(4) Salvato lui, contenti tutti?

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"Portate qui il rialzo, subito! Che qualcuno si metta vicino al paziente con la maschera anbu!".
Tutta la sala si muove ad un ritmo frenetico, guidata dai tuoi ordini.
Quel rumore incessante, quell'allarme continuo che ti ricorda ogni secondo che il paziente è in pericolo, diamine se ti dà fastidio.
Ma stringi i denti e, quando finalmente ti portano il rialzo, sali su quella scaletta e fai un cenno all'infermiera per dirle che sei pronta. Inizi a fare il massaggio cardiaco, cercando di cantare quella canzone dallo stesso ritmo.
Arrivata a trenta compressioni alzi le mani e l'infermiera si occupa che il paziente faccia due ventilazioni.
Osservi il monitor e capisci subito che questa sarà una dura lotta.
Riprendi il massaggio senza più sapere se stai sussurrando una canzone o facendo una preghiera.
Vuoi solo che questo stronzo rimanga in vita, non chiedi poi così tanto.
Stacchi ancora una volta le mani dal torace del paziente e speri che questa sia la volta buona. Ma forse qualcuno lassù ti odia, perché neanche adesso sei riuscita a portare l'uomo fuori pericolo.
"Andiamo! Andiamo! Lo sappiamo entrambi che non possiamo lasciarci le penne proprio oggi, né io né tu. Dai cazzo, dai!".
Altre trenta compressioni e poi due ventilazioni. Chiudi gli occhi, fai una preghiera veloce: speri con tutta te stessa che questa sia la volta buona, non potresti sopportare di sembrare un'incapace davanti a tutto l'ospedale, non ora.
D'improvviso l'allarme smette di suonare e non puoi fare altro che urlare di gioia mente osservi il monitor.
Tutta la sala, sollevata dal pericolo scampato, viene coinvolta dalla tua gioia ed inizia ad applaudire.
'Ah che sollievo, è andato tutto bene' dici tra te e te, beandoti di quel rumore piacevole che lo staff fa. Ma d'improvviso tutto cessa, e l'intera equipe volge lo sguardo verso la porta. Ti giri ed osservi il tuo capo: ha il fiatone, gli occhi ridotti a due fessure che sembrano volerti risucchiare. Dopo poco sembra ricomporsi, ma noi intanto facciamo un passo indietro.

Toji era uscito da poco dalla sua sala operatoria. Stava camminando spensierato verso il suo ufficio dove, quasi sicuramente, un'infermiera già lo stava aspettando. Ci sarebbe proprio voluta una distrazione dopo tutto quel trambusto.
Ma, improvvisamente, tutto l'ospedale stava iniziando ad animarsi. Vociferavano di un arresto cardiaco in sala 10, la sua sala!
Come un fulmine aveva imboccato un corridoio dopo l'altro: non può lasciare che una come te gli rovini la reputazione, non ora, non è ancora il momento.
L'uomo era entrato nel lavatoio e si stava affrettando a compiere quella piccola procedura di pulizia. I rumori oltre la porta gli dicevano che la situazione non si era ancora risolta.
Ma quando aveva finalmente terminato di lavarsi le mani ed era entrato in sala il battito si era ristabilito e tutti applaudivano quella stronzetta.

Ed eccoci qui, nella situazione attuale. Il Capo è davanti a te che sembra volerti trapassare con lo sguardo. Non credi che esistano parole per descrivere quanto sia arrabbiato in questo momento.
"Cosa diamine è successo?" chiede come se avessi provocato l'arresto cardiaco. Allora prendi il coraggio a due mani e dici "Ho finito di chiudere il paziente ma improvvisamente è andato in arresto. Ho proceduto facendo un massaggio cardiaco e, come vede, la situazione si è risolta".
Sai di avergli salvato il culo, ma non potrai mai capire quanto questo gli bruci o in quanti modi ti stia maledicendo.
Mentre tu hai faticato per rispondere al tuo capo con quattro parole, l'ira di Toji sta raggiungendo livelli mai visti.
All'uomo non sta bene che tu gli rivolga la parola in questo modo, nessuno si deve azzardare a farlo. Non sei al suo livello, non dovresti essere capace di parlargli così. Perché non sei semplicemente rimasta in silenzio?
Sarebbe stato tutto molto più semplice, ma il tuo orgoglio è stato più forte della tua umiltà e della volontà di voler rimanere a lavorare in questo ospedale.

In questo momento leggi tanta rabbia ed orgoglio nei suoi occhi. Così ti chiedi 'Se avessi fatto morire il paziente sarebbe stato più contento?'. Ma facesti un giuramento, come tutti i tuoi colleghi: fare solo quello che è meglio per il paziente. Anche se avessi voluto fare una cosa del genere non sarebbe stato possibile, non per una persona come te con dei principi. Eppure sembra che qui nessuno abbia un sano stile di vita oppure una filosofia, probabilmente non hanno neanche un Dio a cui rivolgersi.

"Credo che sia il momento di uscire a andare tutti a riposare un po', è stato un intervento pesante" esordisce Geto. Volti lo sguardo verso di lui ed annuisci.
Scendi dal rialzo e sorpassi il capo mantenendo gli occhi bassi: non sei sicura che riusciresti a guardarlo e sostenere il suo sguardo di fuoco che, in questo preciso istante, sta bruciando la tua pelle come un tizzone ardente.

"Che giornata di merda, devo staccare un po' la testa o qua ammazzo qualcuno".
Queste parole rimbombano nell'ufficio di Toji mentre l'uomo cerca di rilassarsi.
Poi un'idea lo fulmina d'improvviso. Preme un pulsante del telefono sulla scrivania e dice alla sua segretaria "Fai salire nel mio ufficio Nanako, dobbiamo scambiarci quattro parole".
Quel suo sorriso sadico, capace di mandare in bestia chiunque e fare eccitare anche i sassi al contempo, compare ancora. E diamine se è bello quell'uomo, gli si può dire qualcosa solo sul carattere di merda che si ritrova.
Alle volte non sembra neanche il capo responsabile di un ospedale di fama. Per esempio, come lo si può prendere sul serio ora? Mentre sta facendo 'quattro chiacchiere' con la sua infermiera preferita. Avrà minimo 15 anni in più, come può fare una cosa del genere?
Però è stato un intervento pesante, però lui è il capo, però lui è bello, però anche lei lo vuole, però...
"Possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo per sentirci bene, ma non per giustificarci di aver fatto sentire male gli altri".

Ecco cos'hai detto a Maki quando ti ha chiesto come mai stessi un po' giù di morale. Ti conosce come le sue tasche, sa come prenderti. Ecco perché ora siete sul tuo letto a mangiare gelato in vaschetta.
"Capisci che stronzo? Non solo gli ho salvato il culo, mi tratta anche come le altre puttane del suo ospedale del cazzo".
"TN, dovresti rilassarti un po' oppure ti ricoverano per pressione alta. Che poi capirai, domani se ne sarà già dimenticato, un capo di ospedale ha tante cose a cui pensare. Stai tranquilla. Mal che vada cambi posto di lavoro". Maki è davvero una santa, sceglie le parole giuste per parlarti quando sei in questo stato.
"No, te lo scordi che inizio lo stesso percorso di avviamento da un'altra parte. Se ho scelto quest'ospedale è perché voglio migliorare ed arrivare ad essere primario".
"Allora se lo sai così bene perché ti lamenti? Non dirmi che ti aspettavi sarebbe stato tutto rosa e fiori perché non ci credo. Devi combattere con le unghie e con i denti per ciò che vuoi ottenere, oppure non ci arriverai mai. Non prendere esempio da me TN, realizza il tuo obbiettivo e fallo anche per me. Ok?".
Troppa tristezza negli occhi di Maki, non riesci a sopportarla.
La tua coinquilina è una ragazza forte, ma vederla in questo stato ti spezza ogni volta il cuore.
"Parli come se dovessi morire domani. Facciamo così, porta un po' di liquore e rendiamo questo gelato più interessante".
Sorridete entrambe alla tua frase e la ragazza obbedisce afli ordini.

Da qualche parte un uomo soddisfa i suoi desideri e da un'altra una ragazza cerca di riprendersi dal torto che le ha fatto.
Quanto c'è di opposto in due persone così?
Ma la vera domanda è quanto ci sia di simile in loro due?
Forse più di quanto credano entrambi.

Conteggio parole: 1372

Ebbene sì, anche questa settimana ho pubblicato prima. Questo capitolo l'ho scritto di getto, spero che vi sia piaciuto.
Lo so che non sta accadendo nulla di interessante, ma dobbiamo preparare le basi per il centro della storia. Capitemi, vi prego.
Non so quando publicherò la prossima volta, se domenica o prima. Dipende se mi vengono delle idee o meno.
Detto questo, alla prossima.

🌛La vostra Maddy🌜

La mia disgrazia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora