Capitolo 7.

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Gioia

"Gioia...ai colloqui." mi chiama Liz mentre stavo chiaccherando con Silvia nella sala delle ragazze.

Mamma.

Mi alzo e un po' incerta la seguo.

Inizio a torturarmi le mani.

Ho paura.

Entro nella sala dei colloqui e appena mamma mi vide mi corre incontro.

"Gioia...come stai?" mi sussurra all'orecchio abbracciandomi.

"Sto...sto bene mamma." le mento provando ad essere convincente.

Ci andiamo a sedere ad un tavolo e prendo tra le mani le sue.

"Mamma...tu come stai?" le chiedo cercando di tirare indietro le lacrime.

"Diciamo...sto facendo tante cure, ho ancora dolori ovunque e tante emorragie su tutto il corpo." mi risponde mentre gli occhi le si fanno lucidi "Ma tranquilla, mi sto riprendendo...non solo felice al pensiero che sei chiusa qui, ma spero che possa tornare tu ad essere felice."

"È difficile avere pensieri positivi in questo momento..."

"Si ma tu sei Gioia...la mia Gioia. Quella che è contenta anche quando tutta va male...ricordi?" mi fa un sorriso malinconico mentre a tutte e due scappano delle lacrime.

"Mamma me scassat o'cazz! Ti ho detto che nun m n fott propr e papà, e manc r'Ezio, ij facc chell ca ric ij! Futura cresce cu me, e sul cu me!"

Mi giro e rimango sorpresa da vedere Carmine urlare e lanciare all'aria il tavolino su cui era appoggiato.

Si incammina verso la porta e quando mi passa vicino mi lancia uno sguardo di fuoco.

Rabbrividisco.

Le urla non mi sono mai piaciute.

"Gioia...ma chi era quello?" mi chiede mia madre fissando la porta da cui Carmine è appena uscito.

"Nessuno mamma, nessuno." sussurro.

"Vabbè...comunque ti ho portato una cosa." prende la sua borsa e caccia il mio raccoglitore "Ho pensato che a stare qui dentro avrai parecchio tempo per scrivere..."

Spalanco la bocca, era l'unica cosa che in questo momento avrebbe potuto farmi felice.

"Oddio! Mamma grazie mille!"

"Di niente amore mio...scrivi, che quando torni a casa io voglio leggere tutto."

Carmine

"Carmine...calmati!" mi urla Beppe cercando di fermare i pugni che sto tirando al muro.

Mi calmo, tirando un respiro profondo.

Ho le nocche a fuoco.

"Ma mi spieghi che cosa è successo?"

"Nient Beppe!" comincio ad urlare io "Semp o'solito, a famiglia ra mij s vo piglia a Futura e nun o vonn capi ca Futura è sul a mij!"

"Carmine...non prenderanno Futura, con la direttrice è più che al sicuro, devi stare tranquillo."

"O'sacc."

Sbuffo ed esco dalla cella, ho bisogno di fumare.

Esco in cortile e vado nel magazzino dove mi rintano sempre per stare da solo.

Accendo una sigaretta e comincio a fumarmela appoggiandomi al muro, quando all'improvviso sento un lieve starnuto qui vicino.

"Etchiu! Ahh...mannaggia!"

Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora