il Ringraziamento

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Il sole inondava di luce gli edifici fuori dalla finestra e io mi spazzolai i capelli davanti allo specchio , riflettendo su quale strategia adottare per fingere di essere ancora il ragazzo di Christian.
"É solo un giorno Mattia ce la puoi fare" dissi al mio riflesso. Fingere per me non era mai stato un problema. Ciò che mi preoccupava era quello che sarebbe successo durante. Quella sera Christian mi avrebbe riaccompagnato a casa e avrei dovuto prendere una decisione. Toc toc, mi voltai verso la porta , Simone era fuori da ore e Luigi e Alex erano già in viaggio e non avevo idea di chi potesse essere. Andai ad aprire
"Christian? " sussurrai sorpreso
"Sei pronto? " sollevai un sopracciglio
"Pronto per cosa? "
"Hai detto di passarti a prendere alle 5" incrociai le braccia al petto
"Intendevo le 5 di mattino! "
"Oh chiamo mio padre e lo avverto che non dormiamo lí"
"Christian! "
"Ho preso l'auto di Alex, così non dovremmo caricare le borse sulla moto. C'é una stanza libera per te. Possiamo guardare un film o.. "
"Non ho intenzione di fermarmi da tuo papà, mi sembra di averlo già detto! " lui fece il muso lungo.
"D'accordo.Io uhm... Ci vediamo domani mattina".Indietreggiò e chiusi la porta appoggiandomi contro di essa, in preda a un turbine di emozioni. Alla fine sospirai esasperato. Con la faccia delusa di Christian ancora davanti agli occhi, aprii la porta e uscii. Si era incamminato lungo il corridoio e stava armeggiando con il cellulare.
" Christian aspetta" si girò di scatto e il suo sguardo pieno di speranza mi fece male al petto.
"Dammi il tempo di prendere 2 cose" dissi, il suo volto fu illuminato da un sorriso grato, di sollievo. Mi seguí fino in camera e mi osservò riempire alla rinfusa una borsa.
"Ti amo ancora fraté" non alzai lo sguardo.
"Smettila.Non lo suo facendo per te" lui trattenne il fiato.
"Lo sò".

Il tragitto fino a casa di suo padre fu immerso nel silenzio. In macchina si percepiva un'energia nervosa ed era difficile stare fermi. Quando arrivammo Nicolò e Ivan uscirono sorridenti sul portico.
" Mattia zenzola! Non vediamo l'ora che arrivi la cena di domani. É passato tanto tempo da quando... bé é passato tanto tempo" annui e seguii Christian in casa.
"Vi ho sistemato nella stanza degli ospiti  Chri. Ho immaginato che i letti della tua camera non fossero adatti " guardai Christian era dura vederlo in difficoltà
"Mattia uhm... Lui... Starà nella stanza degli ospiti. Io nella mia" disse
Nicolò fece una smorfia
"Perché vive da te giusto? "
"Non negli ultimi tempi" rispose cercando disperatamente di nascondere la verità. Nicolò e Ivan si guardarono
"Sono anni che uso la stanza di Thomas come ripostiglio, perció ho pensato di dargli la tua. Ma puó dormire sul divano, non preoccuparti" concluse Ivan.
"Non si preoccupi Ivan, lo facevamo  per rispetto" dissi toccandogli il braccio. La sua risata echeggió in tutta la casa e lui mi strinse affettuosamente la mano.
"Conosci i miei figli Mattia. Sai che é impossibile praticamente offendermi".Christian indicò con un cenno le scale e lo seguii. Aprí la porta con il piede e posó le borse a terra. Guardó il letto e poi me. Vidi una cornice appesa al muro, con una foto di Ivan e la mamma di Christian.
" mi dispiace fraté. Dormiró per terra"
"Puoi dirlo forte, non riesco a credere che tu  mi abbia convinto ad accettare" risposi. Si sedette sul letto e si sfregò frustato la faccia.
"Sarà un disastro. Non sò che cosa mi sia passato per la mente"
"Sò esattamente cosa ti é passato per la mente. Non sono stupido Christian" lui mi guardò e sorrise
"Però sei venuto lo stesso "
"Si perché anche se sei una testa di cazzo ci tengo a te, devo preparare tutto per domani" risposi aprendo la porta. Lui si alzó
"Ti dó una mano".
Pelammo una montagna di patate, tagliammo le verdure mettemmo il tacchino a scongelare e cominciammo a preparare le torte. La prima ora fu la piú difficile, ma quando arrivarono i gemelli tutti ci raggiunsero in cucina. Ivan raccontò aneddoti sui figli e ridemmo delle disastrose feste del Ringraziamento in cui avevano tentato di fare qualcosa di diverso che ordinare una pizza.
" Anna era un'ottima cuoca, Chri non se lo ricorda,ma dopo la sua scomparsa cimentarsi in cucina non ha avuto più senso"
"Non sentirti sotto pressione Matti" mi rassicurò Nicoló afferrando una bottiglia dal frigo.
"Tiriamo fuori le carte. Voglio cercare di riprendermi un pò dei soldi che mi hai spillato"  Ivan lo ammoní con un dito
"Niente poker questo fine settimana, Nick. Ho portato giú il domino. Niente scommesse,maledizione.Parlo sul serio " Nicolò scosse la testa
"D'accordo, d'accordo"  i gemelli uscirono dalla cucina e Nicolò li seguí.
"Vieni Chri"
"Aiuto Matti"
"Non c'é molto da fare  tesoro vai " dissi, il suo sguardo allora si adfolcí
"Ne sei sicuro? " annuii. Si chinó per darmi un bacio sulla guancia e mi accarezzò un fianco prima di avviarsi nell'altra stanza. Ivan aveva osservato i figli uscire
"É incredibile quello che stai facendo, Mattia. Non penso tu ti renda conto quando lo apprezziamo"
"É stata un'idea di Chri. Sono contento di contribuire" si appoggiò al banco con tutta la mole e bevve un sorso di birra.
"Tu e Christian non avete parlato molto. C'é qualche problema? " versai un pò di detersivo e iniziai a lavare i piatti.
"Direi che le cose sono un pò cambiate"
"É quello che pensavo, devi essere paziente con lui. Christian era molto legato alla mamma e da quando l'abbiamo persa non é stato più lo stesso. Pensavo ne sarebbe uscito sai visto che era così piccolo. É stata dura per tutti ma per lui... Ha smesso di volere bene agli altri. Mi ha stupito che ti abbia portato qui. Da come si comporta quand'é con te, da come ti guarda, ho capito che sei speciale" sorrisi ma tenni lo sguardo fisso verso il lavandino.
"Christian passerà dei brutti momenti e farà un sacco di errori. É cresciuto insieme a un gruppo di bambini orfani e un padre solitario e brontolone. Eravamo tutti un pò persi dopo la morte di Anna e suppongo di non aver aiutato i ragazzi come avrei dovuto. Sò che a volte é difficile ma devi volergli bene lo stesso Mattia. Sei l'unico che ha mai amato dopo sua madre. Non só cosa accadrebbe se perderebbe anche te" disse. Trattenni le lacrime e annuii incapace di rispondere. Ivan mi posò una mano sulla spalla e me la strinse.
"Non l'ho mai visto sorridere come fa quando é con te. Spero che un giorno tutti i miei ragazzi abbiano un Mattia" Si allontanò in corridoio e io cercai di riprendere fiato. Sapevo che passare il Ringraziamento con Christian e la sua famiglia sarebbe stato faticoso ma non pensavo che il mio cuore si sarebbe spezzato di nuovo. Mentre io lavabo i piatti gli Stefanelli ridevano e scherzavano. Finii di pulire tutto e mi avviai verso le scale per andare a dormire. Christian allora mi afferró la mano.
"É presto fraté. Non starai già andando a letto vero? "
"É stata una giornata lunga. Sono stanco"
"Stavamo per guardare un film. Perché non ti fermi con noi? " guardai le scale e poi il suo sorriso speranzoso.
"Okay" mi condusse per mano sul divano e ci sedemmo. Christian allungó il braccio alle mie spalle. Tentava di mantenere la facciata e nel contempo di tranquillizzarmi. Era stato molto attento a non approfittarne della situazione e mi ritrovai divisa tra gratitudine e delusione. Seduto vicino a lui respiravo il suo odore di tabacco e colonia, ed era difficile mantenere le distanza, sia fisiche che emotive. Come temevo la mia determinazione stava venendo meno. Cercavo di cancellare dalla mente tutto quello che Ivan mi aveva detto in cucina. A metà film la porta si spalancò e Thomas entró con una valigia in mano.
"Buon ringraziamento! " esclamó posando i bagagli a terra. Ivan si alzò e abbracció il figlio maggiore. Tutti tranne Christian andarono a salutarlo.
"Non vai a salutare Thomas? " mormorai. Quando parlò non mi guardó contunuò a osservare la famiglia che si abbracciava e rideva.
"Ho una sola sera con te, non ho intenzione di sprecarne neanche un secondo" disse. Io rimasi spiazzato, vidi Thomas avvicinarsi
"Ciao Mattia. É bello rivederti " disse. Christian mi toccò il ginocchio e io abbassai lo sguardo sulla sua mano. Poi lo guardai di nuovo in faccia. Notando la mia espressione tolse la mano e intrecciò le dita sulle sue ginocchia.

Uno splendido disastro Versione ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora