XXIII

82 4 0
                                    

Lando e Lewis erano seduti sulle poltrone della camera del primo, osservando il silenzio l'amica dormire, erano preoccupati e non poco. Entrambi pensavano che Max fosse decisamente meglio di così, l'avevano vista felice con lui e decisa a rimettere le cose apposto dopo la parentesi Charles e si sarebbero aspettati tutto, probabilmente anche una folle litigata delle loro, ma decisamente non quello che era avvenuto. Daniel era invece con Max, cercava di farlo parlare con un bicchiere di Whiskey davanti, seduti al bar dell'hotel.
"Ho fatto l'ennesima cazzata." Sospirò l'olandese, aveva esagerato e ne era cosciente. "La capirei se non mi volesse mai più vedere, anzi dovrei starle lontano io. Porto solo guai a chi cerca di aiutarmi, distruggo tutto ciò che amo." La consapevolezza di essere rotto, di non poter dimenticare tutti i traumi che lo avevano portato ad essere così lo colpì in piena faccia. Aveva fatto tanto, durante gli anni, per non diventare come suo padre ma alla fine lo era, un uomo spregevole che urlava, insultava e picchiava, che non sapeva amare ne farsi amare. La nota più amara era che a pagarne le conseguenze non fosse solo lui ma anche Arianna, che di tutto quello non si meritava niente, lei che dai suoi traumi aveva solo imparato ad essere migliore, a dare ancora più alle persone.
"Non è vero Max, non sei un mostro e lei lo sa." Daniel voleva veramente farlo sentire meglio ma, in cuor suo, sapeva che non sarebbe stato così facile aggiustare le cose. Lando gli aveva raccontato cosa fosse successo e come fosse ridotta la ragazza, ma sperava che lei non si arrendesse, che avesse visto le tante cose belle di cui era fatto Max e che avrebbe lottato per quelle, per il bene che Max era capace di dare.
"Oh si che lo sono, le ho messo le mani addosso e per cosa? Per una gara andata male? Andata male per colpa mia, hanno ragione a dire che sono un pazzo." Sospirò profondamente e si prese la testa tra le mani, non vedeva un'uscita a quella situazione, il suo destino era rimanere solo e lo avrebbe dovuto accettare.
"Hai sbagliato, non avresti dovuto ma è tutto quello che ti hanno insegnato." Daniel confessò, non voleva in nessun modo giustificare il suo amico, le sue azioni erano state deplorevoli ma non ci si aspetta da un leone che non morda nessuno se è sempre stato tenuto in cattività. "Devi imparare a gestirti Max, a razionalizzare, non farti prendere dai fantasmi del tuo passato." Disse dandogli una pacca sulla spalla, si augurava veramente che l'amico ci sarebbe riuscito prima o poi. Poco lontano dai due ragazzi, un trio di amici inconsapevoli di tutta la situazione li guardava incuriositi. Charles, Pierre e Carlos si erano seduti al bar per brindare alla vittoria del primo con un po' di privacy ed erano incappati nella scena dell'olandese distrutto e di un Daniel intento a rincuorarlo.
"Chissà che ha combinato questa volta." Domandò implicitamente Carlos, con un pizzico di sarcasmo. Charles non toglieva gli occhi dal numero uno, provava rabbia nei suoi confronti, aveva tutto ciò che lui avrebbe mai voluto e riusciva sempre a buttarlo via con noncuranza.
"Probabilmente un'altra cazzata con la bella italiana." Commentò Pierre ridacchiando, ricevendo un'occhiataccia dallo spagnolo per il poco tatto della sua frase. Entrambi avevano dovuto subire i lunghi monologhi del più giovane sulla ragazza, su quanto la volesse e su quanto odiasse Max per averla.
"E' un coglione, nemmeno si rende conto di cosa ha." Concluse secco Charles, non voleva di certo passare la sua serata ad analizzare i motivi per cui la relazione tra la ragazza che gli piaceva e il suo rivale andasse a rotoli. Durante tutta la serata però l'unico pensiero che gli ritornava alla mente era cosa fosse successo tra i due, se veramente fosse successo qualcosa. Così improvvisamente si alzò e dopo qualche scusa ben poco credibile data agli amici confusi si diresse agli ascensori.
"Dov'è?" Non salutò nemmeno il ragazzo dall'altro lato del telefono, voleva solo vederla e sapere che stesse bene.
"No, non ti dirò niente, non sono fatti tuoi." Lando si aspettava quella chiamata, sapeva che qualcuno avrebbe intuito prima o poi qualcosa e che Charles sarebbe stato il primo a provare a trovare Arianna.
"Si che lo sono, se si tratta di lei sono fatti miei." Il monegasco chiarì severo, non avrebbe accettato un no come risposta.
"Non è il momento, stanne fuori. Fallo per il suo bene." Lo supplicò l'inglese, non sapeva bene come gestire quella situazione e tenere Arianna lontano da qualsiasi possibile fonte di turbamento gli sembrava la soluzione migliore. Charles però non si diede per vinto e si affrettò verso la camera dell'inglese, sperava fossero lì dentro con tutto se stesso.
"Ti avevo detto di stare fuori." Lando provò a farlo ragionare ma il ragazzo non gli diede nemmeno il tempo perché lo sorpassò velocemente.
"Charles, no..." Anche Lewis provò a tenerlo lontano ma ormai era troppo tardi.
"Ari..." La visione della ragazza distrutta gli fece male al cuore.
"Charles, ti prego, non è il momento." Lando provò a tirarlo via da una spalla, ma il pilota rimaneva ben piantato a terra.
"Charlie, come mai sei qui?" Provò a sembrare il più neutrale possibile l'italiana, non sapeva cosa provasse e vederlo la confondeva sempre.
"Ho visto Max." Confessò il ragazzo che notò come il solo nome dell'olandese facesse rabbrividire la ragazza. "Volevo sapere se tu stessi bene." Si avvicinò cauto al letto dove lei era ancora seduta con le gambe incrociate.
"Sto benissimo, non devi preoccuparti." Mentì la riccia, non avrebbe detto niente al monegasco, non voleva altre scenate e sapeva che lui ne avrebbe fatte.
"Sei sicura? Io posso..." Provò a convincerla a parlare, aveva intuito che non stesse bene e che non aveva voglia di intraprendere quel discorso, men che meno con lui.
"Non puoi fare niente, vai a festeggiare la tua vittoria. Io sto bene, sta tranquillo." Voleva chiudere quell'interrogatorio il prima possibile, guardò Lewis per fargli capire di mandarlo via.
"Come vedi è tutto sotto controllo, ora è meglio che vai." Lewis prese la situazione in mano, accompagnando Charles alla porta.
"Vedrai che te ne parlerà, ma non è questo il momento." Lo rassicurò il più grande notando il suo sguardo afflitto. 

Tutto quello che è stato già  scrittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora