XXII

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Il weekend fu più nervoso di quanto Arianna si fosse mai potuta aspettare, Max era stato taciturno e distante per i restanti giorni e se lei aveva fatto finta di niente davanti a lui, senza lamentarsi e spendendo solo parole di vicinanza al ragazzo, con Daniel, Lando e Lewis si era sfogata molto cercando rassicurazioni da loro. La gara di domenica fu un crescendo di ansia per la ragazza, Max non aveva iniziato bene la gara e dopo aver dovuto scontare una penalità, aveva ingaggiato una corsa folle per raggiungere Charles che dominava sulla pista. Negli ultimi cinque giri successe di tutto, Max era subito dopo il numero 16 con meno di un secondo di distanza, i suoi team radio erano agitati così come la sua guida. Sembrava quasi ci fosse riuscito, il sorpasso era vicinissimo, il DRS attivo e Charles a portata di mano fin quando, per un'azione fin troppo spropositata, l'olandese andò a muro finendo la sua gara con un DNF e la monoposto praticamente distrutta. Il silenzio calò nel garage, Christian con la testa fra le mani e Jos che lanciò le cuffie sul tavolo per poi allontanarsi a passo svelto. Arianna osservava tutto in silenzio, chiedendosi cosa avrebbe dovuto affrontare una volta che il pilota fosse tornato. Le scene che gli si pararono davanti agli occhi la impaurirono, l'olandese era fuori di se, non ascoltava nessuno ed urlava insulti a destra e a manca e nemmeno Christian riuscì a calmarlo, supplicandola con lo sguardo di provarci lei. La ragazza prese un sospiro per riempire i polmoni di aria, come a farsi coraggio, quello era il suo ruolo, stare accanto al pilota nonostante tutto, e soprattutto nei momenti di tristezza e delusione. Prese Max per l'avanbraccio allontanandolo da un meccanico, che non se la stava passando bene, e portandolo nella sua stanza.
"Che cazzo vuoi anche tu?" Max le urlò appena chiuse la porta, Arianna aveva paura di quella versione di Max, non lo aveva mai visto così e sperava di non doverlo mai più vedere in quelle condizioni.
"Aiutarti. Non risolvi niente urlando." Restò calma, tenendo le mani unite per non far notare quanto stessero tremando in realtà.
"Oh certo, eccola la perfettina del cazzo. Ma che ne sai tu? Anzi perché invece di rompere i coglioni a me non vai a complimentarti con il tuo amore? Così magari vi fate anche una bella scopata in mio onore no?" Il ragazzo urlò ancora di più, sentiva la gola in fiamme, si avvicinò ad Arianna e le prese il braccio con forza senza nemmeno rendersene conto.
"Mi stai facendo male." Sussurrò lei con un filo di voce, il corpo che le tremava leggermente alla vista di quello che non riconosceva come Max, le guance rosse, la vena sul collo gonfia e gli occhi ricoperti da un velo scuro. Il ragazzo non ascoltò le sue parole e la strinse ancora di più, come a non volerla mai vedere sparire, andar via da lui. Il pensiero che lei potesse veramente correre da Charles lo faceva impazzire più di quanto avesse mai voluto ammettere, e nella sua contorta visione di premi e punizioni, che gli era stata impartita severamente dal padre per anni, quello era quel che si meritava per una gara schifosa. Arianna provò a scostarsi da quella presa con pochi risultati, Max la lasciò andare con impeto facendola sbattere sul muro, erano in silenzio lui che la fissava con rabbia e lei con lo sguardo basso e terrorizzato.
"Non voglio andare da lui, voglio rimanere con te." Confessò l'italiana, non guardandolo mai negli occhi. L'unica risposta che ricevette fu una risatina sarcastica dal ragazzo, recuperò un po' di fermezza ed alzò il capo. "Sono qui con te..." Non riuscì a terminare perché Max aprì bocca.
"Lo hai già fatto!" Il tono di voce leggermente più basso ma roco, iniettato di un veleno che non pensava avrebbe mai usato nei confronti della ragazza. Si riavvicinò a lei prendendola per le spalle, la stringeva forte e sapeva che avrebbe potuto lasciarle dei segni ma la rabbia in quel momento era troppa per farlo ragionare, in quel momento era tutto quello che aveva sempre odiato di suo padre.
"Max ti prego..."Lo supplicò lei, le stava facendo male ed aveva paura, paura che la situazione potesse degenerare ancora di più. Lui la lasciò andare per poi voltarsi e iniziare a rompere tutto quello che gli capitava sott'occhio, lanciandoli contro il muro o per terra. Arianna rimase immobile, le guance piene di lacrime ed una mano posizionata sulla parte del braccio che lui stringeva in precedenza, piano piano si accasciò contro il muro cercando di respirare in modo normale.
"Smettila di piangere cazzo!" Urlò ancora l'olandese, avvicinandosi di nuovo a lei e colpendola sulla guancia, Arianna cercò di stringersi ancora di più su se stessa per parare altri colpi quando la PR del pilota bussò alla porta richiamandolo per le interviste per le quali era già parecchio in ritardo. Max uscì senza nemmeno degnarla di uno sguardo, lasciandola rannicchiata nell'angolo della stanza a piangere, con le poche forze che le rimanevano prese il telefono digitando il numero di Lando. Il ragazzo corse verso il garage della RedBull preoccupato per quelle poche parole confuse che l'amica gli aveva detto al telefono. Scostò vari meccanici che cercarono di fermarlo dall'entrare, si diresse velocemente verso l'interno cominciando ad aprire tutte le porte fin quando non trovò quella giusta.
"Riri, cosa è successo?" Si affrettò verso la ragazza, inginocchiandosi davanti a lei e trasportandola più vicino a lui. Rimasero in quella posizione per qualche minuto fino a quando Horner non arrivò, arrabbiato per la presenza di un pilota di un altro team nei suoi garage. Si zittì immediatamente quando vide Arianna in quelle condizioni, notò subito il rossore del suo braccio, sulla guancia e la paura che aveva negli occhi, capì che non era il momento di prendersela con Lando ma di cercare di aiutare quella ragazza che era capitata in qualcosa di molto più grande di lei.
"La devi portare in hotel, senza farvi vedere." Asserì serio, i fotografi ed i giornalisti erano ovunque a fine gara e non era l'idea ottimale far circolare foto di una situazione non ancora ben chiara nemmeno per loro. Lando aiutò Arianna ad alzarsi, le infilò un giubbotto della RedBull e le alzò il cappuccio, facendo poi lo stesso per se come gli aveva riferito Horner. Sentiva il sangue ribbollirgli nelle vene, Max aveva decisamente esagerato e quella ragazza non si meritava tutto quel dolore ne da parte dell'olandese ne da nessun altro, l'aveva presa sotto la sua ala di protezione non avrebbe lasciato che le succedesse più qualcosa. Dal primo momento che l'aveva vista aveva ritrovato nei suoi occhi qualcosa di se stesso, tutta la situazione con Max e Charles gli aveva riportato a galla sentimenti che pensava di aver lasciato nel passato ed il suo scopo oramai era diventato non farle perdere mai quel luccichio negli occhi, come invece era successo a lui. La scortò fuori dal paddock e la riportò in hotel, indeciso su dove andare si voltò a guardarla trovando i suoi occhi già su di lui.
"Da te, ti prego." Arianna aveva la voce bassa, non aveva smesso un secondo di tremare e si sentiva stanca fisicamente oltre che mentalmente. Lando annuì a quella preghiera e la portò in camera sua, facendola sedere su di una poltrona e recuperandole alcuni vestiti che potessero farla stare più comoda.
"Puoi farti una doccia, questi sono miei ma dovrebbero andarti." Le sussurrò piano, le sembrava così fragile da potersi rompere da un momento all'altro. Arianna annuì e si diresse verso il bagno, mentre sotto la doccia la ragazza cercava di scacciare via quelle brutte sensazioni che aveva provato poco prima, seduto sul letto Lando scriveva un messaggio a Daniel e Lewis per fargli sapere dell'accaduto. L'inglese avrebbe tanto voluto chiamare Max per urlargli contro, per insultarlo e fargli sapere quanto fosse un uomo di merda ma si trattenne, non era il suo compito quello e sapeva che ci avrebbe pensato Daniel al suo posto. Quando Arianna uscì dal bagno con indosso una maxi felpa della MacLaren Lando non poté fare a meno di sorridere, sembrava così piccola ma sapeva bene quanta forza avesse la donna davanti ai suoi occhi, se ne era reso conto quando gli aveva parlato della morte della sua amica, quando gli aveva raccontato i suoi sogni realizzati con la galleria e quando la vedeva ogni giorno trovare il coraggio per sistemare le cose nella sua vita. Arianna si catapultò tra le braccia del ragazzo e si strinse forte a lui.
"Mi dispiace Lando.." Pianse sulla sua spalla, aggrappandosi al ragazzo come lui fosse un faro e lei una nave durante la tempesta.
"Parlami Riri, cosa è successo?" Chiese l'inglese, era confuso su tutta quella situazione, pensava che i due stessero recuperando il loro rapporto e il aveva visti affiatati e non riusciva a capacitarsi di tutto quello.
"Lui era arrabbiato, io volevo solo aiutarlo ma faceva male e poi.." Le parole le uscivano dalla bocca disordinate, era incapace di dare un ordine alle sue idee.
"In che senso faceva male? Riri, ti ha toccata?" Lando si era fermato solo a quelle parole, l'idea di Max che metteva le mani addosso alla ragazza lo fece imbestialire. Si alzò di scatto camminando avanti ed indietro per la stanza. "Arianna, Max ti ha picchiata?" Il tono di voce era più alto e la ragazza si fece ancora più piccola, rivedeva quella scena davanti i suoi occhi.
"Hey, Ri. Sono io, Lando, a me puoi dire tutto." Capì di averla spaventata ed abbassò i toni, inginocchiandosi di fronte a lei e prendendole le mani. Arianna lo guardò negli occhi ed annuì appena, un movimento impercettibile del capo che significava però tanto. Il pilota l'abbracciò forte, la tenne tra le sue braccia, stesi sul letto, per tutto il tempo fin quando lei non si addormentò. Appena il respiro della ragazza si fece più pesante e regolare la lasciò andare, alzandosi dal letto per recuperare il suo telefono. 

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