Capitolo 11 - L'antro

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Il buio avvolgeva ogni cosa e l'aria era satura di umidità. Quella stessa aria trascinava con sé ben altro: era viziata e un odore di urina si mischiava con quello dell'anidride carbonica in eccesso. In quel luogo malsano ristagnava paura e angoscia.

Flebili gemiti rompevano quello che sembrava un silenzio eterno. I lamenti erano soffocati, imprigionati nel corpo da cui nascevano.

Una luce si accese e l'antro si illuminò all'improvviso. La lampadina a incandescenza, senza alcuna pietà e senza pudore, invase ogni anfratto.

Ann giaceva distesa e imbavagliata. Dai polsi e dalle caviglie pendevano lacci di cuoio che la legavano alle sponde di un vecchio letto in ferro. Braccia e gambe erano divaricate, addosso aveva solo la biancheria intima.

Gli occhi azzurri erano sbarrati e urlavano, quanto avrebbe voluto fare la sua voce, repressa da quella stoffa lercia che aveva in bocca.

Un sudore freddo le scendeva dalla fronte e gli slip erano bagnati dai suoi liquidi biologici.

La mano tozza, dalle unghie sporche e ingiallite, la stessa che aveva premuto l'interruttore, ora si era posata sulla caviglia della ragazza.

"Cosa c'è puttanella? Non ti trovi a tuo agio?"

La mano risaliva, con dita che sembravano tentacoli, e quando arrivò ad accarezzare l'interno coscia, Ann chiuse gli occhi e si lasciò andare a singhiozzi strozzati.

"Hai paura, troietta?"

La ragazza era scossa da violenti tremori.

L'uomo, con entrambe le mani, le strappò gli slip di dosso.

Lei gridò con quanto fiato le rimaneva, ma le sue urla silenziose, coperte dal fetido straccio, si dissolsero nei miasmi di quel tugurio.

L'uomo guardò quello che per lui era un prezioso feticcio, sebbene spezzato in due.

"Queste vanno messe a lavare, bricconcella... non ci si deve fare la pipì addosso."

Appoggiò i brandelli della mutandina su un ripiano e tornò a fissare la ragazza.

Quando lo sguardo si spostò su quella piccola zona di peli biondi, tra le gambe di Ann, il respiro dell'uomo divenne affannoso, fino ad ansimare.

La ragazza cercò di nuovo di sprigionare un inutile urlo.

***

Wil fissò Leyla, "Tranquillizzati."

"Tranquillizzati tu, sembra che sia colpa mia se Ann è scomparsa!"

Nel salottino la tensione era alta e Leonard, da buon padrone di casa, si sentiva costretto a calmare gli animi; tuttavia, il fatto che Ann fosse scomparsa non andava sottovalutato. "Ora cerchiamo di riordinare le idee, poi forse riusciremo anche a calmarci, ok?"

Marlene si avvicinò a Leyla e la accarezzò, "È tutto ok, nessuno ce l'ha con te."

Nel frattempo, Leonard mise dell'acqua in un bollitore elettrico. "Te la senti di raccontarci tutto di nuovo? Magari ti sono sfuggiti dei dettagli."

La ragazza dovette fare uno sforzo non indifferente per ripetere quanto già detto poco prima. Raccontò quindi di come, all'inizio del paese, Ann si era appartata a espletare un bisogno, dopodiché lei non l'aveva più vista.

Il bollitore cominciò a rumoreggiare, una nuvoletta di vapore usciva dal beccuccio. Leonard mise all'interno alcuni cucchiai di una miscela di melissa, poi richiuse il coperchietto e lo mise sul tavolino con delle tazze.

"Io non voglio nulla."

"Devi solo dirmi se vuoi addolcire o no, la tisana non è un'opzione, la bevi."

B&B - BAD BREATHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora