoso, Jos gli stava addosso per quella battuta d'arresto e lui non aveva alcuna forza di starlo a sentire. Chiuse la porta del suo spogliatoio con un calcio, nemmeno lo sguardo di Arianna che lo guardava con gli occhi grandi lo calmarono.
"Le libere non sono la gara, non significano niente." Sussurrò la ragazza accarezzandogli piano una guancia, Max sospirò rumorosamente, quel tentativo di rassicurarlo apparì ai suoi occhi come compassione e gli diede ancora più fastidio. Si scostò dal suo tocco e le diede le spalle tirando il ciuffo di capelli ribelli che gli scivolava sul viso. Jos entrò come una furia dalla porta, ovviamente senza bussare, pronto a colpevolizzare ancor di più il figlio. L'italiana era a conoscenza del rapporto complicato che quei due intrattenevano, il ragazzo gliene aveva parlato molto, la gratitudine che provava nei confronti del padre per tutto quello che aveva fatto per lui ma anche la rabbia che sentiva per tutto quello che aveva patito durante gli anni. Li guardava scambiarsi sguardi di fuoco da un angolino della stanza, stava zitta per non subire l'ira di uno dei due.
"Hai sbagliato tutto oggi, sei un perdente." Parlò seriamente il più grande, era deluso da suo figlio, avevano sacrificato entrambi tanto e lui stava gettando tutto all'aria. Max non rispose, continuando a guardarlo con il respiro che gli si faceva sempre più veloce e pesante.
"E tu non dovresti nemmeno essere qui." Si rivolse alla ragazza che era rimasta in disparte.
"Lasciala fuori, lei non c'entra nulla." Il tono di Max era sempre più rabbioso, se poteva sopportare il disprezzo del padre nei suoi confronti non poteva lasciare che parlasse in quel modo ad Arianna.
"No che non la lascio stare, è colpa sua e lo sai anche tu." Arianna si sentì in colpa, forse non avrebbe dovuto raggiungerlo, forse era veramente il motivo per il quale Max non si stava concentrando.
"Jos, basta. Non più una parola, esci da qui." Christian Horner apparì come un miraggio, non aveva grande simpatia per il padre del suo pupillo ma raramente interveniva in quelle situazioni. Jos guardò tutti e tre con disdegno per poi avviarsi verso la porta ed uscire borbottando parole che solo Max capì.
"Ti faccio accompagnare in hotel Arianna, Max ti raggiungerà tra un po'." Riferì il team principal, conosceva Max e sapeva quali sarebbero potute essere le sue reazioni e non credeva che fosse una buona idea che anche la ragazza le scoprisse.
"Non ti preoccupare Christian." Rispose Arianna, leggermente intimorita da tutta quella tensione. "Ti aspetto in camera Maxie." Gli lasciò un bacio sulla guancia per poi sparire al di fuori di quello stanzino. 

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