Capitolo 12 - L'Ispettore

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Quarto giorno (quattordici ore dalla scomparsa di Ann)

La recinzione era alquanto logora e avrebbe avuto bisogno di un'energica carteggiata, prima di essere riverniciata. Faceva da contorno a uno spazio erboso che chiamare giardino sarebbe stato concedere troppo. All'interno, un'abitazione a due piani non dava migliori impressioni.

Una siepe che se ne andava a zonzo tra le barre dell'inferriata e alcuni gerani mezzi rinsecchiti sul terrazzino, davano l'idea che la casa fosse abitata e in un certo senso lo era. Fissata su due aste di metallo, a fianco del cancelletto d'ingresso, era visibile una targa rettangolare con indicato:

COMANDO STAZIONE CARABINIERI
SASSOROSSO

"Come dicevamo, evitiamo di riferire che abbiamo perquisito la stamberga, ok?" Gli altri annuirono e Leonard premette il tasto del citofono. Si udì il suono del cicalino, ma niente di più.

I ragazzi dietro di lui avevano tutta l'aria di non aver chiuso occhio, Wil sbadigliò, una reazione nervosa inevitabile, vista la situazione e le poche ore di sonno, "E se telefonassimo?"

"Sì, se non risponde nessuno...", si udì il secco rumore metallico del cancelletto che si sbloccava e una voce che diceva di venire avanti.

Passarono oltre il giardinetto e raggiunsero la porta d'ingresso. Era socchiusa e una leggera spinta bastò per aprirla; all'interno un foglio cartonato, con scritto uffici, indicava la direzione verso un locale in fondo a un corridoio. Arrivati, si fermarono tutti sulla soglia.

"Entrate pure", l'uomo non li guardò nemmeno. Pur avendo le mani tozze, tutte le dita, contro i vecchi stereotipi, si muovevano con disinvoltura sulla tastiera di un computer portatile. Sul tavolo era appoggiata una piccola stampante laser; la bandiera italiana e un armadietto blindato completavano le poche suppellettili presenti. "Ok, finito!" Alzò lo sguardo, "Ma quanti siete?"

"Buongiorno, Ispettore."

L'uomo era poco più che trentenne, ma i capelli si stavano già ingrigendo e l'accenno di una barba di pochi giorni gli ricopriva le guance. Sulle spalline della divisa, due binari d'argento indicavano il grado di Maresciallo ordinario, il grado minimo, salvo rare eccezioni, per essere il Comandante di una stazione dei Carabinieri. Un distintivo ricurvo, sulla spalla sinistra della giacca, stava ad indicarlo e il ruolo era di Ispettore. Aveva un fisico massiccio e il viso gioviale ricordava quello di un amico che non si vede da tempo.

"Ah, sei tu, Leonard." L'uomo si alzò, non avesse avuto la divisa avrebbe potuto essere quasi coetaneo dei ragazzi, "Cosa posso fare per te e per i tuoi amici?"

"È una questione complicata, possiamo entrare?"

"Certo, anzi, no... andiamo di là, c'è la saletta."

La saletta era solo un locale con un certo numero di sedie, nulla di più. Presero tutti posto. Il militare squadrò i ragazzi, cercando di capire se li conoscesse; si mise su una sedia, voltò lo schienale verso di loro, e vi appoggiò sopra le braccia, "Ditemi."

Leonard girò lo sguardo verso i compagni, "Alloggiano tutti da me, nel B&B, sono tedeschi, ma parlano un ottimo inglese."

Il Maresciallo sorrise, "Cominciamo male, il mio è quello scolastico, forse peggio: my name is Roberto Fiordi."

Leonard rispose al sorriso, e tradusse agli altri, "Dice che il suo inglese non è granché, ma non è vero e..."

"... sono più bravo a scrivere su una tastiera", aggiunse l'altro con un inglese accettabile.

"Visto? Non ha nessun problema."

Marlene sorrise, mentre gli altri, Layla in particolare, mantennero la stessa mesta espressione con cui erano entrati.

B&B - BAD BREATHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora