Capitolo 8 - Catene

93 11 66
                                    

Le montagne dell'Harland si stagliavano contro il cielo terso e tra queste, la cima di Grom, una delle più alte, dominava l'intera valle.

I ragazzi percorrevano la vecchia mulattiera che li avrebbe portati alla Piana dei cavalli, la loro prima tappa. Salivano con un buon passo, la selva degli antichi castani e delle maestose querce stava lasciando spazio alla grande foresta di conifere e presto avrebbero imboccato il Sentiero dei cliclopi.

Leonard guidava il gruppo disposto in fila indiana, Wil lo seguiva con gli occhi incollati allo smartphone, Leyla e Marlene, quasi appaiate, si guardavano attorno come rapite dallo spettacolo che avevano innanzi. Chiudevano la fila Ann e Ymir.

"Se passi tutto il tempo al telefono ti perderai molte cose."

"Cosa? Ah sì, certo, voglio solo capire dove stiamo andando."

La giovane guida lo scrutò, poi girò lo sguardo verso le montagne, "Per capire dove stai andando, devi prima capire dove sei... e non credo che quell'affare te lo possa dire."

"Me lo dice, eccome. Il segnale GPS è forte", Wil non aveva ancora alzato lo sguardo e rimase chino a smanettare col suo dispositivo.

Leonard gli si avvicinò e toccò il display, "Wil, tu non sei qua", poi rilasciò il dito e allargò entrambe le braccia: "Sei qua, all'interno di tutto questo, e ne fai parte."

Ai bordi del sentiero erano comparsi, quasi dal nulla, enormi blocchi di granito, alcuni di oltre dieci metri di altezza.

"Il Sentiero dei ciclopi", sentenziò Leonard con tono solenne.

Wil era ammutolito e non solo lui.

Leyla gli passò a fianco, "Hai capito cosa intendeva la nostra guida?"

Lui la guardò inebetito.

"No? Poi a casa te lo spiego", continuò la ragazza.

Qualcuno sorrise, Wil no.

I mastodontici blocchi erano scomparsi e la vegetazione si era fatta meno intricata. Ampie radure avevano reso la foresta meno cupa e a poca distanza si potevano intravedere alcune aree rocciose. Tutto era immerso in quel piacevole silenzio che solo la natura sa offrire e solo in lontananza risuonava il canto di un cuculo solitario.

"Anche in Svezia si sente", Ann si era avvicinata a Leonard.

"Il cuculo?"

Lei annuì con un cenno del capo.

Il ragazzo sorrise, "Amo sentire il suo canto, sebbene sia uno stronzo."

"Perché deposita le uova nei nidi altrui?"

"Quello può starci... ciò che non digerisco è che butta fuori dal nido le uova dei fratellastri."

"Hai ragione, è un vero stronzo."

"Tuttavia, pare che predica il futuro."

La ragazza sgranò gli occhi azzurri, "Scherzi?"

"Per nulla, anzi..."

"Ann, cammini spesso? Mi sembri in gran forma." Ymir si era intromesso all'improvviso e non pensò di aver fatto una cosa stupida, almeno finché non vide l'espressione della ragazza.

Leonard non ne fece un problema, amava parlare con tutti e senza secondi fini, sebbene quella ragazza l'avesse baciato la sera stessa del suo arrivo. Lasciò che i due rimanessero soli.

La ragazza parve indispettita, mentre frugava negli occhi di Ymir, "Ci stai provando?"

"No, no, chiedevo solo."

B&B - BAD BREATHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora