Capitolo 15.

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GIOIA

"Ja Gioiaaaa! Sai che pariat!" mi urla Carmine dandomi una piccola spallata.

"No dai Carmine, non particerebbe nessuno!"

"Io si!"

"Eh...solo tu." scoppio a ridere io.

Sono già dieci minuti che io e Carmine siamo nel magazzino seduti per terra, e sono già dieci minuti che Carmine prova a convincermi di proporre alla direttrice un corso di scrittura.

"Ma dai...non è vero, Pino ha detto che gli piacerebbe imparare a scrivere, così può mandare le lettere d'amore a Kubra." scoppia a ridere lui.

Non riesco a trattenermi e ad immaginare Pino che scrive, scoppio a ridere anche io.

"Dai magari posso pensarci..."

"Ahh, o'sapevo ca t convincev!" sorride lui.

Io mi fermo a guardarlo. I capelli ricci gli cascano leggermente sulla fronte e le sue labbra carnose lasciano trasparire un sorriso meraviglioso.

Carmine è bello, è proprio bello.

"A ch piens?" mi domanda lui tornando serio.

"No...a nulla." ammetto abbassando lo sguardo ma lui me lo rialza con due dita, avvicinandosi leggermente.

Cazzo.

"Quando dici niente...nella tua testa girano sempre mille pensieri." mi dice ad un centimetro dalle labbra.

"Ragazzi!" le urla di Liz che arriva ci fanno allontanare di scatto "Maro ma a vuij v'aggia semp vni a cercà!"

"Eh Liz egg capit, ma ca nun putimm fa nient!" ride Carmine alzandosi, e porgendomi una mano per aiutarmi.

La afferro e lui mi tira così forte da farmi saltare in aria. Scoppia a ridere mentre io gli lascio un piccolo schiaffetto sul braccio.

"Ja Gioia...andiamo dentro." mi chiama Liz.

A malincuore saluto Carmine con un bacio sulla guancia, e poi vado via con Liz.

CARMINE

Cammino per il cortile fumando una sigaretta appena accesa. Gioia è dovuta andare dentro con le altre ragazze, e così adesso sono qui da solo.

Un rimbombo nell'aria mi fa girare verso il cancello e a spuntare è la moto del comandante.

Sopra, dietro di lui, c'è un ragazzo riccio.

Lo riconoscerei ovunque.

"Chiattì?" lo chiamo, è quando si gira gli corro incontro, saltandogli addosso.

"Carmine!" urla lui abbracciandomi.

"Finalment stai ca!"

Filippo, o'Chiattillo.

È il mio migliore amico e gli voglio un bene dell'anima, l'ho conosciuto qui, all'IPM.

Gli sono stato vicino quando è arrivato, era spaesato e non sapeva che fare, e lui mi è rimasto accanto quando Nina è morta.

"E Naditza?" gli chiedo, vedendo il suo sguardo incupirsi.

"Se ne è andata, dice che quella che stavamo facendo non era la vita che io avrei voluto."

Annuisco, ricordando che vanno in giro rubacchiando e mangiando a stento.

Io li ho aiutati a scappare, loro che potevano farlo.

Loro che potevano amarsi.

"Vabbuo Chiattì, vir ca c ripens." gli do una pacca sulla spalla io abbracciandolo.

Ci sediamo sulla panchina e lui mi guarda assottigliando lo sguardo.

"Cre?" gli domando io sorridendo.

"Stai strano. Tien cocc novità?" mi domanda ridendo.

Io scuoto la testa.

"Vabbuo, è entrato qualcuno di nuovo?" mi domanda.

Un sorriso spontaneo mi nasce sul viso mentre il mio pensiero va direttamente a Gioia.

"Ehh..." mi gratto la nuca "si, si è entrata Gioia."

"Gioia? E chi è chest?" mi domanda dandomi una spallata.

"È na guagliona, chi adda ess."

"Si vabbuo, vuo fa fess a me?" ride lui prendendomi in giro "L'ultima volta che ti ho visto tenevi gli occhi diversi, mo li tieni più felici."

"Eh o'frat, m'è truvat nammurat!" sorrido come un bimbo io.

"O'sapev!" urla abbracciandomi "La voglio conoscere."

"Si." annuisco io deciso.

"Carmine!"

Proprio in quel momento vedo Gioia camminare verso di noi. Subito mi alzo in piedi, sorridendole.

"Ue nennè, rimm." le dico spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Ho deciso! Chiediamolo alla direttrice!" sorride lei, diventando leggermente paonazza.

"Appost...ij propr mo er truvat n'ato scrittor!" le sorrido indicandone Filippo che le fa un cenno del capo.

"Ah...e chi è?" domanda lei ridacchiando nervosa.

"Ma comm Cà, non le hai mai parlato di me?" ride lui "Ij song o'Chiattillo."

"Ora ho capito chi sei!" annuisce lei "Si Carmine parla spesso di te! Io sono Gioia." risponde lei porgendogli la mano.

Lui mentre gliela stringe mi guarda e mi fa un occhiolino.

"Carmine allora andiamo un'altra volta dalla dire..."

"No no! Andiamo mo!" la blocco io "Tanto o'Chiattillo stava andando in cella."

Filippo annuisce e si allontana salutandoci. Io mi giro verso di lei.

"Andiamo?" le chiedo porgendole la mano.

Lei la stringe, annuendo.

Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora