Capitolo 10

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Chiunque al posto di Sana non si sarebbe mai sentito in colpa per le parole dette al suo rapitore, ma non lei. Nonostante l'avesse rapita e rinchiusa in uno scantinato pieno di muffa e con un'umidità che avrebbe fatto invidia ad una palude, Sana non era riuscita a chiudere occhio quella notte.

Ripercorrendo scena dopo scena nella sua mente, sapeva di non aver sbagliato, eppure non poteva fare a meno di pensarci. Magari avrebbe potuto utilizzare parole diverse, oppure più semplicemente, poteva evitare di farle altre domande, ma niente, più ci pensava, più credeva di aver sbagliato. Infondo quella sconosciuta, non le aveva mai fatto davvero del male.

Un improvviso rumore da dietro la porta, fece risvegliare Sana dai suoi pensieri, la quale decise di tirarsi su dal letto ancor prima di rispondere a quell'incessante bussare: «Sono sveglia...»

«Buongiorno» Tzuyu si era affrettata ad entrare, portandole una ricca colazione, con tanto di caffè ed un nuovo libro da leggere.

Aveva poggiato il vassoio sul pavimento, ma prima che potesse lasciare la stanza, fu fermata da Sana. «Aspetta...»

«Non preoccuparti, non ci saranno i noodles per pranzo. Pensavo di preparare dell'altro» Le rispose Tzuyu, pensando che fosse quello il motivo per la quale l'avesse richiamata.

«No, non è quello...»

«Ok... Dimmi pure allora, ti serve qualcosa?»

«Mi dispiace per ieri» Sana si avvicinò lentamente. Sotto la luce di quell'unica lampadina che illuminava la stanza, potevano vedersi benissimo le occhiaie della ragazza dai capelli color cenere. «È che mi sono innervosita perché non rispondevi alle mie domande, non volevo comportarmi da stronza»

«Hai tutto il diritto di farlo» Le rispose Tzuyu, facendo qualche passo in aventi. «Mi meraviglia il fatto che tu non mi abbia ancora picchiata... Meriterei una reazione del genere da parte tua»

«Non credere che non ci abbia mai pensato, ma non sono il tipo»

«Puoi farlo se vuoi... Prometto di non tirarmi indietro»

Sana, per la prima volta da quando era li dentro, sorrise. «Non sei proprio capace di recitare il ruolo da cattiva, vero?»

«È così evidente?»

«Solo un po'...»

Tzuyu si avvicinò alla ragazza e, senza pensarci le accarezzò la guancia con dolcezza. «Non hai dormito? Hai il viso stanco» Presa alla sprovvista, Sana si tirò indietro spaventata. «Scusami, non so perché l'ho fatto...»

«Forse io si» Sana si avvicinò di nuovo, prendendo la mano di Tzuyu per metterla dov'era prima. «Tu non sei una persona cattiva, forse se mi raccontassi le tue motivazioni, potrei darti una mano»

Tzuyu mosse il pollice sulla guancia della ragazza. Era quasi tentata di raccontarle tutto, m preferì non dire nulla. «Come ti chiami?»

«Non sai il mio nome?»

Tzuyu scosse la testa. «Mi hanno solo detto di rapirti, non so' niente di te»

«Sana. Mi chiamo Sana»

«È un bel nome. Come te...» Resasi conto di quello che aveva appena detto, Tzuyu rimosse la mano dalla guancia della ragazza ed iniziò a correre verso il pieno superiore. «D-devo andare»

Sana fissò la porta del seminterrato chiudersi. Non sapeva esattamente cosa fosse appena successo, ma le era piaciuto. Sentirsi dire che era carina da una persona del genere era inspiegabile, eppure l'aveva fatta arrossire come una ragazzina.

o - o - o

Tzuyu era seduta sulla solita sedia in legno, accanto al letto di sua madre. La donna si era appena addormentata, quindi decise di alzarsi per andare a fare uno dei suoi soliti lavoretti al computer. Non aveva più sentito Jin o quel suo amico, ma di tanto in tanto apriva la chat per controllare.

Non appena lasciò la camera di sua madre, il suo cellulare iniziò a squillare e fu piuttosto felice di leggere il nome della persona sul suo schermo.

«Pronto, Jih!»

«Tzu! Come procede? Hai bisogno di una mano per qualcosa? Nayeon mi ha detto che ti sta dando lezioni di cucina ultimamente»

«È successo solo una volta» Commentò Tzuyu, mentre camminava verso la sua camera. «Comunque non preoccuparti, procede tutto alla grande. La mamma ha dei piccoli miglioramenti e credo che tra un po' di tempo potremo iniziare la nuova terapia. Sto guadagnando parecchio ultimamente»

«Ne sono felicissima! Ma stai attenta, il tuo lavoro è davvero troppo pericoloso. Se dovessero beccarti ad hackerare un sito ben protetto e dovessi finire in carcere? Dovresti spiegare a me e a Nayeon come controllare tua madre, perché dubito che potremmo permetterci un'infermiera che stia con lei tutto il giorno»

«Non mi metto mica ad uccidere la gente... Poi stai viaggiando troppo con la fantasia Jih, sono brava nel mio lavoro, non mi beccheranno mai» Scherzò Tzuyu. «Ma cambiando argomento... Già che ci sono, vorrei chiederti una cosa se hai del tempo libero»

«Certo. È una cosa seria? Preferisci che venga lì di persona?»

«Non preoccuparti, niente che non possa chiarire al telefono»

«Allora dimmi, sono tutta orecchie»

«Ti ricordi quando mi hai detto che tu e Nayeon uscivate insieme?»

«Certo che sì, l'espressione sul tuo viso era esilarante»

«Tralasciando la mia espressione più che giustificata, avrei una domanda in merito... Quando esattamente hai capito che Nayeon era più che un'amica per te?»

«O mio Dio! Chi è la fortunata?»

«Taci e rispondi alla domanda, pettegola»

«Oh scusa se sono interessata alla vita amorosa della mia migliore amica» Jihyo si concesse del tempo per ridacchiare, prima di risponderle. «Ma non saprei dirti esattamente com'è successo... Mi ricordo solo il momento esatto. Lei stava mangiando un panino e si era sporcata con della salsa sulla bocca...Presi un tovagliolo per pulirla e quando lo feci le mi guardò e basta. Nel momento esatto in cui lei abbassò lo sguardo sulle mie labbra, capii che baciarla era esattamente quello che volevo. Lei e nessun'altro»

«Capisco...» Tzuyu si fermò a riflettere. Ovviamente i due momenti erano completamente diversi, ma non riusciva a non pensare a quanto fossero morbide le guance della ragazza che si trovava nel suo seminterrato. Era scattato qualcosa in lei e forse adesso aveva capito cosa fosse esattamente. «Grazie Jih»

«Ora mi dirai chi è o devo scoprirlo da sola?»

«Fatti gli affaracci tuoi»

«Continua a rispondermi così e ti denuncio»

«Ma stai zitta!»

Ci fu un breve periodo di silenzio, seguito poi dalle risate di entrambe le ragazze. Continuarono a parlare fino ad ora di cena. Tzuyu sarebbe rimasta volentieri anche oltre, ma doveva cucinare per sua madre e per Sana e purtroppo non poteva prorogarsi oltre.




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ANGOLETTO

Duuuuuunque... Sto lavorando ad una nuova copertina per la prossima ff. Non sapevo decidermi, quindi ho optato per un "mi farò ispirare dalla grafica" Quindi per ora non so esattamente di cosa si tratterà e di conseguenza, sarà una sorpresa per tutti!

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