Erano passati due giorni da quando Sana era uscita dallo scantinato di Tzuyu. Ora non era più sua prigioniera e viveva in quella casa, come se facesse parte della famiglia. Si occupava di Jeongyeon tutti i giorni e amava la compagnia di quella donna.
Aspettò che Jeongyeon crollasse tra le braccia di morfeo, prima di andare nella camera di Tzuyu per farle compagnia. «Vuoi un caffè?» Le domandò mettendosi seduta accanto a lei sul letto.
Tzuyu era concentrata nello svolgere uno dei suoi tanti lavoretti, tuttavia si concesse il lusso di distrarsi per qualche secondo, rivolgendo tutta la sua attenzione a Sana. «L'ho preso da poco, ti ringrazio»
«Vuoi nient'altro?»
«Una vacanza in Europa, sarebbe di mio gradimento, ma non vorrei approfittarne» Scherzò Tzuyu chiudendo il suo laptop. «Ho provato a contattare Jin, il tizio di cui ti ho parlato, ma ancora non ho ricevuto risposta, né da lui, né tantomeno dal tizio con il quale ho parlato l'ultima volta...»
«Ti sei già stancata di me?» Domandò Sana mettendo il broncio.
«Certo che no, mi fa comodo avere un'infermiera per mia madre»
«Mi sembra giusto...» Sana si alzò dal letto, intenzionata a lasciare la stanza, tuttavia, una forte presa sul suo polso glielo impedì. «Vado a preparare la cena»
«Ti sei offesa? Mi dispiace, stavo solo scherzando»
«Lo so, non preoccuparti... A volte mi dimentico che non siamo amiche e che mi trovo a casa tua solo perché quel deficiente ha voluto che mi rapissi. Ma non è colpa tua se mi faccio mille film mentali. Dal modo in cui ci comportiamo l'una con l'altra, a volte sembra davvero che il nostro sia un rapporto normale, ma è chiaro che non è così»
Tzuyu lasciò andare il braccio dell'altra. Non sapeva cosa risponderle, perché effettivamente tendevano a comportarsi come se fossero amiche, tuttavia i sensi di colpa non erano ancora spariti e sentiva di non meritare alcun tipo di rapporto stretto con lei. «Vengo ad aiutarti» Disse poi, alzandosi dal letto.
Prima che Sana potesse risponderle, il campanello della porta iniziò a suonare e Tzuyu sgranò gli occhi spaventata e incapace di muoversi.
«Andrei ad aprire io, ma nessuno sa che mi trovo qui, quindi o vai tu, o spingiamo il lettino di tua madre fino alla porta d'ingresso, che dici?» Sana iniziò a sventolare la mano davanti agli occhi fissi di Tzuyu, nella speranza che potesse riprendersi. «Pronto?»
«Hai detto a qualcuno che ti trovi qui?» Presa dalla paranoia, Tzuyu iniziò a pensare che potesse trattarsi della polizia o dei suoi genitori.
«No di certo. Non hai pensato che potrebbe trattarsi del postino o di un tuo conoscente? Avrai degli amici a parte questo Jin, no?»
«Oddio! E se fosse Jin?»
«Hai detto a questa persona dove abiti?»
«No, ma se è bravo quanto me con il computer, allora...»
«Vabbè, vai a vedere comunque. Se è Jin, vorrà dire che parlerai con lui o con lei a quattr'occhi, senza aspettare una sua risposta dalla chat»
«E che gli dico?»
«Mio Dio Tzu...» Sana era stanca di aspettare, in più il campanello non voleva smettere di suonare, quindi iniziò ad incamminarsi velocemente verso la porta d'ingresso per aprirla.
«Aspetta!» Tzuyu fece uno scatto in avanti ed iniziò a correrle dietro, ma la raggiunse troppo tardi, perché Sana aveva già aperto la porta.
«Ciao...» Due donne che Tzuyu conosceva molto bene, si trovavano davanti alla porta d'ingresso. In mano avevano tre buste della spesa e guardavano Sana come se fosse stato un miraggio. Tzuyu non era solita invitare qualcuno a casa, in più, da quello che sapevano, loro due erano le uniche amiche che aveva.

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Set Me Free
Fiksi PenggemarMinatozaki Sana è la figlia dell'uomo più ricco ed influente della Corea. Nonostante abbia da sempre avuto una vita agiata, è sempre stata una persona umile ed altruista. Si occupa spesso di fare beneficienza verso enti che le stanno a cuore e non è...