I'd crawl through hell
if it meant that I
could keep you
-Beth Crowley
Capitolo 27
L'aria le mancò, costringendola a svegliarsi di colpo. Si passò le mani sul viso, più volte, prima di capire che non c'era stoffa ad accecarla. I suoi capelli erano asciutti e riusciva a muoversi. Era passato più di un mese da quando era tornata dal convento, eppure alcune notti erano dimora di incubi. Troppo reali per essere solo immaginari. Troppo vacui per essere veritieri. Scoccò un'occhiata al giovane che dormiva al suo fianco. Era fermo, rannicchiato su se stesso e le dava la schiena. Fino a pochi istanti prima, Selina aveva sentito le sue spalle contro quelle del Re e l'essersi svegliata quasi senza respirare non le aveva dato il tempo di riflettere. Da giorni dormiva a pancia in giù solo per riuscire a sentire la schiena libera. Si levò a sedere, passandosi ancora una volta i palmi sul volto. Sospirò e guardò fuori dalla finestra. Il sole non era ancora sorto, ma il cielo si stava preparando ad accoglierlo. Scese cauta dal letto e s'infilò i pantaloni sotto la lunga camicia da notte che Ailill le aveva fatto recapitare solo poche ore prima. Camminò scalza fino allo studio e si accucciò sul divano. Si tirò le ginocchia al petto e guardò il lago ingrigirsi. Sentiva lo sguardo della sé dipinta addosso. Non si sentiva più quella ragazza. I suoi stessi occhi le pesavano come macigni contro le spalle. Non sapeva se avesse deluso la piccola sé o l'avesse resa fiera. Selina sospirò di nuovo, stringendosi ancor più in se stessa. Almeno aveva ancora il silenzio. Quello non poteva farle male. Non come alcune parole. Il cinguetto degli uccellini era lontano e anche il vento che sembrava scuotere dispettoso le chiome degli alberi era distante. I vetri non tremavano. Il mondo viveva la sua vita lontano da quella piccola stanza e a lei andava bene così. Senza potersi allenare e scaricare il suo essere irrequieta, doveva trovare il controllo in altri modi. Restò rannicchiata finché un rumore la mise in allerta. Subito dopo, un grido soffocato la fece scendere di corsa dal divano e volare in camera da letto. Si fermò solo quando vide il biondo seduto su letto, con le mani nei capelli. Le spalle si alzavano troppo lentamente perché potesse respirare normalmente. Cercava di reprimere qualsiasi cosa lo avesse svegliato, così come faceva lei. Quanto erano uguali? Quanto erano spezzati dentro e fingevano per non far preoccupare chi avevano al proprio fianco? Selina avanzò di qualche passo e il fruscio dell'abito attirò l'attenzione del Re.
«Non andare oltre. Sei qui o sei frutto della mia mente?» chiese. Gli occhi ancora velati dall'incubo e dalle poche ore di riposo.
La principessa si fermò. Quante volte gli era capitato di immaginarla in quella posizione? Troppe. Ailill aveva perso il conto di quante volte, al suo risveglio, la sua mente ancora stanca si era presa gioco di lui. «Sono qui. Posso avvicinarmi?»
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Tears & Riot
Fantasy"Il rancore affonda le unghie molto più a fondo e fare del male è più facile." Ailill ha perso tutto in una sola notte. Ha perso casa, famiglia, e metà del suo cuore in una tomba. Il senso di colpa lo soffoca. La sua esistenza è maledetta e non vuo...