Capitolo 28

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(violenza domestica e presenza di sostanze, non leggete se pensate possano turbarvi questi argomenti)



16 anni fa

"Quel moccioso inutile...
Sono sicuro che crescendo diventerà stupido come sua madre." ringhia l'uomo sbattendo la mano sul legno rigato del tavolo.
Si alza dalla sedia che cigola un po' e barcollando va fino alla stanza che condivide con la sua compagna.
Si era scolato quasi un'intera bottiglia, una delle poche che erano rimaste.
"Dovevamo sbarazzarcene quando ancora eravamo in tempo, è solo uno spreco di soldi."

"Non dire così... è il nostro bambino."
Non riusciva a capire come potesse parlare così del loro stesso figlio, lo stesso che ora stava dormendo angelicamente tra le sue braccia.
Sposta una ciocca dei propri capelli, lunghi e neri, che era andata a finire su una delle guance tonde e paffute del suo bambino sperando di non fargli il solletico e svegliarlo.
Sembrava così tranquillo, innocente.
Non aveva colpe.

Quando era rimasta incinta erano così felici, avevano subito iniziato a progettare insieme come sarebbe stato il loro futuro in tre,loro con il loro Jisung.
Una sera però l'uomo tornò a casa completamente ubriaco e biascicando bestemmie e insulti contro chiunque, disse di essere stato licenziato.
Forse la cosa che lo infastidiva di più era anche il fatto che lo avessero rimpiazzato velocemente.
Non accettava che ci fosse qualcuno migliore di lui.

Da lì la loro convivenza e, di conseguenza, la loro vita
cambiò drasticamente.
Quello che credeva sarebbe stato il suo compagno per sempre, aveva iniziato a trattarla come una pezza da piedi, senza alcuna ragione, quasi come se fosse stata lei la causa del suo licenziamento,del suo fallimento.
Perché era così che vedeva le cose lui, nonostante avesse provato a trovare un altro lavoro da subito, non ci stava riuscendo e ogni volta nei momenti più bui sfogava la sua frustrazione sulla sua compagna e alleviava il peso che sentiva sulle spalle con un'alcolico qualunque.

"Tsk, il nostro bambino"
la scimmiotta avvicinandosi ai due, facendo istintivamente reagire la donna che stringe a sè il bambino, sperando che non lo sfiori.
"Perché non provi a cercarti un lavoro invece di startene con il culo sul letto tutto il giorno?
I risparmi stanno per finire e non trovo i soldi sugli alberi."

Il tono che usa fa capire alla donna che sta perdendo la pazienza e ha paura, paura che possa sfogarsi su di lei ma soprattutto che possa perdere il controllo tanto da prendersela con il piccolo Jisung.
Fino ad oggi se l'è sempre cavata 'solo' con qualche livido, ma non si fidava più di lui già da tempo e sapeva che era capace di tutto.
Almeno io sono in maternità.
Pensa mentre lo vede uscire dalla stanza, poco dopo sente il rumore della porta principale chiudersi.
Quando usciva in questo stato tornava sempre più ubriaco e non era mai una buona cosa.
Sospira guardando il bambino che ancora dorme tra le sue braccia,sa che non durerà molto questo momento di tranquillità.




Mesi dopo le cose non sono cambiate, anzi.
L'uomo rientra quasi sempre a notte inoltrata e sembra spesso che sia appena uscito da una rissa, poi si richiude in bagno e quando esce sembra che sia tutto nella norma.
Non ha mai avuto il coraggio di chiedergli che cosa facesse, anche perché non le importava davvero.

Jisung avrebbe compiuto due anni a breve e le sarebbe piaciuto festeggiare, per rasserenare l'ambiente, per farlo divertire un po', era anche un modo per farlo essere come tutti gli altri bambini.
Lui non aveva niente che non andasse, apparte un padre problematico, quindi perché negargli queste cose?

Così con quell'idea in mente si diresse nel piccolo garage che avevano, dove si era chiuso appunto il suo compagno da qualche ora, per proporglielo.
Voleva una giornata normale da trascorrere insieme al suo bambino, non credeva di chiedere tanto.

yandere - minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora