Blake pov

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Era andato tutto a puttane.

Le ossa e i muscoli mi facevano male, Donovan aveva deciso di usare me e Peter come sacchi da box per lui e i suoi uomini il giorno prima, ma la cosa che più mi faceva male era la centro del mio petto anche se mi costava ammetterlo.

Le avevo detto di andarsene e di non farsi più vedere, io e i ragazzi eravamo d'accordo aveva rischiato troppo anzi tutti avevano rischiato troppo persino i suoi fratelli.

Donovan conosceva la sua identità e soprattutto la sua storia, gli Heart erano potenti anche se non crudeli come il loro padre, vivevano tutti e tre nell'anonimato perché il loro cognome era come una sorta di bersaglio puntato sulla loro schiena e su quella di chi gli stava troppo vicino.

Non mi sarei mai dovuto riavvicinare a lei e mai come questa volta avrei mantenuto la promessa di lasciarla andare.

Donovan ci aveva sfidato apertamente e questa guerra andava avanti da troppo tempo, io e i ragazzi iniziammo a lavorare con lui quasi per caso e andammo avanti per un paio di mesi ma poi le cose che ci chiedeva erano diventate troppo persino per noi.

Avevo ucciso un uomo per conto di Donovan e gli incubi ancora mi perseguitavano, avevamo deciso di tirarci indietro ma per farlo avevamo bisogno di una sorta di assicurazione, o almeno questo era il piano originale, riuscimmo a trovare un suo punto debole, era un doppiogiochista e lo era anche con i suoi soci più potenti ovvero quelli di Las Vegas, quello che non sapevano gli Heart era che il socio principale di Donovan era proprio il loro padre e per questo tenerla così vicino a me era l'equivalente del piantargli una pallottola in testa.

Peter e Kyle riuscirono a trovare dei documenti che lo inchiodarono e così decidemmo di minacciarlo e di uscire dal suo giro, ricordo che quel giorno ci sentimmo i padroni del mondo ma durò poco perché Donovan era molto più potente del previsto e iniziò a colpirci lentamente, il problema furono le nostre risposte oltre a quello che sapevamo su di lui nel corso del tempo gli avevamo fatto perdere anche parecchi soldi e ora era assetato di vendetta.

Non doveva ricollegare gli Heart a noi o avrebbe scatenato una guerra e ora io e i ragazzi avremmo dovuto trovare una soluzione.

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Ero steso sul divano da un po', la casa era immersa nel silenzio perché sia Kyle che Peter erano usciti, ci saremmo rincontrati nel pomeriggio in palestra perché non avremmo più potuto saltare gli allenamenti dato che tutti e tre avevamo una borsa di studio sportiva, non so perché ma in quel momento mi venne voglia di chiamare i miei genitori, non li sentivo da un po' e considerando il nostro rapporto negli ultimi due anni non ero nemmeno sicuro che avrebbero risposto.

Mi giravo e rigiravo il telefono in mano quando mi arrivò un messaggio di Kyle, il coach aveva anticipato gli allenamenti e avevo dieci minuti di tempo per prepararmi prima di trovarlo sotto casa per andare in palestra.

Mi alzai e in modo meccanico iniziai a prepararmi, la mia testa era una centrifuga di pensieri, la vendetta per Donovan ci sarebbe stata alla prossima gara, il piano era quello di sfidarlo pubblicamente così da non dargli modo di tirarsi indietro o mandare uno dei suoi uomini, io l'avrei battuto e umiliato e in palio invece del solito montepremi avremmo scommesso la nostra libertà.

Non era un piano perfetto, anzi, ma non era ancora arrivato il momento di attaccarlo direttamente e soprattutto avrei voluto evitare in tutti i modi spargimenti di sangue, ero stato io il primo a rispondere alle provocazioni di Donovan e non mi sarei mai perdonato se fosse successo qualcosa ai miei amici.

Avevo dovuto raccontare ai ragazzi tutta la verità su Cassandra, sulla sua famiglia e su Las Vegas e anche se in un primo momento volevano andare a riprenderla e sfidarla in una gara, subito dopo realizzarono il pericolo che aveva corso e furono d'accordo sul lasciarla fuori da questa storia.

Non so cosa pensassero di noi due, ma qualsiasi fantasia era destinata a morire perché non mi sarei mai più avvicinato a lei con o senza la minaccia di Donovan, l'avevo cacciata dalla mia vita una seconda volta e proprio come la prima era stato come strapparmi il cuore dal petto, ma non me ne sarei pentito perché l'avrei protetta da me e dalla mia vita.

Ricordami chi eroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora