GIOIA
Apro lentamente gli occhi, mettendomi seduta.
Fuori alla finestra c'è una lieve luce, dovuta dal sole che è poco visibile dietro la montagna in lontananza.
Mi giro, notando che affianco a me non c'è nessuno.
Guardo la sveglia sul comodino e noto che sono le sei di pomeriggio, ho dormito quattro ore!?
Mi stiracchio lentamente...però non dormivo così bene da anni.
Mi alzo, infilando delle ciabatte che mi hanno dato e accarezzandomi le braccia per infondermi un po' di calore.
Mi dirigo al bagno per guardarmi allo specchio.
Ho i capelli tutti scombinati, ma le occhiaie sono scomparse.
Mi rifaccio una coda, sbadigliando, e torno in camera, sedendomi sul letto e mangiando un cioccolatino.
Ma dov'è Carmine?
Mi alzo, uscendo fuori e lo trovo fuori a parlare con l'infermiera. Mi nascondo dietro la porta, per sentire la loro conversazione.
"Si Carmine un pranzo è andato, ma ha mangiato la metà di quello che doveva e stasera farà lo stesso. Ovvio non è colpa sua, adesso si è abituata co..."
"Ma a me ch m n fott!" sbotta lui mentre l'infermiera si gira intorno, cercando di non farlo urlare "Vuij sit fatt accussi, ricit semp quello che il paziente vuole sentire. Ma vuij avissa ric a verità!"
"Carmine calmati per favore, avevamo già avvisato Gioia che non sarebbe rimasta solo due giorni se non avesse mangiato tutto. Ora il tempo si è minimamente allungato, ma per il momento non resterà qui più di una settimana."
No.
No.
Altri giorni qui no.
Sento gli occhi e il naso pizzicare e non riuscendo a sentire niente di più sbatto la porta con forza, andandomi a chiudere in bagno.
Lascio scivolare la schiena contro la porta rannicchiandomi con le gambe al petto, nascondendo il viso tra di esse.
Avevano detto che sarebbero stati due giorni, due fottuttisimi giorni.
E ora devo rimanere qui una settimana.
Qualcuno bussa alla porta a cui sono poggiata, e non sentendo risposte prende a parlare.
"Gioia...apri la porta."
È Carmine.
"No, lasciami stare." gli dico tra i singhiozzi.
"Ti prego Gioia...parliamone insieme." sento che poggia la testa alla porta ma io non sono disposta ad aprire.
"Ho bisogno di stare da sola...vattene."
"No." risponde lui deciso battendo un colpo più forte sulla porta "Ij nun m n vag, no mo."
Sospiro spostandomi con la schiena sul muro, allungo la mano e giro la chiave. Lui piano schiude la porta, entrando e richiudendola. Si siede vicino a me, poggiando le spalle alla porta.
"Nennè...di che ti preoccupi?" mi chiede lasciandomi una carezza sul capo.
"Della settimana qui, da sola." gli dico poggiando il mento sulle braccia, fregandomene della condizione che ha adesso il mio viso pieno di lacrime.
Lui mi accerchia le spalle con un braccio, portandomi sul suo petto. Non oppongo resistenza, mettendomi comoda tra le sue braccia.
Un singhiozzo lascia le mie labbra e lui mi stringe più forte.
"Pccrè...è na settiman, po' tuorn addo me. Tu però ce la devi mettere tutta, per farla essere una settimana sola, e non due o un mese, e capit?"
Io annuisco e lui mi lascia un bacio sulla testa.
Stiamo un po' in silenzio fino a che non lo sento sospirare.
"Nennè...t'a vuo fa na vita gialla cu me? Ij, te, e Futura."
Mi stacco da lui, guardandolo con gli occhi lucidi. Nessuno, nessuno, nemmeno mia madre, mi aveva mai ascoltata sul serio quando parlavo dei miei pensieri. Lui invece l'ha fatto, mi ha ascoltato, e ora mi ha chiesto di vivere una vita gialla con lui, e con sua figlia.
"Cre?" mi domanda ridendo, ma sembra un po' imbarazzato, perché sposta lo sguardo sulle sue mani che giocano con il laccio del pantalone.
Senza pensarci due volte lo bacio, accettando del tutto la sua proposta.
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Una vita gialla, insieme. -Carmine Di Salvo
FanfictionGioia è una ragazza piena di dolore e di sofferenze. Non riesce a superare i suoi conflitti e pensa che nessuno possa aiutarla. Fino a quando non incontra Carmine, ragazzo che ha sofferto tanto e che dopo tanto tempo è riuscito a superare i suoi dol...