Capitolo 3 - Fika

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In un B&B poco lontano dalla stamberga una luce tenue illuminava un salottino.

Fu sedotto dal suo inizio: "Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo" e rimase colpito dalla sua fine.

Aveva voluto conoscere quella donna capace di abbandonare il marito e rinunciare al figlio per l'amante. Ora l'aveva fatto.

Leonard si tolse gli occhiali dalla montatura ovale e chiuse Anna Karenina.

Come faceva ogni volta, quando arrivava alla parola fine, strinse il libro tra le mani per diversi istanti, come per assorbirne lo spirito, quella sacralità che non gli dava il leggere, ma l'aver letto.

La bassa stagione gli permetteva diverse distrazioni e una di queste era la lettura. Posò Tolstoj su un tavolino in legno dalla superficie intarsiata, era arrivato il momento di sistemare una delle camere del B&B.

Salì lungo l'ampia scala di legno che portava alle camere, un leggero scricchiolio accompagnava i suoi passi.

In quella sera grigia e piovigginosa le quattro note che echeggiarono sembrarono arrivare da tempi lontani. Il campanello d'ingresso aveva liberato nell'aria le note del Big Ben di Londra.

Il pensiero che potessero arrivare ospiti senza prenotazione lo inquietò: nessuna delle camere era ancora stata sistemata. Mancavano ancora alcuni giorni all'apertura, l'avviso sul sito era chiaro.

Ridiscese la scala e andò ad aprire la porta.

Una ragazza dai capelli biondi, bagnata dalla testa ai piedi, era di fronte a lui.

Portava una T-shirt gialla con la scritta Sweden e teneva uno zaino ai suoi piedi.

Leonard la osservò incuriosito, "Buona sera. Tempo da lupi, vero?"

Lei non capì, ma sorrise.

"Non ho molti soldi, ma... hai una stanza?"

L'inglese della giovane era ottimo e a lui non sembrò vera l'idea di parlare una delle sue due lingue native.

"Ho diversi problemi... ma nessuno riguarda il fatto che tu abbia poco denaro."

Lei l'aveva guardato con grandi occhi azzurri nei quali sembrava infrangersi l'acqua che le scendeva lungo il volto. Questo, perlomeno, fu quello che pensò Leonard.

"Il primo problema è che devi entrare al più presto, o mi si allaga l'ingresso."
La osservò meglio, "E non escluderei nemmeno il rischio di un grosso raffreddore."

Fece un cenno galante con la mano per invitarla all'interno. Non dovette insistere, la ragazza prese lo zaino ed entrò. Lui richiuse la porta.

"Secondo problema: il B&B è chiuso."

La ragazza cambiò subito espressione, il suo sorriso era scemato di colpo.

"Tuttavia... che ore sono? Ah, ecco... tuttavia posso dire che da ora, causa emergenza, il B&B è ufficialmente riaperto."

"Wow", il volto della giovane tornò a essere radioso.

"Devo solo sistemare una camera", il tono era cambiato, "Ma tu ne potrai approfittare per farti una doccia calda." La sua espressione da finto serio aveva lasciato il posto a un sorriso che lei ricambiò.

"Ammiro voi nordici per come affrontate le intemperie, io mi sarei già preso subito un..."

Lo starnuto secco di lei risuonò nell'atrio.

Lui prese un Kleenex e glielo porse "Ecco... intendevo proprio quello."

"Grazie, credo sia solo allergia ai pollini."

B&B - BAD BREATHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora