Capitolo 8

114 19 19
                                    

Tzuyu non era solita sprecare i soldi per delle cose frivole, tuttavia, quella mattina aveva deciso di comprarne alcune per la ragazza che si trovava nel suo scantinato. Oltre al fatidico libro con il quale sperava che il tempo le potesse passare più velocemente, le aveva preso dei cornetti e del cappuccino per fare colazione. Non sapendo come lo preferiva, glielo aveva preso il più semplice possibile, senza fronzoli inutili. Era passata poi al supermercato per prenderle tutto il necessario per farsi una doccia e le aveva comprato anche un cambio d'abiti. Non conoscendo la taglia, era andata a caso, cercando di ricordarsi le sue proporzioni.

Tornata a casa, prese subito il solito vassoio, vi sistemò sopra sia i cornetti che il cappuccino, aggiungendo il libro che aveva comprato, mettendolo su un angolo.

Prima di scendere, si ricordò di mettersi il solito cappello nero. poi andò verso lo scantinato per portare tutto quello che aveva acquistato a quella ragazza, nella speranza che potesse apprezzare i suoi sforzi.

Sana era ancora nel mondo dei sogni, ma si svegliò non appena le luci dello scantinato vennero accese.

«Scusa, ti ho svegliata?» Le domandò Tzuyu, scendendo le scale per poggiarle a terra il vassoio. «Ti ho portato del sapone ed un cambio» Disse poi, poggiando una busta accanto al cibo.

Sana aveva aperto gli occhi, ma non aveva intenzione di alzarsi di li. «Dovrei forse ringraziarti?»

«No, certo che no... Volevo soltanto che ti sentissi più a tuo agio, tutto qua»

«Certo, perché sicuramente del sapone e dei vestiti, migliorano la situazione» Sana si voltò verso il muro e si coprì con le lenzuola per cercare di allontanare la luce delle lampadine dai suoi occhi. Non era di certo il massimo svegliarsi in quel modo così rude.

«No, ovviamente... Ma ti serve altro? Vuoi delle coperte più pesanti?»

«Puoi rimandarmi a casa? Perché questa è l'unica richiesta che potrei farti»

«Mi dispiace... Non posso farlo...»

«Allora non mi serve niente da te»

«Torno più tardi a prendere il vassoio» Incapace di dire altro, Tzuyu aveva lasciato la stanza, avendo cura di spegnerle le luci prima di andare via. Non importava tutto lo sforzo che avrebbe fatto per farla sentire a suo agio. Sana non lo era affatto, ma non poteva di certo darle torto.

Quando Tzuyu lasciò il seminterrato, a Sana bastarono pochi minuti per alzarsi dal letto. Aveva molta fame e i noodles che aveva mangiato il giorno prima, non erano bastati a saziarla.

Tolse le coperte e si alzò per andare a prendere la sua colazione. Quando afferrò il vassoio, divorò i due cornetti che Tzuyu le aveva comprato, poi guardò il contenuto del bicchiere per vedere se ci fosse del caffè o meno. Purtroppo per lei, Tzuyu le aveva preso il cappuccino e fu costretta a lasciarlo li. Poi i suoi occhi si soffermarono su un oggetto di forma rettangolare, incartato come se fosse un regalo. Lo aprì e rimase ancora più sorpresa, quando trovò una dedica al suo interno: "Scusami, non finirò mai di ripeterlo per quanto per te sia una parola inutile. In ogni caso, spero che questo possa farti passare il tempo più velocemente".

Sana non aveva mai letto romanzi rosa, non erano proprio il suo genere, ma effettivamente quel libro, poteva davvero far si che il tempo potesse passare più velocemente, quindi decise di accettarlo.

Guardò poi l'interno della busta per vedere gli abiti che le aveva comprato per cambiarsi. Erano tutti in toni grigiastri ed era palese che fossero di bassa qualità, tuttavia, non era il genere di persona che giudicava lo stile di vita degli altri. In base allo stato in degrado dello scantinato, era ovvio che la ragazza che l'aveva rapita, apparteneva ad una classe sociale bassa.

Dopo essersi fatta una doccia ed aver indossato i nuovi abiti, Sana si andò a sedere sul materasso ed iniziò a leggere il libro. Non conosceva il motivo per il quale quella ragazza l'aveva rapita, né tantomeno perché si ostinava ad essere così gentile con lei, ma aveva tutta l'intenzione di scoprirlo e l'avrebbe senz'altro fatto. Quando Sana si metteva in testa una cosa, sarebbe stato difficile farle cambiare idea.

Un paio d'ore dopo, Tzuyu aveva di nuovo fatto il suo ingresso nello scantinato. Sana era talmente tanto avvolta nella lettura, che si spaventò alla vista della ragazza. «Ma porc- Non bussi mai? E se mi stavo cambiando?»

«Scusami... Sono proprio maleducata, prometto che la prossima volta busserò»

«Almeno questo...» Commentò Sana, tornando alla sua lettura.

«Non hai bevuto il cappuccino... Non ti piace?» Tzuyu odiava lo spreco di cibo ed era solita arrabbiarsi per cose del genere, tuttavia cercò di trattenersi.

«Non posso bere il latte. Mi fa male lo stomaco per giorni se lo faccio»

«Preferisci il caffè e basta?»

«Si»

«Ok, la prossima volta ti porto il caffè... Ti serve altro?»

Sana alzò gli occhi al cielo seccata, poi piegò l'angolo del libro per ricordarsi dove era arrivata a leggere, prima di chiuderlo. «Mi spieghi che problemi hai?»

«In che senso?»

«Mi hai fatta svenire, mi hai rapita e mi hai chiuso in un cavolo di scantinato senza darmi spiegazioni, poi mi tratti come se fossi una tua ospite! Fai così con tutti quelli che rapisci o lo fai perché sono una donna?» Tzuyu era rimasta a fissarla senza risponderle, poi fece uno scatto per andarsene, ma Sana riuscì a fermarla con un urlo. «Almeno a questo potresti rispondere!»

«S-sei la prima persona che rapisco e non so come comportarmi»

«Ok, ma perché mi tratti con gentilezza?»

«Perché... Perché mi dispiace»

«Allora liberami» Sana parlò con tono calmo e si alzò dal letto per raggiungere la ragazza sulla scalinata. Tzuyu era ancora girata di spalle, ma poté sentire il tocco dell'altra ragazza sul suo braccio. «Riportami a casa, per favore... Non ti denuncerò, lo prometto...»

Tzuyu era fragile e forse avrebbe anche ceduto, ma un forte rumore proveniente dal piano di sopra, seguito da un urlo improvviso, le fecero riprendere lucidità. «Non potresti comunque farlo, non sai chi sono» Disse prima di correre via per controllare sua madre.

Sana rimase in piedi sulla scalinata a guardare la porta chiudersi davanti a lei. Aveva capito che Tzuyu era una ragazza fragile e forse, con la giusta dose della sua caratteristica bontà d'animo, l'avrebbe potuta far cedere. O perlomeno ci sperava.




o - o - o - o - o - o - o - o - o

ANGOLETTO

Non credo che questa storia venga molto lunga, rispetto alle altre saranno meno capitoli, ma vabbè... In ogni caso, pensavo di fare un'altra Dahmo dopo questa, però avevo già delle idee per una Sahyo... Ditemi voi cosa preferite :D

Set Me FreeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora