Capitolo 17.

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VOLEVO INANZITUTTO CHIEDERE SCUSA SE NEL CAPITOLO HO SCRITTO DELLE CAVOLATE ABBISSALI MA IO DI MEDICINA NON NE CAPISCO NULLA. BUONA LETTURA, VI VOGLIO BENE! <3

CARMINE

Il suono delle sirene mi rimbomba ancora in testa.

"Carmine...ma che è successo?" mi domanda preoccupato Filippo alzandosi dal letto quando entro in cella con gli occhi ancora pieni di lacrime.

Mentre soccorrevo Gioia le lacrime scendevano senza vergogna, come se io non potessi comandarle. Avevano vita propria.

"Filì...Gioia è svenuta, l'hanno portata in ospedale mo mo." gli dico scoppiando a piangere.

Lui mi abbraccia e mi lascio andare completamente, lascio andare in lacrime tutta la preoccupazione, tutta la paura, tutta la rabbia e anche tutti i sensi di colpa.

Probabilmente se non le avessi messo tutta quell'ansia addosso a quest'ora staremmo ancora insieme, a ridere come sempre.

E invece no, lei è su una barella chiusa in un'ambulanza.

Ma perché la vita deve sempre portarle tutte queste sofferenze? Ha sofferto già abbastanza, non mangia da tanto e ho troppa paura che decidano di ricoverarla. Quello sarebbe la goccia che farebbe traboccare il vaso.

~~~~~~
GIOIA

Apro gli occhi, è tutto bianco.

Giro leggermente il capo verso la finestra: non sono in carcere.

Subito scatto in piedi ma un forte giramento di testa mi porta a ristendermi.

Una donna vestita di azzurro entra dalla porta preoccupata.

"Ehi Gioia, ti sei svegliata. Io sono l'infermiera Chiara, sei qui perché sei svenuta ieri pomeriggio e abbiamo deciso di lasciarti riposare. Tra un po' arriverà il dottore e facciamo una bella visita, mh?"

Infermiera?

Dottore?

Svenuta?

Ora ricordo tutto...la discussione con Carmine, il bagno, le mie urla, l'abbraccio di Carmine...poi il buio.

Sono in ospedale.

~~~~~~

"Gioia!" esclama il comandante entrando in camera.

Io a fatica mi metto seduta, sorridendogli.

"Va tutto bene?" mi chiede lasciandomi una carezza sulla guancia.

"Diciamo...il dottore questa mattina mi ha visitato, e mi ha detto che sarebbe passato nel pomeriggio per darmi notizie." abbasso lo sguardo sulla flebo che mi hanno attaccato prima "Dicono che sicuramente resterò qui un paio di giorni, poi decideranno."

"Gioiè...m rispiac assai." mi accarezza piano la mano "Carmine è tutto il giorno che chiede assiduamente di te." ridacchia poi.

Un sorriso mi nasce sul volto.

Il mio Carmine, che si preoccupa assiduamente per me.

"Buongiorno!" esclama il dottore entrando in camera "Gioia...hai visite?" mi sorride lui.

"Si si...il comandante mi è venuto a trovare." gli sorrido di rimando io.

"Okay...allora,noi abbiamo delle notizie."

Mi sistemo meglio, aspettando con ansia.

"Gioia...tu sei priva di nutrimento, il tuo cuore fatica a battere. Per fortuna dopo che sei svenuta siamo riusciti a riprenderti in fretta, ma avresti seriamente bisogno di riprenderti. Ora, noi abbiamo detto di volerti tenere qualche giorno, e vorremo che rimanga così. Ma tu in questi giorni devi mangiare tutto, pranzo e cena. Se non riesci dovrai rimanere qui molto di più."

Ora non so se è la salute, o il pensiero di dover rimanere qui, ma il mio cuore perde un battito.

Il problema non è mangiare, il problema è il dopo, e se vomito tutto? Non sarebbe servito a nulla il mio sforzo.

Sospiro, perdendo a tratti il respiro.

Mi manca l'aria, ho bisogno di prendere aria.

Ho bisogno di uscire da qui, di andare su una spiaggia a correre.

Non credo di farcela da sola.

Provo a regolazzire il mio respiro, pensando a quando Carmine mi ha detto di respirare piano, di contare i miei respiri.

Ecco, ecco la soluzione.

Ho bisogno di Carmine.

Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora