Il gatto che riposava con la Dea

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And I've heard of a lovet

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And I've heard of a love
t

hat comes once in a lifetime.
And I'm pretty sure that
you are that love of mine.


-Ruth B.

Capitolo 11

La stiva era piena di risate, suoni, vita. Qualcosa a cui Selina aveva perso l'abitudine. Non passava così tanto tempo con molte persone dai tempi degli addestramenti. Le camere in comune erano d'obbligo per la gavetta, ma già dai suoi diciotto anni condivideva camera con una o due persone al massimo. La salutarono, battendole le mani callose sulle spalle, complimentandosi e lasciandola leggermente stordita. L'adrenalina che aveva provato stava scemando e quasi non notò l'atmosfera arancione che si intensificava man mano che si avvicinava al suo letto. Al suo sguardo sulle brande, però, non vide Ailill. In quel momento, tutte le sue attenzioni, il suo istinto e l'addestramento la colpirono nello stomaco. Si girò e scandagliò tutta la parte di stiva addetta agli alloggi. Il battito le incrementò tra le costole, facendole quasi male. Nohy era al suo posto, ma non sembrava preoccupato. Da quando si erano imbarcati non avevano più avuto modo di parlare a tu per tu e se era sceso al coperto con tutti gli altri, doveva aver visto il principe. Fece per andare da lui, prenderlo per il colletto della camicia, sbatterlo contro la parete in legno e l'avrebbe minacciato. Compì il primo passo, ma si gelò non appena si sentì chiamare. La testa scattò in quella direzione, facendo scricchiolare il collo rigido. Non vide nulla, se non una tenda color dell'impasto del pane mezza bucata. Dalle pieghe del suo movimento, sbucò la testa bionda del principe. Un sorriso largo si aprì alla vista degli occhi scuri che riflettevano le fiamme del fuoco che finiva di tramontare. Selina si sbrigò a raggiungerlo.

«Non sei alle nostre brande. Che ci fai qui?» domandò, conservando la preoccupazione in fondo al petto, senza lasciarle l'opportunità di scivolarle nella voce.

Spostando abbastanza la tenda per far passare la sua guardia, Ailill si mosse di lato. «Ryian e Mahurik ci hanno lasciato il loro posto.»

Subito dopo le sue parole, notò la sorpresa farsi largo nelle iridi stellate della ragazza. La palpebre si erano spalancate appena e le labbra si erano schiuse, lente, a formare un sorriso lievemente accennato. La luce tremula di una candela illuminava quello che era diventato il loro posto privato. Il letto del reale era appena sotto ad un oblò, da cui filtrava l'ultima luce del giorno, prima di lasciare spazio alle tenebre. Quel lato di nave dava a ovest, reclamando a sé la notte, ma con tutta la quiete che l'estate era capace di donare. Nel resto della stiva non c'erano candele eppure lì, appoggiata ad un tavolino di legno dentro ad una piccola lanterna mezza rotta, ne brillava una.

«Dove... come?» Si ritrovò senza parole, vedendo quella piccola cortesia fatta apposta per lei.

«Ho chiesto al capitano se avesse qualche candela. Saranno abbastanza fino al nostro arrivo, credo. Ancora non so dove siamo diretti, ma potrei chiederne ancora se finissero prima. E, nel caso la cera finisse prima del dovuto, avresti la luce della notte che entrerà dall'oblò.» spiegò il biondo, con un sorriso.

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