Capitolo 18.

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CARMINE

"Paola! " il comandante entra nello studio della direttrice spalancando la porta.

Io e la direttrice che lo stavamo aspettando insieme, per avere notizie di Gioia, scattiamo subito in piedi .

"Ti devo parlare di Gioia." continua girandosi verso di me.

No...se vuole dirmi di andarmene non me ne andrò. Io ho bisogno di sapere come sta. È tutto il giorno che la penso e anche questa notte non ho dormito, pensando a lei.

"No comandà...parlat annanz a me." gli dico deciso "Nun cia facc chiu."

"Va bene..." annuisce lui sedendosi su una poltroncina, difronte a me e alla direttrice che ci risediamo sul divano "Gioia non sta bene, per niente. Il dottore che le hanno assegnato ha detto che ha troppo poco nutrimento e che deve rimanere minimo due giorni lì, e mangiare tutto, pranzo e cena. Le hanno attaccato la flebo, e se in questi giorni non riuscirà a mangiare dovrà rimanere lì."

Metto i gomiti sulle ginocchia, passandomi le mani su tutto il viso fino ai capelli.

Ci mancava solo questa.

La mia Gioia.

"Cosa possiamo fare per lei?" chiede la direttrice triste.

Gioia è entrata qui da poco, ma ha fatto affezionare tutti, direttrice, educatori e anche noi ragazzi.

È una ragazza dolcissima, non merita tutto questo dolore.

"In realtà una cosa ci sarebbe..." sospira guardandomi "Ha chiesto di te."

Aggrotto le sopracciglia, in che senso?

"Ha detto che in questi giorni, per riuscire a mangiare, avrebbe bisogno di stare con te." spiega il comandante "Paola...so che sarà difficile ma dobbiamo dare un permesso di due giorni a Carmine."

~~~~~~
GIOIA

"Buongiorno Gioia!"

L'infermiera Chiara entra in camera, svegliandomi. Apre le tapparelle, facendo entrare i primi raggi di sole della giornata.

"Oggi è un giorno importante!" mi dice, mettendomi il vassoio della colazione sul tavolino dell'ospedale.

La guardo confusa, non capendo perché.

"Oggi iniziano i due giorni Gioia!" mi ricorda lei ridacchiando "Mangia tutta la colazione, se hai bisogno chiama!" esce dalla camera lasciandomi un sorriso.

Già, oggi iniziano i due giorni. Ieri sera mi hanno anche levato la flebo.

Guardo la fetta di crostata alla marmellata posata davanti a me.

Può una fetta di crostata creare tutto questo subbuglio nel mio stomaco?

La prendo, tremando leggermente, e la addento.

Cavolo che buona!

Mentre la mangio, con un debole sorriso, ripenso a mamma e a quando me la preparava sempre.

La mangiavo sempre, era uno dei miei dolci preferiti.

Ma come ci sono finita in ospedale?

Insieme a papà mangiavo sempre di tutto, ho sempre amato mangiare.

Mi manca ordinare la pizza con le patatine e mangiarla con i miei genitori.

Ma io ce la devo fare, io devo tornare a mangiare la pizza con le patatine.

Magari insieme e Carmine e, perché no, anche Futura.

Dopo aver finito la mia fetta di crostata bevo il succo all'arancia che mi hanno lasciato e mi alzo, dirigendomi verso il bagno.

Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora