(10) Guardare in faccia alla realtà

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"Prego, non fare complimenti" ti ha detto e tu sei entrata in macchina. Il viaggio è proseguito tranquillamente, nonostante l'alta velocità con cui Toji procedeva in città. Ha tenuto una sola mano sul volante mentre l'altra tamburellava le dita sul cambio. Non hai potuto fare altro che tenere gli occhi incollati sulle mani di Toji e osservarne ogni vena, nervo o tendine.
Ti sei rilassata sul sediolino limitandoti a dare indicazioni veloci. Hai accumulato impazienza e quando il momento è arrivato ti sei sentita quasi soffocare. Appena Toji ha spento il motore tu sei schizzata fuori dalla vettura ad aprire la porta per vedere se Maki fosse dentro. Avreste dovuto conoscere gli orari di lavoro l'una dell'altra, sarebbe stato molto più comodo per queste occasioni.
"Che c'è bestiolina, controlli che non ci siano reggiseni e mutandine sparsi per casa?". I capelli sulla nuca ti si sono rizzati all'istante e contemporaneamente un miliardo di brividi ti hanno investita.
Non gli hai risposto, sei entrata togliendoti le scarpe. Appena hai posato le chiavi sul mobiletto a destra due braccia sono entrate nel tuo campo visivo, posandosi sul ripiano ed imprigionandoti tra di loro. Hai osservato gli vambracci ancora coperti dalla camicia, come tutto il torso di Toji del resto.
"Non ho molta pazienza e non mi sembra che tu voglia capire cosa significhi farmi attendere troppo.
Saltiamo il tour della casa e passiamo alla parte in cui ti faccio toccare le stelle, che dici?".
Ti sei voltata e, posando le mani dietro la sua nuca, lo hai attirato in un bacio.
Hai preso a sbottonargli la camicia e lui, con un solo gesto, ti ha sfilato la gonna. Si è staccato di poco e solo per un attimo per godersi la vista delle tue gambe completamente nude e delle tue mutandine.
Hai ringraziato te stessa per aver fatto la ceretta ed indossato un tanga proprio stasera.
Ma non hai avuto il tempo di pensare altro che quello stronzo già voleva di più. Così lo hai accontentato, sfilando nel mentre sia la sua che la tua camicia.
Lo hai condotto in camera e spinto dentro, chiudendo poi a chiave, giusto una precauzione anti Maki.
La sua risata ha risvegliato in te un istinto ancestrale che ti ha detto solo di scappare. È così ovvio, sei sempre stata tu la preda, la bestiolina che ha allevato da tempo e che ora è finalmente alla sua mercé. Eppure questa gabbia non ti è pesata, neanche ieri sera, neanche mentre sei finita sotto di lui.
Siete nudi, con i corpi schiacciati l'uno sull'altro.
È stato così rude e famelico nello spogliarti del tutto da farti quasi paura.
Ti ha baciato il collo ed è poi sceso sul tuo addome, infilandosi poi tra le tue gambe.
Questo non ha fatto altro che eccitarti e renderti bisognosa delle sue attenzioni.
Lui se n'era accorto e ha riso alla vista delle tue mutandine fradice. Le onde di quel suono basso e guturale si sono infrante contro la tua zona sensibile, peggiorando ulteriormente la tua situazione.
"Deve essere frustrante volere tanto qualcosa ed ottenerla solo ora, vero bestiolina? Tranquilla, stasera proverò ad andarci piano, ma non prometto nulla".
Ha strappato la stoffa, riducendo a brandelli il minuscolo indumento. Le sue grosse mani ti hanno arpionato il bacino, permettendogli di averti sempre il più vicino possibile. Non hai via
di fuga, anche se non sei sicura di volerne una.
Oh Kami, il solo ricordo di quella lingua e dei baci che ti aveva dato nella tua zona sensibile rischiano di mandarti in estasi ancora ora.
Dopo qualche istante di delicatezza si è immerso tra le sue pieghe, divorandoti come se non avesse voluto altro.
Sei diventata presto un pasticcio di gemiti e le tue mani non hanno potuto fare altro che stringere i suoi avambracci. Le gambe rischiavano di chiudersi, ma hai provato a tenerle aperte per lui, che ti stava facendo sentire così bene senza chiedere nulla in cambio, per ora.
"Tesoro, vieni per me, fammi capire che sei pronta o non mi prenderai mai lì dentro. Dio, sei così stretta che sembri una verginella".
Quelle parole squallide hanno fatto il loro effetto, riportandoti per un attimo sulla terra. Avresti fatto di tutto per lui in quel momento, così sei venuta sul suo viso, accontentandolo.
Lo hai osservato leccare via i residui di te dal suo viso con l'aiuto delle mani, una scena davvero paradisiaca. Poi si è poi erto su di te, raddrizzando la schiena, prima curva per permettergli di stare tra le tue gambe. In quel momento sembrava volerti studiare, capire come avresti potuto soddisfarlo meglio.
Poi, infine, ha detto "Ti concedo un giro, massimo due, poi devi fare anche tu la tua parte. D'accordo...". Si è chinato su di te quel tanto che gli bastava per raggiungere il tuo orecchio con le labbra, con l'unico scopo di sussurrarti "...bestiolina impaziente?".
Hai annuito, senza capire che sarebbe stato quel gesto a portarti dritta dritta all'inferno.
È entrato, curandosi del fatto che non ti facesse poi così male.
Volevi non darlo a vedere, evitare di sembrare patetica, ma le sue dimensioni notevoli minacciavano di squartati in due. Diamine se questo lo ha inorgoglito; avrebbe voluto prendere il cellulare e scattare qualche foto al tuo visino arrossato, completamente distrutto dal dolore e dalla goduria precedenti.
Poi tutto ha avuto inizio, le spinte, il piacere e quelle piccole attenzioni che, dopo un po', ti hanno fatta toccare le stelle per la seconda volta, provocando la risata dell'uomo.
"Di già? Dai ragazzina, so che puoi fare di meglio".
Ti ha toccata ovunque, le sue mani erano così grandi da riuscire ad arrivare dappertutto con un singolo gesto. Le sue labbra si sono abbassate sul tuo collo, lasciando qualche marchio che, stamattina, testimonia la sua presenza dentro e su di te.
Le spinte non hanno mai accennato a fermarsi, tranne quando anche l'uomo non ha raggiunto il suo apice. Si è riversato sul tuo addome e tra i tuoi seni, rendendoti un'opera che avrebbe potuto ammirare per ore. Lo hai guardato negli occhi, ansimando nel tentativo di riprendere fiato. Ed intanto lui ti ammirava, tentando ogni secondo di scollare lo sguardo dal tuo corpo.
Poi, quando hai ripreso fiato, ti ha girata a pancia in giù. Il solo pensiero che le sue mani ti stessero modellando a loro piacimento ti ha provocando un calore tra le gambe.
"Rendiamo le cose un po' più divertenti, vediamo se riesco a realizzare le mie fantasie perverse".
Intanto ha sfilato la cintura dai pantaloni e te l'aveva avvolta intorno ai polsi, con l'unico scopo di farti sentire ancora più impotente sotto di lui.
Ha bramato per un po' il momento in cui ti saresti resa conto una volta e per tutte chi era tra i due ad avere il potere, il controllo.
Una volta averti immobilizzato i polsi sopra la tua testa, si è infilato in te senza troppe cerimonie, non che te le aspettassi.
Le spinte sono riprese e il piacere è tornato. Le tue mani si sono strette in pugni nel tentativo di sfogare tutta quella goduria, ma è così tanta da rendere il tuo sforzo vano.
Ti sta scopando con così tanta forza e così poca delicatezza che, dopo un po' ti sei ritrovata a stringere il bordo del letto. Toji, con una mano sta tentando di tenerti ferma davanti a lui mentre le sue spinte si sono fatte più intense.
I tuoi gemiti, così disperati da sembrare un lamento, non gli sono indifferenti ma lo stavano spingendo a fare di peggio.
Peccato che tu sei venuta ancora una volta troppo presto per i suoi gusti. Nonostante ciò non ha dato cenno di arresto ed, anzi, ha continuato con più vigore.
Hai ingraziato mentalmente chiunque lo ha fatto così, o reso così.
Nonostante le tue pareti interne ti bruciassero potevi ancora dire di star godendo. Ti stava distruggendo, sotto ogni punto di vista. Non si sarebbe dato pace finché non si fosse sentito pienamente soddisfatto.
È venuto ancora, stavolta sulla tua schiena. Il calore di quel liquido ti ha risvegliata dall'inferno in cui Toji ti ha portata un attimo prima.
Le sue mani ti hanno girata ancora una volta permettendoti di vedere il suo volto sorridente.
"È ora di fare la tua parte" ti ha detto mentre si sistemava contro la testata del letto.
Hai afferrato al volo cosa voleva in quel momento, sbrigandoti ad accovacciati su di lui.
Ti ha slegato le mani, per permetterti di fare un buon lavoro.
La vista della sua lunghezza ti ha spaventata e non poco, immobilizzandoti per qualche secondo. Avresti voluto tirarti indietro ma ormai il danno è stato fatto.
Una mano di Toji si era posata sul tuo capo, invitandoti a darti una mossa.
Hai ingoiato a vuoto e schiuso le labbra, per avvolgerle intorno alla sua punta. Non potevi credere che una misura del genere ti fosse entrata tra le gambe solo un attimo prima.
Un suono gutturale e basso è uscito dalla goda di Toji, segno che fosse di suo gradimento. Ti sei presa qualche minuto, leccando il suo membro per intero, cercando di capire come avresti mai potuto prenderlo in bocca.
Eppure Toji non è mai stato famoso per la sua pazienza e aveva capito le tue intenzioni. Ha deciso così di darti una mano spingendo, quasi per intero, tutta la lunghezza tra le tue dolci labbra.
Le lacrime stavano iniziando a salirti agli occhi e un conato di vomito stava rischiando di rovinare il momento. Hai lottato per continuare a stare ferma, cercando di abituarti.
Intanto un pensiero si stava facendo strada nella testa di Toji: 'Nessuna lo ha mai preso per intero, ci sa fare questa ragazzina. Forse potrei davvero divertirmici'.
Un'immagine di te che gli facevi questo servizio, accucciata sotto la sua scrivania, mentre l'uomo parlava con un collega gli è apparsa davanti gli occhi, provocando un ghigno.
Intanto tu stai cercando di dargli sollievo, muovendo la testa ad un buon ritmo, a parer tuo. Peccato che Toji non sia ancora pienamente soddisfatto.
I minuti si sono accumulati inesorabili mentre tu stai lottando per esaudire ogni desiderio dell'uomo.
Hai creduto di poter soffocare quando, finalmente, Toji è venuto tra le tue labbra.
"Ingoia, avanti, dimmi com'è" ti ha chiesto, deridendo lo stato pietoso in cui ti trovavi ora.
Hai obbedito ai suoi ordini, scoprendo un gusto diverso dal solito.
"Ti piace bestiolina?" hai annuisti in risposta, mostrando la tua bocca aperta per dimostrargli che non avevi sprecato neanche una goccia del suo sperma.
Dio, avrebbe continuato a fotterti ancora, fin quando non fossi stata distrutta.
'Un'ultima volta' si è detto 'poi me ne andrò e se ne riparla domattina' cercando di distaccarsi da te il più possibile. Gli stava piacendo troppo e questo non è un buon segno.
'È solo per umiliarla e per divertirmi un po', è una scappatella, una che mi faccio, una delle tante dell'ospedale'.
Sì, questo doveva essere e questo sarebbe stato.
Ti ha presa, stendendoti sul letto ancora una volta, facendo sì che fossi di schiena a lui.
E poi ha ricominciato, ad un ritmo frenetico, a scoparti in modo rude.
Ti sembrava non ne avesse mai abbastanza e hai pregato che prima o poi si fermasse: non saresti riuscita a sopportarlo oltre, ti avrebbe uccisa.
"T-ti prego, basta" lo hai supplicato con il filo di voce che ti è rimasto. Lo hai sentito ridere alle tue spalle e hai avvertito le sue mani aggrapparsi al tuo bacino e muoverlo con foga verso il suo.
I tuoi gemiti sono diventati più forti, musica pura per le sue orecchie.
Avete continuato ancora, imprigionati in questo limbo, fin quando lui non ha raggiunto l'apice.
Un gemito di sollievo è uscito dalla bocca di entrambi mentre Toji si è riversato ancora una volta sulla sua schiena. Ti sei accasciata mordiba sul materasso, distrutta dalla foga dell'uomo.
Hai sentito le molle del materasso scricchiolare e poi vari fruscii susseguirsi: è sceso dal letto e si sta rivestendo per andarsene. Non ti saresti aspettata altro, sei quasi sollevata che se ne stesse andando. Non lo hai degnato neanche di uno sguardo o di una parola e lo stesso ha fatto lui con te. Eppure non ci hai fatto tanto caso, eri così stanca da addormentarti proprio come ti trovavi in quel momento.

Conteggio parole: 2080

Ed eccoci qui con un altro capitolo lungo, vi sto davvero viziando.
Non vi ci abituate troppo.
Alla prossima.

🌛 La vostra Maddy 🌜

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