(19) Sequenza di riavvio

165 9 2
                                    

"Andiamo dentro, sta cominciando a piovere". Non riceve risposta, ma non ripete la frase. Sa che lo hai sentito, come avresti anche solo potuto ignorarlo? Siete da soli, immersi in quell'aria pesante e umida, mentre delle piccolissime goccioline cadono silenziose. Ti sembrano aghi bianchi che cadono dal cielo, non senti neanche il loro peso quando si appoggiano su di te.
"Almeno vai in tisaneria, lì potresti-" lo hai sentito, lo stai ascoltando ma le sue parole ti pesano come macigni perché vorresti restare solo in silenzio come avete fatto fino ad ora; allora lo interrompi: "Così potrei starmene con le mani in mano aspettando un qualsiasi tipo di notizia? Sai, non è che voglia prendermi un raffreddore stando sotto la pioggia ma proprio non ho la forza di affrontare anche l'ennesimo avvenimento negativo". "Non sai neanche di cosa sto parlando" aggiungi alla fine con un sorriso amaro, nel mentre ti alzi e lo sorpassi senza neanche guardarlo. Non sai perché, ma proprio non hai voglia di vedere la sua faccia: non avresti tempo di elaborarla, non ti puoi permettere di pensare a cose stupide come il perché abbia fatto un'espressione simile. Eppure, se lo avessi degnato di uno sguardo sapresti che il suo viso è perfettamente immobile, gelido ed impassibile come una lastra di ghiaccio. È vero, non sa cos'è successo, ma per stare in questo modo ha capito che è qualcosa che ti ha scossa nel profondo; neanche con i suoi mille dispetti ti ha ridotta così, quindi non ti biasima. Per il momento si limita ad accontentarti, anche se potrebbe farti piacere avere un po' di supporto, una spalla su cui piangere se vogliamo rendere tutto più romantico. Ma come ti ha detto, lui non è quel tipo di uomo ma non perché lo faccia apposta, ma perché non fa parte del suo comportamento. Toji è così, lascia che una persona si sfoghi con lui, ovviamente solo se la situazione è molto grave, e poi cancella tutto quello che gli viene detto perché sa che sono parole dettate da emozioni troppo forti da controllare.
Tu non aspetti neanche che faccia qualcosa per te, vuoi andartene da qualche parte e sbattere la testa contro il muro fino a non sentire neanche più il dolore. Forse un gesto ripetitivo di distrarrebbe, ti permetterebbe semplicemente di non pensare, forse potresti anche non sbattere la testa così forte, forse aggiungere dolore non servirebbe a niente.

È buio, ma non quel tipo di oscurità dove in penombra si distingue qualcosa, ma quel genere di nero opaco e sfocato che piano piano si dirada per fare posto ad una stanza illuminata da luci accecanti, così forti da farle sbattere le palpebre diverse volte prima di abituarsici.
Dopo il buio quindi viene la luce e dopo questa la consapevolezza del posto in cui ci si trova, per ultimo arriva il dolore.
È sordo ma presente, quasi come se venisse più da dentro che da fuori, come un fastidio tremendamente doloroso e costante.
La sequenza di riavvio si ripete ancora: buio, luce, consapevolezza, dolore e voci, voci ovunque, voci che urlano parole incomprensibili, suoni ovattati come se fossero distanti kilometri. Eppure in qualche modo sono forti, perché aggiungono un ulteriore fastidio che non riesce più a sopportare. Così le viene voglia di alzarsi, aprire la porta ed sbraitare fiumi di parole.
Ma la gola è secca, il corpo intorpidito e anche solo respirare sembra un grande traguardo. Allora non le rimane che il pensiero a tenerla viva, anche se non riuscirebbe neanche a costruire una frase di senso compiuto. Se anche ci provasse si sentirebbe come se stesse delirando, in preda alla follia assoluta.
Le palpebre sono di nuovo pesantissime, tenere gli occhi aperti sembra uno sforzo immane. Però il pensiero di tornare in quel buio senza ombre fa paura, più paura del dolore o del delirio. Poi, una mano prende la sua, la stringe con delicatezza tanto che quasi non la sente. Una voce rotta le sussurra qualcosa, un peso in più si appoggia sul materasso. È in uno stato di stordimento così forte che si accorge di tutto questo ma sembra quasi il contrario. Così ci prova, tenta di dire qualcosa ma la gola fa male, i polmoni urlano, le corde vocali sembrano strapparsi e la bocca è impastata e secca.
"Sh, vuoi farti più male di quanto già non te ne abbia fatto il fuoco? Sei davvero una stupida Maki, continua a riposare e stai zitta; quando starai in forma mi insulteria come vuoi, ma ora limitati a pensare quello che vuoi dire, se proprio devi".
Sei tu, ti riconoscerebbe anche in questo stato, anche se stessi urlando come tutte le altre voci. Le fa così piacere che tu sia qui, ma non può dirlo, neanche sorridere per farti capire la sua felicità seppur limitata.
'A cosa mi serve un involucro come questo se poi è così debole da non permettermi di usarlo' si chiede Maki in preda al suo ennesimo delirio.
Sta per inveire contro sé stessa, non le rimane altro se non insultarsi mentalmente, ma la tua voce rotta la interrompe ancora: "Maki, Maki che cosa hai combinato? Dicono che sono morti tutti, non ne è rimasto nessuno, neanche tua sorella. Cos'è successo Maki? Che i Kami ti accompagnino nel tuo graduale recupero, che i Kami si occupino della tua anima, che ti prendano in custodia dopo queste mie preghiere. Oh Maki".
Un singhiozzo, due e le parole smettono di fare rumore. Ne rimane solo il rimbombo, di due in particolare: 'Tutti morti, tutti...morti. Tutti'.
Maki tenta, prova a dare un significato a quelle parole e al sollievo che ne deriva, ma nessun ricordo affiora, nessun indizio che la riconduca a ciò che è successo in precedenza.
Non ha memoria o sicurezza di quello che sarà, le rimane solo la tua mano.
Gradualmente riaccompagni Maki nell'oscurità, cullandola con i tuoi silenziosi singhiozzi e la tua stretta. Il buio non sembra più poi così spaventoso.

Conteggio parole: 1080

Buongiorno, dopo una settimana di standby ho aggiornato. Mi serviva tempo per impormi di scrivere, anche solo per buttare giù qualche idea. Il mio cervello si è svegliato solo ieri sera, è quindi ho scritto la bozza, il capitolo e l'ho revisionato, il tutto alle 2 di notte. Ma almeno è pronto dai, l'importante è questo. Che poi il 13 ricomincerò ad andare a scuola e allora sì che vedremo la mia voglia di scrivere😬.
Alla prossima.

🌛 La vostra Maddy 🌜

La mia disgrazia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora