"Il coraggio non è l'assenza di paura,
ma la decisione che qualcosa è più importante della paura."
— Ambrose Redmoon
Donovan era seduto a capotavola, avvolto in un'aura di inquietante sicurezza. Con lui c'erano altri quattro uomini, tutti esageratamente muscolosi, con braccia che sembravano poter spezzare qualcuno con un solo movimento. I loro sguardi erano freddi, taglienti, e carichi di una minaccia silenziosa che rendeva l'aria nella stanza pesante, quasi soffocante. Due di loro potevano avere più o meno la nostra età, mentre gli altri due erano visibilmente più grandi.
Superai i miei fratelli e mi posizionai davanti al tavolo. I suoi occhi e quelli dei suoi amici scattarono su di me.
"La bellissima Cassandra nel mio locale e hai portato degli amici."
"Non sono qui per giocare, Donovan. Dove sono?"
Per un attimo il suo sguardo passò da me ai miei fratelli, come un bambino che cerca di ricollegare i pezzi di un puzzle.
"Aspetta un attimo." Fece una pausa, scrutandoci uno a uno. "Voi siete DJ e Tony Heart, e siete nel mio locale con lei."
Mi indicò con un'espressione a metà tra l'incredulo e il vittorioso.
"Tu, Cassandra, sei la piccola Heart."
Rimasi impassibile all'esterno, ma dentro di me tutte le certezze iniziarono a tremare.
Il mio cognome era una sorta di spada di Damocle, sospesa costantemente sopra di me, pronta a cadere al minimo passo falso. Ogni volta che veniva pronunciato, non portava solo il peso del mio passato, ma anche quello delle scelte di mio padre biologico, un uomo che aveva trasformato il nostro nome in un simbolo di potere e paura. Eppure, nonostante tutto, non potevo ignorare quanto quel nome influenzasse ogni mia azione, ogni decisione. Era una parte di me, per quanto cercassi di fuggirne. A Las Vegas, mio padre biologico, Trevor Heart, era un nome noto e temuto. Il suo curriculum parlava da solo: rapine, risse, gare clandestine e, occasionalmente, omicidi commessi in prima persona. Trevor era diventato uno degli uomini più potenti di Las Vegas e, di conseguenza, il nostro cognome era sostanzialmente un bersaglio.
I miei fratelli si affiancarono a me, e io evitai di guardare nella direzione di Mel e Kyle. Sapevo che Mel non aveva idea di cosa stesse succedendo, ma Kyle stava sicuramente collegando tutti i punti.
"Voglio sapere dove sono Peter e Blake e poi ce ne andremo."
"Sai, piccola Heart, il tuo fidanzatino e il suo amico non sono stati collaborativi. Questo non mi piace."
Mi avvicinai a lui, la mia pazienza stava per finire. Donovan stava giocando con noi e io avevo bisogno di vedere con i miei occhi Blake e Peter, e di vederli tutti interi.
Nell'esatto momento in cui i suoi amici notarono quanto mi fossi avvicinata, Donovan sorrise, inclinando leggermente la testa. "Sai, Cassandra, sei proprio come tuo padre. Testarda, temeraria... ma lui sapeva quando fermarsi. Tu? Ho qualche dubbio."
Quel paragone mi gelò il sangue, ma non ebbi il tempo di rispondere. I suoi amici si fiondarono su di noi e la rissa si scatenò in pochi istanti. Il caos esplose intorno. Melody si ritrovò nel mezzo, e la tirai per un polso, nascondendola dietro di me.
"Cass, non posso lasciarti fare tutto da sola!" sussurrò con voce tremante, ma i suoi occhi cercavano di trasmettere forza.
Vedevo la paura in lei, ma anche una determinazione che non mi aspettavo. Avrei voluto aiutare i ragazzi, ma non potevo lasciare Mel da sola. Dovevo anche trovare i nostri amici.

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Ricordami chi ero
RomanceLa storia di Cassandra e Blake vi farà dubitare di ogni certezza Vi farà credere nei brividi sotto pelle Nel fiato che si spezza Nella pelle d'oca che non mente. Vi farà credere nelle anime prima dei corpi Nell'adrenalina come costante Nel destino...