(2) Fretta

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La suoneria del telefono interrompe il riposo di Toji. Nessuno sa se il suono della sveglia gli dia davvero fastidio o magari, appena la sente, si compiace del fatto che è iniziato un altro giorno in cui potrà torturare i suoi strutturati. Sta di fatto che ogni mattina si alza subito, senza crogiolarsi nel letto. Pare non soffrire di giramenti di testa o sonnolenza post-risveglio. Beato lui che sembra così figo anche di mattina, con i capelli spettinati, un odore tremendo e una leggera erezione nei pantaloni.
Eppure è un uomo d'affari anche ora, è quasi come se fosse proprio nato così: responsabile, serio, adulto e tremendamente affascinante. Quanta perfezione, troppa in un solo uomo. Forse ne ha tolta un po' a qualcuno, no?

Mi sa di sì perché tu sei proprio l'opposto. Stamattina, come tutte le altre volte, i tuoi capelli sono un disastro, hai sbavato il cuscino per l'ennesima volta e puzzi.
Così guardi l'orario e noti che non hai tempo. Corri in cucina a fare colazione, facendo attenzione a non colpire un qualsiasi spigolo, evitandi così di svegliare il vicinato alle sei di mattina con le tue urla di dolore. Vai davanti al frigo, afferri la maniglia mentre ti strofini gli occhi e-"Ah!". Hai appena aperto il freezer invece che il frigorifero, sbattendo lo sportello sul ginocchio. Saltelli sulla gamba ancora intatta, tenendo la bocca chiusa con il palmo della mano destra. Imprechi tra te e te silenziosamente mentre prendi un pacco di pisellini surgelati e li poggi sul ginocchio dolente. Guardi ancora una volta l'orologio perché non hai tempo neanche per provare dolore. Così, mentre il latte si riscalda, ti fai una doccia veloce e quando sei ancora in accappatoio fai colazione. Quando finisci ti lavi i denti ed intanto ti vesti. Alla fine pettini i capelli in una coda ordinata e guardi il meteo. "Oggi piove, speriamo che non diluvi sennò mi chiudo direttamente in ospedale" sussurri mentre prendi l'ombrello e la borsa per poi uscire di casa. Il pullman passa proprio in quel momento e per fortuna riesci a prenderlo in tempo. Appena ti siedi sul seggiolino del mezzo sospiri e scrivi un messaggio alla tua coinquilina: "Maki oggi pasta e piselli. Li ho lasciati sul mobile a scongelare".
Sorridi ripensando a quando dovesse essere stata comica la scena: tu che corri per tutta casa con lo spazzolino in bocca e solo una gamba infilata nei pantaloni perché hai attaccato con lo scotch il pacco di pisellini surgelati sull'altro ginocchio.
Intanto guardi il paesaggio cittadino scorrere dal finestrino, osservando come tutto sia già in moto, anche sotto la pioggia incessante. Ti stavi perdendo nei tuoi pensieri, ma la notifica di un messaggio ti riscuote: "Buongiorno TN, come va? Scusami se non ti ho scritto, sono stata impegnata fino a stamattina presto😭".

Sorridi e rispondi alla tua amica.

"Fa nulla Yuki, capita anche a me. Oggi non farò nulla a lavoro se non assistere, non vedo l'ora che finisca questo dannato mese"

"Lo so, è noioso. Però dai, lavori in un ospedale importante. E poi ti stanno pagando per non fare nulla, non mi sembra il caso di lamentarsi"

"Hai ragione😂"

Intanto la tua fermata è arrivata, così scendi ed apri velocemente l'ombrellino pieghevole. Finalmente entri nella struttura ospedaliera, traendoti in salvo dalla pioggia incessante. Saluti la receptionist con un sorriso ed un piccolo inchino per poi andare a cambiarti negli spogliatoi.

Devi raggiungere la lavagna dove sono segnati tutti gli interventi, è lì che Ieiri ti ha dato appuntamento ieri. Però ti arriva una notifica, così sblocchi il cellulare per vedere chi sia. Continui a camminare senza urtare nessuno, miracolosamente.
Alla fine non era nulla di importante, così riponi il telefono nella tasca destra della divisa.
"Buongiorno TC, dormito bene?" chiede la strutturata davanti a te.
"Sì grazie, anche se stamattina il risveglio non è stato dei migliori" le rispondi massaggiando il finocchio ancora dolente.
Ieiri ci lancia una veloce occhiata, ma poi volta lo sguardo e continuare ad osservare la lavagna. "Oggi è un giorno speciale, il capo opera dopo tanto tempo. Andremo ad assistere". Annuisci mentre entrate in sala. "Di che intervento si tratta?" le chiedi con curiosità. "Facciamo un gioco, ti dico i sintomi e tu fai la diagnosi. Prendila come una valutazione".
"Va bene" le rispondi subito, entusiasmata dall'opportunità di poterti metterti in mostra.
"Allora, il paziente soffre di cardiopalmo aritmico, astenia, debolezza, mancanza di respiro, scarsa tolleranza allo sforzo fisico e dolore cardiaco. In più, viene operato in questa sala".
Ti guardi intorno, poi sposti gli occhi sulla tua Sempai e sorridi: "È un'aritmia cardiaca ovviamente". La vedi annuire e sorridere lievemente: "Riusciresti a dirmi quale?". Ti prendi giusto qualche momento per pensare di nuovo ai sintomi. Intanto la porta che dà accesso alla sala si apre e richiude subito dopo, segno che qualcuno è entrato. Così saluti velocemente chiunque sia questo spettatore mentre osservi il pannello di controllo davanti a te. Alché la tua mente si illumina, quasi come il flash di una macchina fotografica.

"Potrebbe essere una Cardiomiopatia Ipertrofica, ma a coincidere sono solo il dolore cardiaco e la stanchezza. Che poi è rarissima come aritmia e non verrebbe operata qui. A questo punto penso possa essere una fibrillazione atriale".
Ricordi ancora le notti che hai passato a studiare questi argomenti. Sorridi lievemente e speri che tutti quegli sforzi continuino a dare i loro frutti.
"Esatto, brava" ti elogia Ieiri. Alché tu ci rifletti un po' su e la guardi.
"

Scusi, ma questo non è un intervento per un chirurgo toracico. Ci saranno solo l'anestetista, il radiologo e un infermiere in sala. Che poi il paziente neanche viene aperto".
La osservi voltarsi verso di te e guardarti con uno sguardo confuso.
"Quindi? Non è questo l'intervento del capo, di solito opera di pomeriggio, in casi speciali prende impegni anche prima di mezzogiorno. Cosa avevi capito?". Arrossisci dall'imbarazzo e chiedi scusa per non averci pensato. Ti volti verso il vetro mentre pensi alla procedura, ma una mano si poggia sul tuo capo, spostandolo di nuovo verso Ieiri e distraendoti dai tuoi pensieri.
"Ieiri, portamela in sala operatoria dopo dato che è così ansiosa di vedere il suo nuovo capo operare".
Invece di ritrovarti a guardare il viso della tua Sempai, hai gli occhi puntati sul volto di Toji.
Subito comprendi che è la sua mano quella che dalla tua testa è lentamente scivolata alla base del tuo collo. Non ha una presa forte, ma senti comunque le sue dita gelide a contatto con la sua pelle nuda. Poi, come uno tsunami arriva il profumo della sua Acqua di Colonia, così forte ed aromatica che non sei convinta potrebbe piacere a qualcun altro.
"Ha iniziato da un giorno capo, non la posso già mandare in sala ad assistere" protesta Ieiri, liberandoti dai tuoi pensieri.
"E perché no? Il capo sono io e se le voglio insegnare qualcosa lo faccio. Ringrazia che non l'abbia mandata dal primario di ortopedia tutta sola soletta".
Non comprendi questa frase, ma dall'espressione di Ieiri capisci che dev'essere una persona molto particolare oppure davvero spaventosa.
"Riguardo a te" continua Toji, togliendo la mano dalla tua nuca "ricordati che non si fanno due cose insieme. Se cammiti e ti arriva un messaggio ti fermi e lo leggi. Non voglio che i miei eccellenti chirurghi si facciano male a causa di una novellina che non guarda dove va. Intesi?". Le parole dell'uomo sono risuonate più derisorie e umilianti di quanto avrebbero dovuto essere.
Sai che stare zitta è la scelta migliore, così reprimi il desiderio di rispondergli per le rime. 'Per il quieto vivere' continui a ripeterti 'Perchè questo è il pezzo grosso di un ospedale di alto livello'.
Il capo sembra compiacersi del tuo silenzio che quasi quasi e sorride. I vostri occhi si incontrano ed osservi qualcosa di incomprensibile e spaventoso in essi. Così distogli lo sguardo sapendo quanto piccola tu sia diventata ai suoi occhi.
Cerchi di ignorare la sua presenza, ma Ieiri complica le cose chiedendogli "Capo, assiste con noi all'intervento?" nel tentativo di smorzare quel silenzio imbarazzante che si è andato a creare. Il tuo respiro si fa più lento e, senza accorgertene, aspetti in silenzio una risposta. Vorresti solo prenderti a ceffoni per questo e te ne accorgi troppo tardi. 'È il tuo capo, C-A-P-O, CAPO, non si fanno certe fantasie. Non importa se è bello, non hai tempo per queste cose. Non puoi permetterti distrazioni, non guardarlo' dici a te stessa nel tentativo vano di porre resistenza al suo fascino.
"Sì, mi piace particolarmente come procedura".
Un pensiero stupido si fa strada nella tua testa: 'Quanto può essere buffo curare qualcuno con una cosa del genere. Una scarica elettrica che fa bene, quando mai!'. Sorridi e abbassi lo sguardo sulle tue scarpe, sai che se Toji ti vedesse penserebbe che stai sorridendo per quello che ha detto. Magari non gliene importerebbe, ma sarebbe comunque una caduta in basso da parte tua.

Il paziente si è appena addormentato e la procedura ha inizio. Osservi tutto e quando arriva il momento della scarica osservi il corpo sobbalzare sul lettino, proprio come avevi immaginato. Ma mentre ciò accade qualcuno ti sussurra "Bu!" nell'orecchio sinistro, facendoti sobbalzare.
Hai quasi saltato e nel farlo hai pestato il piede a qualcuno alla tua destra.
Guardi dalla parte di chi ti ha spaventata e osservi gli occhi divertiti di Ieiri.
Alché fai un breve ragionamento: se Ieiri è a sinistra, a destra chi c'è?
'Cazzo' pensi mentre volti lo sguardo verso il capo e sussurri uno "Scusi" con tono mortificato. Vorresti sotterrarti quando Toji ti lancia un'occhiataccia capace di spostare gli organi da sinistra a destra.
Capisci tutto, così abbassi il volto e lo punti sul suolo. Ieiri intanto ride e si diverte, ma la tua agonia oggi è appena iniziata.

Conteggio parole: 1696

Come andrà l'intervento di Toji?
Lo leggerete nel prossimo capitolo.
Chissà, magari questa giornata potrebbe migliorare.
Alla prossima.

🌛 La vostra Maddy 🌜

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