(21) Avviso o ricatto?

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"Buongiorno dottor Kenjaku, sono la dottoressa TC, mi hanno detto che vi serve un consulto per degli esami".
Studi la sala operatoria, non sai cosa ti stia mettendo sull'attenti in questo modo ma sai che andare di pancia tante volte può salvare. Decidi quindi di ascoltare il tuo istinto, almeno stavolta.
"Ma certo, la nuova dottoressa TC TN. Ho sentito parlare di te, sai le voci girano in questo ospedale. Spero non ti dispiaccia se saltiamo i convenevoli".
L'uomo alza gli occhi verso di te, non sapresti descrivere la sensazione di disagio che il suo sguardo ti procura.
Non ti senti nuda, ma bensì esposta ai suoi occhi, come se potesse in qualche modo frugarti nella testa.
Reprimi quegli stupidi brividi, non permetterai mai ad un altro uomo di farti sentire piccola.
"Preferirei mantenere un tono formale, se non le dispiace. Ad ogni modo, vorrei passare al nocciolo della questione".
Il dottor Kenjaku sembra essere divertito dalla tua evidente fretta: scuote leggermente la testa con quello che sembra un sorriso.
"Ha ragione, però che peccato: avrei voluto approfondire di più il discorso con lei. Ma riconosco che può avere una certa fretta, il capo non è ancora arrivato e lei deve prepararsi per 'accoglierlo' nel suo ufficio, no? Il buongiorno si vede dal mattino, e Fushiguro ha il vizio di iniziare bene la giornata con una delle sue...protette, chiamiamole così. Sbaglio?".
Tutta la tua sicurezza, la postura rigida e il tono di voce freddo si spezzano come un incantesimo. Ti impietrisci appena quegli occhi maledetti si incastrano nei tuoi, ti sembra di essere vittima di Medusa.
Vuoi contobattere, dire qualcosa per dimostrare che non sei un'inetta, ma non ti viene in mente proprio niente. Il dottore distoglie gli occhi dai tuoi per un attimo, come se non gli importasse più di te ma del paziente che si è ricordato di star operando, come se sapesse già l'effetto delle sue parole- in effetti è così. Ma giusto il tempo di pronunciare la prossima frase che il suo sguardo è di nuovo su di te: "Glielo ripeto, le voci girano i fretta. Com'è che la chiamano per i corridoi? Aspetti, ce l'ho sulla punta della lingua. Ah sì, la randagia, la nuova cagnolina, l'animaletto. Bè, devo dire che come soprannomi non sono poi così cattivi, si vede che Kashimo non voleva ferirla troppo".
Dopo che lui ha pronunciato quel nome non puoi che essere avvilita più che sorpresa, però il neurochirurgo continua a parlare senza darti tregua: "Suppongo non lo sapesse, ma in giro si dice che sia stato proprio lui a dire certe cose. Chissà, forse per gelosia oppure si è sentito tradito da lei. Suppongo che sia vero che tra voi c'è stato qualcosa, lo vedo nei suoi occhi dottoressa, non ci provi neanche a contraddirmi".
Ed è di nuovo lì, quel sorriso orrendo che piega gli occhi del dottore così tanto da deformare il viso in una smorfia frutto non del divertimento ma del sadismo.
Improvvisamente c'è poca aria, la mascherina comincia a darti fastidio, ti senti quasi soffocare. Ti sembra di essere in gabbia, il panico prende il sopravvento e tira con sé tutte le paure che nell'ultimo mese ti hanno attanagliata dal profondo.
Pensavi saresti riuscita a controllarlo, credevi sarebbe stato semplice, evidentemente non sapevi in che mare di guai ti stavi cacciando. Se te ne fossi accorta prima magari avresti potuto tentare di uscire dall'acqua, giusto in tempo per non essere risucchiata dalla risacca dell'onda; ora invece sei dentro fino al collo, non ti resta che nuotare.
"Non vedo in che modo la mia vita privata possa influire sull'esito dell'intervento. Se non ha bisogno di me, allora torno ai miei pazienti. Buona giornata dottore".
La porta della sala operatoria ti sembra così vicina che ti ci vorrebbero a malapena due passi per raggiungerla, anche se la testa ti gira, anche se senti le gambe molli. Solo due passi e potrai toglierti quella maledetta mascherina, due bracciate per arrivare ad uno scoglio di salvezza.
"Come desidera, ma si ricordi dottoressa che i muri hanno orecchie e le pareti di questo ospedale non fanno differenza. Buona giornata anche a lei".
La testa va sott'acqua, senti un torpore attraversarti da capo a piedi, una sensazione come se non avessi peso, la testa leggera, i polmoni vuoti.
Poi buio, così tanto che sembra tu sia sprofondata negli abissi dei tuoi problemi, dove i tuoi demoni stavano aspettando pazienti come piranha.
'Che sogno strano' pensi mentre vai giù sul fondo 'Forse ho fatto male a non mangiare nulla da ieri pomeriggio'. Allora quello scoglio che hai cercato di raggiungere si dissolve, non ti rimane che la speranza e ti chiedi se riuscirai ad emergere, se è solo un sogno e se la realtà è davvero così distante come la superficie vista da qualcuno che annega.

"Yuji vai a prendere le analisi così tra due ore il dottor Gojo inizia l'intervento" uno specializzando dice al suo amico.
"Perché non puoi andarci tu? Mandi sempre me a prendere gli esami" brontola l'altro.
"Sei una seccatura" gli risponde il primo, massaggiandosi le tempie per alleviare un minimo il nervosismo. È ancora mattina presto e già questo stupido è pronto per lamentarsi, parlare e fare tutte quelle cose che a Megumi danno fastidio.
"Okay, faccio io ma tu vai a discutere con quell'infermiera isterica".
Proprio quando Yuji sta per protestare il suo amico lo congeda con un "Buona fortuna".
"Che palle, comunque la si giri mi capita di fare le cose più scoccianti. Ogni tanto vorrei anche io stare in pronto soccorso, non è che chiedo tanto". Yuji brontola per i corridoi, ma si arresta davanti al televisore di una camera quando sente una notizia che lo cattura particolarmente.
"La clinica Zen'in è stato dato alle fiamme ieri sera ed ora i pompieri sono all'opera per la ricerca dei dispersi. Non sembra ci siano feriti o morti a parte lo staff medico. Tutti i pazienti sono stati trasferiti nell'ospedale più vicino, il Tokyo Centre-".
Basta questo per risollevare il morale di Yuji, che subito inizia a correre per portare il proprio compito a termine il più in fretta possibile.
Più pazienti significa più lavoro, che implica un maggior carico di impegni per lo staff.
"È il momento, finalmente qualcuno che ha bisogno di me. Magari riesco anche a prendere un caso interessante".

Conteggio parole: 1100

Pensavate che non avrei publicato, invece ecco qua il capitolo.
Bè che dire, piano piano stiamo integrando tutti i personaggi di Jujutsu Kaisen, era ora aggiungerei.
Aspetto un vostro parere.
Alla prossima.

🌛La vostra Maddy 🌜

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