Capitolo 4.

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"Gioia! Fermati!" mi urla Liz dietro di me.

Continuo a correre fino a quando non trovo una rete, e sono costretta a fermarmi.

"Ma che cazz faij. Jamm arint, muovt." mi strattona Liz con il fiatone.

Io continuo a stare ferma, immobile.

"Jamm Gioia, nun m fa perde temp."

Do un colpo secco di braccio in modo da farmelo lasciare e mi incammino da sola verso l'edificio.

"Gioia, stai ca ra mezz'ora e già sta cacann o cazz ja." mi rimprovera Liz. "Perché sei scappata?"

Mi tira il polso, fermandomi.

"Non volevo vedere quella bambina." sussurro cercando di non guardarla negli occhi.

"Ma chi? Futura?" mi chiede lei stranita.

Annuisco lasciando cadere delle lacrime.

"E perché mai?"

"Perché è così piccola, e il padre si vede che ci tiene tanto."

Da lì Liz sembra capire.

"Gioia...anche tuo padre ci teneva a te...ne sono sicura."

"Se ci teneva a me perché...perché mi ha fatto questo..."

"Che ti ha fatto Gioia...?"

Scuoto la testa, non voglio dirglielo.

"Vabbè ja Gioia, jamm arint, quand vuo parla, ca c stamm semp, tutt quant. E capit?"

Annuisco e mi lascio portare dentro.

Liz mi porta nelle celle e quando mi fa entrare in una inizio a pregare affinché abbia una compagna normale.

"Uee Liz!" urla una ragazza dai capelli lunghi e mori quando entriamo. "A chi m'è purtat?" domanda poi guardandomi.

"Silviè...lei è Gioia. Starà insieme a te per un bel po'"

"Vabbuo Liz staij tranquill, c vrimm aropp."

Liz se ne va e io appoggio il mio borsone per terra.

"Ciao Gioia," mi sorride la ragazza avvicinandosi "io mi chiamo Silvia"

Le regalo un sorriso accennato e lei inizia a toccarmi i capelli.

"Ua e comm si bellel! Avissa surrir chiu assai!"

Poi improvvisamente esce dalla cella e io rimango da sola.

Mi avvicino alla finestra e guardo il mare fuori.

"E vist eh, ca c sta o'mar for." a parlare è il comandante che è appena entrato, poi si avvicina "Sit furtunat a sta ca, e nuij furtunat a c lavorà..."

"Già..." annuisco io.

Fortunati? Come si può essere fortunati ad essere chiusi in un carcere?

"Gioia...pcché primm t ne si currut?" mi domanda guardandomi dritto negli occhi.

"Vuole la verità?"

"È ovvio ca vogl a verità."

"Okay"annuisco io decisa, convinta che dopo avergli detto la verità non avrebbe voluto più saperla.

Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora