Riuysh e Pyxis Nautica

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And all I gave you is goneTumbled like it was stoneThought we built a dynastythat heaven couldn't shake

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And all I gave you is gone
Tumbled like it was stone
Thought we built a dynasty
that heaven couldn't shake

- MIIA

Capitolo 22

Il cavallo che sosteneva Selina era a capo di tutti. Cavalcava senza fiato, in direzione del palazzo che l'aveva vista crescere. Doveva cambiarsi d'abito e recuperare le sue armi, poi si sarebbe lanciata all'inseguimento di Ailill, anche se sperava fosse tornato a Vigrail. Non voleva aspettare oltre. Non poteva. Averlo distante, senza protezione, la fece sentire a corto di ossigeno, molto più di quanto si sentisse già. Appena si trovò davanti alle guardie del palazzo, si lanciò dal cavallo ancora in corsa. Atterrò in piedi e si fece riconoscere da uno dei militari.

«Loro sono con me.» disse soltanto, indicando il gruppo dietro di lei, arrivato solo in quel momento.

Erano guidati da Zade e, alla fine, li pattugliava Reira. Pirati e militari erano stremati quando seguirono i reali nel palazzo. Selina, scorgendo due domestiche, diede loro ordine di creare posti letto per tutti mentre camminava dritta verso la sala del trono. Scivolò per i corridoi e si gelò a metà di quello più vicino alla stanza. Girò lo sguardo sulla parete, a lei fin troppo familiare per notare un cambiamento così drastico. Il suo dipinto non c'era più. Le era stato fatto al suo ritorno dai sei mesi militari, appena dopo la sua incoronazione. Le dita sfiorarono la pietra fredda. Nuda. Sospirò e sperò che non fosse ciò che pensava, tornando a camminare. Anche se a piedi nudi e vestita di un abito non più candido, fece la sua entrata nella camera occupata dai genitori. Alcuni mercanti erano fermi nel centro della stanza, con fogli e lunghe pergamene che cercavano di compilare. Ogni paio d'occhi – reale, civile o militare – si scontrarono con la figura della giovane.

«Altezza?» mormorò una dei commercianti, dopo averla controllata dalla testa ai piedi.

Selina lo fulminò con lo sguardo, passandole al fianco. Si inchinò al cospetto dei genitori, piegandosi su un ginocchio e abbassando la testa. «Desidero udienza. Urgente.»

A quelle parole, i due ospiti si sbrigarono a rimettere tutto in ordine, ma la Regina li fermò. «Non qui, figlia. Attendici nelle tue stanze.»

«Madre, è urgente.» La principessa non osò muovere un muscolo di quelli visibili, ma strinse i denti, coperta dalla cascata di polvere lunare dei suoi capelli.

«Lo capisco. Attendici nelle tue stanze.» ripeté la donna dai capelli scuri.

La quasi albina sbatté la mano a terra e si alzò, voltando le spalle ai reali e uscendo di gran furia dalla porta. Il suono sordo e riverberante del colpo si fece largo in tutta la sala del trono. Non le interessò di sembrare sgarbata davanti a quella donna e suo marito. Voleva solo parlare con i suoi genitori.

Appena fuori dall'uscio, Selina trovò Zade. «Che cosa hanno detto?»

«Di aspettare nelle mie stanze. Come se ne avessi il tempo.» sbuffò la guardia, camminando fino a dove aveva passato quasi tutto il tempo notturno della sua vita a guardare il cielo.

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