Scommessa

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Mi scostai per guardarlo.
"Posso sopportare le tue bizze " Lui mi scrutò per un istante, poi un vago sorriso gli increspò le labbra.
"Non sò perché mi sopporti, ma in caso contrario non sò che farei".

Sentii il suo fiato, sapeva di sigaretta e menta. Guardai la sua bocca e fui percorso da un fremito per quella vicinanza. L'espressione di Christian cambiò e il suo respiro si fece irregolare. Anche lui se n'era accorto. Si avvicinò ancora, e un attimo dopo trasalimmo allo squillo del cellulare. Christian sospirò e lo estrasse dalla tasca.

" si Wax? Gesú... Va bene, sono soldi facili. Al Jefferson? "  mi guardò e ammiccò. "Ci saremo" chiuse la telefonata e mi prese per mano.

"Vieni con me" mi trascinò in corridoio.
"Era Wax, Brady Hoffman sarà al Jefferson tra 90 minuti" disse a Alex.
Alex annuí e si alzò, pescando il cellulare dalla tasca. Sparse rapidamente la notizia inviando whatsapp ai frequentatori abituali del Cerchio.

"Ci siamo" esclamò Luigi sorridendo. "Vado a darmi una rinfrescata"

Il clima nell'appartamento era teso e nello stesso tempo effervescente. Christian sembrava il meno agitato. S'infilò gli stivali e una canotta bianca come se dovesse andare a fare la spesa. Luigi mi portò nella stanza di Christian e mi guardò corrucciato.

"Devi cambiarti, Matti. Non puoi venire così all'incontro"

"L'ultima volta avevo un maledetto cardigan e non hai detto niente! " obbiettai

"L'ultima volta non pensavo ci saresti venuto davvero, ecco metti questi " ordinò lanciandomi dei Jeans strettissimi e una maglia super aderente che metteva in risalto i miei muscoli

"Non la metto questa roba! "
"Andiamo! " ci esortò Alex dal soggiorno.
"Sbrigati! " mi urlò Luigi precipitandosi nella stanza.

Luigi spuntò dalla Camera con un paio di jeans aderenti e una canottiera trasparente. Alex e Christian ci aspettavano alla porta. Christian restò a bocca aperta.
"Oh, no. Mi vuoi morto, ti devi cambiare fraté"
"Cosa c'é? " chiesi guardandoli. Luigi si mise le mani sui fianchi.
"É splendido Chri, lascialo in pace! ".
Lui  mi condusse in corridoio.
" mettiti una tuta, una felpa qualcosa di comodo"
"Cosa? Perché?"
"Perché con questa maglia e questi jeans mi preoccuperei più di chi ti guarda che di Hoffman"
"Credevo avessi detto non t'importa un'accidente di quello che pensano gli altri"
"É diverso, fraté" Christian mi squadrò dalla testa ai piedi "non  puoi indossare questo all'incontro quindi ti prego... Ti prego cambiati"  balbettò spingendomi nella stanza e chiudendomi dentro.
"Christian! " urlai. Contrariato mi cambiai e misi una tuta, corsi in corridoio e mi fermai sulla soglia.
"Meglio? " chiesi
"Si! " esclamò lui sollevato. "Andiamo! " Ci  precipitammo al parcheggio. Saltai sulla moto mentre lui dava gas e shizzammo via, lungo la strada che portava al college. Mi strinsi alla sua vita pieno di aspettative.

Christian salí sul marciapiede e parcheggiò all'ombra, dietro al Jefferson liberal arts. Si sistemò gli occhiali da sole sulla testa e mi prese per mano, sorridendo mentre sgattaiolavamo verso il retro dell'edificio. Si fermò davanti una finestra aperta del seminterrato. Sgranai gli occhi
"Stai scherzando" sorrise
"Questo é l'ingresso vip. Dovresti vedere come entrano gli altri"
Scossi la testa mentre lui infilava le gambe e scompariva nel buio. Mi chinai e gridai il suo nome.

"Sono quaggiú, fraté. Entra con i piedi, ti prendo io"
"Sei del tutto fuori di testa, se pensi che salterò la dentro ! "
"Ti prendo, te lo prometto! Dai sbrigati! "
Sospirai e mi toccai la fronte con la mano " é una follia! "

Uno splendido disastro Versione ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora