Capitolo 6

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Il weekend era sempre ... noioso.
Non sapeva cosa stesse facendo Minho, nè poteva andare a vederlo.
Non perchè non sapesse dove fosse, quello poteva controllarlo quando voleva, ma perchè non si era mai spinto fin lì.
Un conto era cercarlo a scuola, o quelle poche volte fuori, ma seguirlo sette giorni su sette non se ne parlava, sarebbe sembrato davvero pazzo come uno stalker.

Perché cosa pensi di essere ?
Secondo te è normale cioè che fai?
Pensa se MinMin dovesse scoprirlo... ti odierebbe.
Avrebbe ragione a non volerti più intorno.

La coscienza del ragazzo non aveva tutti i torti.
Quando aveva queste conversazioni interne con botta e risposta non sapeva mai a chi dare ascolto. Quale dei due aveva ragione?
Il Jisung un po' più razionale, o il Jisung innamorato?
Il Jisung innamorato era l'opposto della razionalità, impulsivo e testardo, da tenere a bada perché poteva essere...
pericoloso.

I due giorni a poltrire e ad annoiarsi passarono molto lentamente, anche per le continue lamentele di sua madre,ogni volta per cause diverse,che neanche stava più a sentire.
Quando la sveglia del lunedì suonò, la spense e alzandosi con parecchia fatica date le poche ore di sonno di anche quella notte, andò verso il bagno.
Cercò di farsi una doccia veloce, rischiando di scivolare un paio di volte ma riuscì ad uscire vivo e senza un graffio.
Appena tornò in stanza indossò le prime cose che vide e dopo neanche un quarto d'ora, senza salutare e senza prendere nulla da sgranocchiare per colazione uscì di casa.

Gli arrivò un messaggio.
Chi poteva mai scrivergli?
Per giunta di lunedì mattina?
Solo un pazzo.



Era Felix.

Felix
Buongiorno Jisung sono Felix,
mi sono ricordato ora del fatto che
oggi pomeriggio ci sono i corsi
Potresti venire direttamente
con me dopo, se per te è ok?


Come aveva fatto a dimenticarselo?
Non è che avesse la vita piena di impegni che poteva dimenticarsi dell'unico che aveva.
Era la prima volta per lui, andare a casa di qualcuno, che non fosse un parente almeno.
Sentiva di poter avere un attacco di panico giá così.

Jisung
Va bene.

Quasi si picchiò da solo, ma d'altra parte cosa doveva fare? Rifiutare per tutto il mese finché non sarebbe finito il tempo per fare quel maledetto compito e avrebbe avuto,oltre che un'insufficienza irrimediabile, anche una persona in più ad odiarlo?
Non che l'ultima parte gli importi,era giusto per rafforzare il concetto.

Arrivando in classe vide il ragazzo con i capelli grigi seduto stranamente lontano da Yeonjun, che era il suo solito vicino, in un angolo con un banco vuoto proprio affianco al suo.
Jisung fece per mettersi seduto al posto davanti, anch'esso vuoto, ma Felix lo chiamò prima che potesse poggiare lo zaino.
"Ei! siediti qui."
"Perché?" chiese senza pensarci, facendo rimanere un po' male l'altro ragazzo, che restò a cercare una risposta per un minuto buono.
"Beh...Così parliamo un po', anche del compito? Se non ti va non fa niente ... scusami"

'Anche' del compito? Perché cos'altro vuole?

Con un sospiro quasi inudibile, riprese il suo zaino e si accomodò di fianco l'altro lasciandolo un po' sorpreso.

Oh,ok. Non credevo lo facesse sul serio.

Pensò Felix cercando un modo per iniziare una conversazione, ma effettivamente, cosa poteva dirgli? Mica lo conosceva nonostante i tre anni passati nella stessa classe.
Non sapeva se ridere o sentirsi in colpa per quest'ultima cosa.
In tre anni il corvino non si era integrato alla classe, anzi, sembrava proprio non avere amici ed era come un'ombra, nessuno aveva neanche mai cercato di rendergli la cosa più semplice approcciando per primo.
Quindi si impose di essere lui quel primo.

yandere - minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora