Il mio pezzo di luna

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Capitolo 16

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Capitolo 16

Ailill si trovò spaesato. Non capiva perché Selina non stesse più al suo fianco. Da quando erano partiti, dopo il sostanzioso pranzo, gli aveva a malapena rivolto qualche parola, all'infuori degli ordini. Se ne stava a capo della spedizione, insieme a Reira e Zade, ridendo e scherzando con loro, per controllarlo solo di tanto in tanto. Sotto sue indicazioni, era rimasto con i pirati, accerchiati dai militari. Nohy gli teneva compagnia, cercando di parlargli ma per la prima volta, si trovò un muro di silenzio davanti. Ogni pensiero del biondo era fisso sulla sua guardia. Si chiese per più volte che cosa avesse fatto o detto di male, ma non riusciva a darsi risposta. Selina, dal canto suo, preferiva stargli lontano per non dover rispondere ai suoi dubbi. Quello che aveva detto a cena l'aveva in qualche modo ferita e non voleva pensarci. Capiva che il suo ruolo era basato sul difendere la sua vita ma si aspettava che lui la considerasse un'amica, per quel che potevano permettersi. Sentiva il suo sguardo sulla schiena, verde come la natura che li circondava, impedendole di dimenticarsi di lui per mezzo secondo. Zade la guardava di sottecchi, ma se n'era accorta. Anche dello sguardo che aveva lanciato al principe, notando quanta distanza ci fosse tra di loro. Quando le aveva chiesto se tutto andasse bene, l'aveva rassicurato. Il suo posto era davanti alla spedizione, per evitare che qualcuno si facesse male. Quello del biondo era in mezzo alla protezione di pirati armati e militari addestrati. Reira, invece, non le aveva fatto domande. Aveva capito che qualcosa non andava e per questo le stava raccontando tutte le avventure che aveva vissuto nel poco tempo separate. Lei e Selina erano amiche da quando la principessa aveva messo piede nel primo campo d'allenamento. All'età di appena dieci anni, era l'unica bambina che riusciva in quasi tutti gli esercizi. Poco dopo, si era trovata una rivale. Entrambe eccellevano in ogni mansione, ribelli e scapestrate, con l'unica differenza che la corvina era pronta a tutto per riuscire negli ordini. Era arrivata anche a rompersi un braccio pur di seguire un ordine che, se eseguito alla lettera, era quasi impossibile. Da quell'incidente avevano legato molto, scoprendo che Reira era l'unica figlia di una coppia molto povera. L'unica mansione che poteva portare onore e ricchezza era il militare e lei stessa si era arruolata. Voleva eccellere e diventare la migliore in ogni campo, così da poter rendere orgogliosi i suoi genitori. Fu allora che la principessa le rivelò le sue origini e aveva chiesto alla sua nuova amica se avesse continuato quella carriera, nel caso i suoi genitori fossero stati meno poveri. Con un cenno deciso, la corvina annuì. Sentiva che quella era la sua vita. Grazie a quel discorso, appena Selina tornò a casa la sera, parlò con i suoi genitori della situazione della bambina e insieme si dedicarono a facilitare la vita di quella coppia. Ora che erano entrambe adulte, quel legame non si era distrutto, anzi. Avevano fatto in modo di rimanere ben salde alla loro amicizia. Soprattutto la generale del plotone, che vantava pochissime amicizie al contrario della principessa.

«Hai un piano per affrontare i mercenari? Pensi che siano ancora a palazzo?» le chiese, facendo roteare la sua lunga spada, ancora coperta dal fodero.

Selina la guardò. Dopo le risate che avevano passato, non riuscì a non scoccare un'occhiata verso il biondo, trovandolo a fissarla. «Non credo che siano a palazzo. Potrebbero anche pensare che ci faremo ritorno, ma già dopo la nostra fuga era lasciato al vento.»

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